15/04/2011
bilzen
“Una giungla di servizi e residenze, dove sul concetto di adeguatezza prevale la carenza di trasparenza e regolamentazione”.
Comincia così il rapporto di ricerca dell’Auser , presentato in questi giorni alla stampa e consultabile presso il sito.
Nella “giungla” si distinguono le Residenze Sanitarie Assistenziali, le RSA che assistono prevalentemente anziani non-autosufficienti, e le Residenze Assistenziali i cui servizi sono prevalentemente destinati a persone autosufficienti.
A più di dieci anni dopo l’approvazione delle norme che regolano le RSA, che prevedono l’integrazione di sanità e assistenza, nel 2010 solo il 63,3% risultano definitivamente accreditate e autorizzate sul territorio nazionale e i ricercatori denunciano gravi ritardi con forti differenze regionali.
Ma è soprattutto nella categoria delle RA , dove ultimamente sono cresciute le situazioni irregolari e i fenomeni di disagio e alle quali la ricerca si è dedicata particolarmente.
Si tratta qui delle diverse forme di residenzialità: case di riposo, case albergo, comunità alloggio, ecc.
Le regole di accreditamento e autorizzazione per questo tipo di strutture sono state introdotte nel 2000, ma la maggior parte delle regioni sta concludendo i percorsi amministrativi solo in questi anni.
“Un sistema incerto dunque tanto che basta la mappatura dei principali elenchi telefonici e commerciali delle case di riposo per fare emergere buona parte del sommerso: cioè fino a 700 residenze che vivono nell’oscurità, senza contatti con gli enti pubblici, con la comunicazione all’esterno ridotta al lumicino e con pochissimi controlli a carico”.
Nel 2010 i Nuclei antisofisticazione e sanità dei Carabinieri hanno trovato irregolarità nel 27,5 % degli 863 controlli effettuati: autorizzazioni mancanti, strutture non adeguate, numero ospiti superiore agli standard previsti, carenze di condizioni igienico sanitarie e di sicurezza, attività infermieristiche esercitate abusivamente”.
In generale ma soprattutto nelle grandi città la scelta della struttura dipende anche dalle rette e questo fa sì che spesso l’anziano è costretto alla “migrazione territoriale” allontanandolo dalla rete degli affetti.
I curatori della ricerca chiedono oltre a “più controlli e verifiche” e vigilanza delle “norme e delle leggi” per quel che riguarda le strutture residenziali, un forte implemento dell’assistenza domiciliare integrata: “ Manca una legge che definisce con precisione per chi e quanto debbano essere garantite cure domiciliari”.
Nel quadro degli sviluppi demografici è urgente programmare e vigilare in tutte le direzioni.
Le case di riposo in Italia, Sintesi della ricerca
Come scegliere una Casa di Riposo, alcuni criteri