29/05/2013
........Applicata alla demenza, l’arteterapia è un sorta di efficacissima sindrome di Stendhal al contrario: l’overdose di bellezza che può stordire una persona particolarmente sensibile, può infatti avere anche straordinari effetti benefici su una mente compromessa, provocando emozioni capaci di rallentare la malattia, in certi casi né più né meno di alcuni farmaci........
Programma del Convegno
Lo confermano le sorprendenti, inedite iniziative
sperimentali annunciate oggi da Giulio Masotti, presidente
onorario della Societa' Italiana di Geriatria, alla vigilia
del 4* Convegno nazionale sui Centri Diurni Alzheimer in
programma a Pistoia dal 31 maggio al 1* giugno, promosso
dalla locale Fondazione Cassa di Risparmio.
Esperienze che lasciano tra l'altro immaginare funzioni
fin qui imprevedibili per gli sterminati giacimenti culturali
del paese.
I dettagli nella relazione intitolata ''La memoria del
bello'' della geriatra Luisa Bartorelli, direttrice del
Centro Alzheimer della Fondazione Roma, e in quella
(Strategie a mediazione artistica nei Centri Diurni) della
collega Silvia Ragni, psicologa e musicoterapeuta. Spiegano
entrambe come e con quali felici risultati abbiano condotto
decine di pazienti a visitare i musei della capitale
coinvolgendoli in attivita' artistiche, pittura, musica,
danza. ''I benefici sono generali ed evidenti'', dice Ragni,
''i pazienti sono piu' motivati a partecipare, percepiscono
maggior benessere, dunque si riducono i tipici sintomi
negativi del comportamento, cresce l'autostima, migliorano la
qualita' della vita, il tono dell'umore e, di conseguenza, le
stesse relazioni con operatori e familiari. I quali vedono
con soddisfazione i loro cari coinvolti in attivita'
gratificanti. Si apre cosi' la strada a nuove
sperimentazioni''.
La piu' innovativa, mutuata dal MoMa di New York, e'
appunto 'La memoria del bello', il progetto che in questi
mesi ha mobilitato alcuni Centri Alzheimer romani. Spiega
Bartorelli: ''Abbiamo condotto un gruppo di 12 pazienti in
fase lieve-moderata alla Galleria d'Arte Moderna, accolti
dalla direttrice Martina Di Luca. E una settimana dopo, al
Centro, abbiamo proiettato per loro il filmato della visita.
Trascorso un mese, ne abbiamo messo alla prova la memoria.
Infine abbiamo chiesto ai familiari se e che cosa fosse
cambiato''. Tutto cio' ha consentito di registrare per
ciascun paziente una precisa griglia di reazioni cognitive,
affettive e comportamentali, con note sulle loro
manifestazioni verbali, ovvero sui commenti o racconti fatti
durante ogni incontro.
Dalle risposte dei familiari emerge che 11 dei 12 pazienti
hanno riferito con entusiasmo l'esperienza, per molti nuova,
descrivendo i dipinti, ricordando le impressioni ricevute,
mostrando con orgoglio e custodendo con cura la cartellina
con le opere viste ricevuta a fine visita.
''Anche se affette da patologia cognitiva'', insiste
Bartorelli, ''queste persone sono in grado di valutare
l'esperienza estetica col risultato che, in non pochi casi,
si sono riattivate memorie lontane e una vitalita'
apparentemente esaurita''.
A scanso di illusioni, va ricordato che la malattia e'
tutt'oggi inguaribile e che comunque progredisce. ''Ma alla
luce dei fatti'' sostengono le due esperte, ''l'emozione
estetica sembra capace di migliorare lo stato funzionale o
comunque di minimizzare il peso esistenziale''.
Comunicato Asca