Pedagogia della felicità

Rossi Bruno, Franco Angeli, 2013, pp. 232

05/07/2013

Il desiderio di felicità è inseparabile dall'esistenza umana: solo a partire da questo desiderio è possibile pensare l'educazione.
La felicità è di questo mondo. Non è un altrove rispetto all'esistenza quotidiana. Sebbene deperibile e passibile di perdita, essa è un bene che si può conseguire e migliorare, anche in maniera durevole. Si può vivere di felicità. Si può essere sempre più felici.
Fonte: Franco Angeli
La felicità non ha dunque niente di mistico o di magico, non è geneticamente predeterminata, non è un tratto stabile e immutabile. Non è un privilegio. Non la si può ordinare a comando, non la si può imporre per legge. È un sentimento che si può (si deve?) apprendere e coltivare. È dunque un traguardo auspicabile e realizzabile di ogni azione formativa.
Il volume discute l'educazione come esperienza specifica in ordine alla promozione e all'innalzamento della felicità. L'educazione alla felicità si identifica con un lavoro trasformativo interiore realizzato quotidianamente dalla persona, con non poca fatica, grazie anche all'aiuto di altri significativi, nel convincimento profondo che la felicità è un diritto e un bene che merita di essere perseguito in quanto avvalora e incrementa la sua umanità.

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