16/12/2011
Il nuovo testo dell'art. 111 della Costituzione detta le regole del "giusto" processo imponendo degli aggiustamenti, per via legislativa o attraverso l'intervento della Corte costituzionale, nei procedimenti giudiziari aventi per oggetto la protezione o l'affidamento dei bambini.
La questione posta è se i procedimenti minorili e familiari così modificati siano "giusti" nei loro tempi e modalità, con riferimento alla particolare tutela che l'ordinamento appresta al minore, il cui interesse deve essere il centro.
In questo libro, da angolature diverse, viene rappresentata la metafora della onnipresente dicotomia del, e nel, procedimento in cui si decide su un minore: da svolgersi in contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a un giudice terzo ed imparziale, con certezza dei tempi per la sua definizione e secondo i canoni costituzionali di garanzia. È comunque il minore il protagonista, il genius loci , il topos : per lui viene inscenato il processo, con lui va percorso, con una scelta finale obbligata, perseguendo la sua felicità, il suo benessere. Si pongono dunque seri interrogativi in procedure giudiziarie del tutto peculiari, in cui il minore è il crocevia e il cuore di un superiore interesse, il suo, che trascende quello degli altri comprimari, dovendosi sempre incarnare in un progetto ritenuto per lui, in ogni caso, vantaggioso.
Fonte: FrancoAngeli
Siamo probabilmente nel mezzo di un guado , lungo un percorso non conchiuso, necessariamente aperto a necessari e inevitabili aggiustamenti e approfondimenti evolutivi che dottrina, giurisprudenza e prassi imporranno.
Il prossimo futuro ci dirà se quanto di stimolante e provocatorio in questo territorio avviene abbia valore profetico e abbia aperto la via a soluzioni "giuste" nell'interesse del bambino. La strada da percorrere è tortuosa, spesso in salita, ma certa deve essere la meta, lo scopo ultimo, insomma la texture forte che permea sempre e comunque il "giusto processo", che è l'interesse del bambino.