Vite altrove

Losi Natale, Vite altrove, Migrazione e disagio psichico, Borla, 2010, pp. 251

23/04/2010

Fonte: Borla

Il libro è insieme saggio monografico e approfondimento di un caso clinico descritto a più voci.
Nella prima parte, l'autore fa il punto sulla riflessione etnopsichiatrica attuale, privilegiando l'approfondimento del suo peculiare approccio «etno-sistemico-narrativo», che lo differenzia dalle proposte di Tobie Nathan e viene ormai riconosciuto come specifico orientamento nell'ambito delle teorie sistemiche. Combinando narrazione e memoria - in particolare nelle comunità di migranti - come strumento fondamentale di integrazione culturale e resilienza, Losi assimila il trauma migratorio ad un  rito di passaggio», la cui essenza è conservata nella struttura delle fiabe così come ci è stata rivelata dal grande etnologo V. J. Propp. In questa prospettiva, il migrante non dev'essere etichettato come vittima priva di risorse, ma piuttosto come «eroe» della sua fiaba.
Chi emigra, per forza o per scelta, non può essere posto nella posizione di vittima o di malato, anche quando dovesse attraversare periodi di grave disagio psichico ed esistenziale. Il migrante è, nel pensiero etno-sistemico-narrativo, il moderno eroe, che come nelle fiabe può sperimentare fallimenti e abbisognare di alleati per raggiungere i propri scopi. Il terapeuta, nella mia prospettiva, non è altro che questo alleato».
Il caso di Armand, bambino africano rifugiato in Svizzera, conclude la seconda parte di questo denso e innovativo testo.

 

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