25/06/2013
A partire dalla sua esperienza clinica con i bambini e le famiglie
multiculturali, Francine Rosenbaum evoca in questo volume gli effetti
perversi del misconoscimento delle risorse psicolinguistiche della
lingua materna necessaria all'elaborazione dell'identità.
Dall'inizio della sua attività clinica ha costatato che il malessere dei
migranti si cristallizza spesso in sitomi che ledono la parola o la
scrittura. I bambini che ne soffrono approdano con i loro genitori nei
consultori psicopedagogici dove i riferimenti epistemologici
monoculturali e gli strumenti di valutazione monolingui si sono rivelati
insufficenti e insoddisfacenti tanto per le valutazioni che per le
prese in carico di una problematica complessa che va ben al dilà dei
modelli psicopedagogici e rieducativi tradizionali.
Fonte: Franco Angeli
Ci infonde la certezza che possiamo agire con i bambini e le loro
famiglie facendo leva sulla lingua, le origini, gli antenati, i modi di
fare e tutti i multipli legami che costituiscono il contenitore umano
fisico e psichico par fantasmare l'identità e trasformarla in narrazione
strutturante.
Ci mostra come, perdendo l'involucro sonoro della lingua materna, la
prossimità fisica del simile, il riflesso speculare dello sguardo
dell'altro, l'attualità costituita da corrispondenze immediatamente
decifrabili, l'essere umano sperimenta sentimenti di annullamento, di
destrutturazione, di disperazione, di vuoto affiliativo e affettivo, di
perdita di identità, di paura e di minaccia. Le conseguenze possono
essere molteplici: isolamento, mutacità, ripiego, agressività, crisi di
identità, paralisi del pensiero, vergogna e umiliazione. Col pretesto
dell'integrazione, il frequente diniego delle risorse dell'asse
affiliativo dei migranti nega loro l'accesso ad un'integrazione
desiderata.
La valorizzazione della lingua materna, il genogramma e la riscoperta
delle storie di vita grazie alla mediazione linguistico-culturale sono i
supporti maggiori delle sue terapie che vengono ampiamente illustrati
dalle storie cliniche.