23/11/2011
La terapia della dignità è una psicoterapia individuale breve, pensata per persone che sanno di avere pochi mesi di vita.
Gli studi finalizzati a capire e sostenere meglio i pazienti nell’ultima fase della vita sono in aumento. Una ricerca recentemente pubblicata su The Lancet ha cercato di vedere se il particolare intervento denominato “terapia della dignità “ riesce a mitigare l’angoscia e se può essere un sostegno per i pazienti che si avvicinano alla fine della vita.
La ricerca ha riguardato persone oltre i 18 anni, con una prognosi di meno di sei mesi di vita, disponibili a tre o quattro incontri nel giro di dieci giorni e in grado di dare il proprio consenso.
Sono stati coinvolto pazienti australiani, canadesi e statunitensi, soggetti a cure palliative e ricoverati in ospedale, in hospice oppure a casa.
(Coordinamento: Manitoba Palliative Care Research Unit, Winnipeg, in collaborazione con Curtin University, Perth, Memorial Sloan Kettering Cancer Center, NewYork)
Il processo terapeutico comincia con un insieme di domande, riportate qua in fondo della pagina.
Le conversazioni, guidate da un team di terapeuti professionali appositamente formati, sono sufficientemente flessibili per venire incontro ai bisogni del paziente e alle sue scelte riguardo ai temi di cui parlare.
La conversazione viene registrata e trascritta, e la trascrizione viene in un secondo momento restituita al paziente oppure ad una persona di loro scelta. Questo per dare la possibilità di segnalare o intravedere vuoti in quel che i ricercatori chiamano “documento di generatività”.
Infatti, mentre l’approccio centrato sul paziente tende a muoversi nel qui e ora della persona, la terapia della dignità recupera la generatività, la storia di vita, non prevista invece in altri approcci di cure palliative.
In questa fase, il 91% del campione ha riportato un aumento nel livello di dignità, il 68% un maggior senso di scopo, il 47% un’accresciuta volontà di vivere e l’ 81% ha affermato che era stato o sarebbe stato in futuro di aiuto alla propria famiglia.
Il 78% dei familiari ha giudicato migliorato il senso di dignità della persona e dichiarato che la sessione di terapia è stata loro di conforto, in un tempo di perdita e di lutto. Il 95% avrebbe raccomandato la terapia ad altri pazienti e alle loro famiglie.
Una cura palliativa il più possibile completa, conclude l’articolo, deve prevedere l’attenzione verso gli aspetti fisici, psicologici, esistenziali, spirituali della persona.
Limitare l’attenzione clinica a solo uno o due di questi aspetti con esclusione di altri, non corrisponde ai riquisiti standard quali sono stati formulati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Inoltre, nel descrivere i fattori che contribuiscono ad una buona morte, l’Istituto di Medicina degli Stati Uniti include la preparazione alla morte stessa e l’opportunità di dare un senso di completezza alla propria vita.
L'insieme di domande
- Raccontami la storia della tua vita, magari quelle parti che ti ricordi meglio oppure quelle
che pensi che siano state le più importanti. Quando ti sei sentito più vivo?
- Ci sono delle cose che vorresti i tuoi familiari sappiano di te, e ci sono cose particolari
che vorresti si ricordassero?
- Quali sono stati i ruoli più importanti nella tua vita (per esempio ruoli in famiglia,
vocazionali, comunitari)? Perché erano cosi importante per te e che cosa hai compiuto in
questi ruoli?
- Quali sono le tue realizzazioni più importanti, delle quali vai il più fiero?
- Ci sono cose particolari che senti che devono essere ancora dette ai tuoi cari o cose per cui vorresti avere il tempo per dirle ancora una volta?
- Quali sono le tue speranze e i tuoi sogni per i tuoi cari?
- Cosa hai imparato della vita che vorresti trasmettere ad altri? Quale consiglio o parola di
guida ti piacerebbe passare ai tuoi figli, a tuo marito o tua moglie, ai genitori o altri?
- Ci sono parole o forse perfino istruzioni che ti piacerebbe dare alla tua famiglia per aiutarli a prepararsi per il futuro?
- Nel creare un ricordo che duri nel tempo ci sono altre cose che vorresti includere?
Harma Keen