30/07/2012
.........E proprio da questa lettura qualitativa, oltre che dai dati che la rinforzano, emerge che “la famiglia, luogo di incontro tra generazioni, è la chiave di volta della questione demografica“ (p.34) soprattutto se intesa come “catena generazionale”, cioè come “comunità di persone che, unite da vicoli di reciprocità e solidarietà, concorrono a tessere la trama della società e a generare risposte di welfare”. Proprio la solidarietà che si genera dentro questa catena generazionale costituisce “uno dei pilastri del nostro sistema di welfare familista, assicurando sia sostegno economico sia presa in carico dei bisogni di cura e assistenza dei soggetti più deboli entro la famiglia di appartenenza” Si tratta di un “pilastro
oggi eroso da più parti [...] che richiede di essere puntellato da politiche mirate e al tempo
stesso diversificate” (p.35).
Per sostenere questa catena vitale, si può e si deve fare ancora molto. Seppure le attuali
congiunture economiche e il conseguente Patto di stabilità non consentano margini di
map.35)manovra, qualcosa va fatto: “Si tratta piuttosto di mettere mano a una ricalibratura
della spesa secondo criteri di equità e giustizia intergenerazionale, distribuendo e utilizzando
meglio le risorse a disposizione. In un welfare plurale quale è quello milanese, si
tratta inoltre di promuovere l’equità tra le risorse create dalla società civile” (p.37).
Dalla presentazione di Lodigiani Rosangela