05/07/2013
Il desiderio di felicità è inseparabile dall'esistenza umana: solo a
partire da questo desiderio è possibile pensare l'educazione.
La felicità è di questo mondo. Non è un altrove rispetto
all'esistenza quotidiana. Sebbene deperibile e passibile di perdita,
essa è un bene che si può conseguire e migliorare, anche in maniera
durevole. Si può vivere di felicità. Si può essere sempre più felici.
Fonte: Franco Angeli
La felicità non ha dunque niente di mistico o di magico, non è
geneticamente predeterminata, non è un tratto stabile e immutabile. Non è
un privilegio. Non la si può ordinare a comando, non la si può imporre
per legge. È un sentimento che si può (si deve?) apprendere e coltivare.
È dunque un traguardo auspicabile e realizzabile di ogni azione
formativa.
Il volume discute l'educazione come esperienza specifica in ordine alla promozione e all'innalzamento della felicità. L'educazione alla felicità
si identifica con un lavoro trasformativo interiore realizzato
quotidianamente dalla persona, con non poca fatica, grazie anche
all'aiuto di altri significativi, nel convincimento profondo che la
felicità è un diritto e un bene che merita di essere perseguito in
quanto avvalora e incrementa la sua umanità.