05/04/2010
La formula utilizzata, già adottata con successo nel Primo Rapporto, è quella di un testo che intende presentare un’analisi di elevato rigore scientifico con un linguaggio accessibile anche ai non specialisti.
La tesi di fondo del volume è che la nostra società si trova a dover oggi risolvere un problema cruciale: quello dell’equità generazionale.
Che cosa deve essere dato a ogni generazione rispetto alle altre? Perché e come?
In particolare: di quale famiglia abbiamo bisogno per essere giusti verso le generazioni più giovani e verso quelle ancora non nate?
In uno scenario di bassissima natalità, di progressivo invecchiamento, di crescenti disagi sociali, le scelte delle famiglie italiane si trovano spesso a dover andare "controcorrente", e se nella misura in cui promuovono stili di vita solidaristici e "investono sui figli " nonostante un quadro legislativo, fiscale e previdenziale che penalizza fortemente la scelta procreativa e di cura della famiglia.
Le ricerche empiriche confermano che la nostra società non ama la famiglia come soggetto che trasferisce alle generazioni future valori, orientamenti, significati e senso del vivere.
Ci dobbiamo porre seriamente il problema di come la società possa pensare al proprio futuro in termini di ricambio delle generazioni e quale ruolo abbia la famiglia in tale processo. Dobbiamo innanzitutto, capire se e come le generazioni, oggi, possano pensare se stesse in quanto generazioni di famiglie.
Questo Secondo Rapporto si pone quindi al centro di un problema che interroga ogni lettore, e tutto il mondo scientifico: quale futuro per noi? quale futuro per i nostri figli? quale futuro per la società in cui viviamo?
Il volume presenta e discute alcune alternative possibili, rivolgendosi a tutti coloro che, in quanto studiosi, educatori, operatori, policy makers o membri di associazioni, sento il bisogno di "leggere e agire" in modo nuovo i rapporti fra le generazioni, in particolare perché sono mediati dalla famiglia.