L'attesa della genitorialità

L'attesa della genitorialità: adattamento coniugale e stile genitoriale. Tesi in breve di Giada Eleonora Giarola

07/09/2012

Tesi di Giada Eleonora Giarola

Relatore: Mimma Tafà
Anno Accademico 2010-2011

Facoltà di Medicina e Psicologia, Laurea Triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche per la Valutazione e la Consulenza Clinica

Università degli studi La Sapienza, Roma


Giada Giarola 

Introduzione

La letteratura propone sempre più un modello multifattoriale di genitorialità, inserito all’interno di una causalità di tipo circolare. Tra i numerosi fattori che, a vario titolo, influenzerebbero la genitorialità, quali contesto sociale, caratteristiche individuali di genitori e figli, processi intrapsichici, ecc., la relazione di coppia, da intendersi sia come relazione coniugale che genitoriale, giocherebbe un ruolo di assoluto rilievo (Spanier, 1976; Belsky Spanier, & Rovine, 1983; Binda, 1989; Cowan & Cowan, 1992; Claxton et al., 2008; Lawrence et al., 2008).
Se si considera il contesto relazionale del sistema familiare come dato dall’interdipendenza di diversi rapporti diadici (coppia coniugale, coppia genitoriale, relazione madre-figlio, relazione padre-figlio) (McHale, 2007), risulta evidente l’importanza di approfondire le modalità relazionali di ciascuna diade, per il modo in cui queste possono riflettersi sulle altre , nonché sul complessivo funzionamento del sistema. E la relazione tra partner, in quanto base della futura relazione co-parentale, è il sottosistema più idoneo a rivelare eventuali nessi tra il disturbo nello sviluppo psicologico del bambino e le caratteristiche delle relazioni familiari (Mazzoni & Tafà, 2007).

Già negli anni ’70, Bowen (1979), aveva trattato i rischi connessi alla proiezione dell’immaturità genitoriale sui bambini; tale filone di studi si è progressivamente ampliato, apportando nuove tecniche e prove che documentano le diverse problematiche derivanti dal coinvolgimento e dalla triangolazione dei figli nei casi di discordia tra genitori (McHale, 2007).
 Parimenti, rimanendo all’interno di un’ottica sistemica e circolare, risulta chiaro come l’arrivo di un figlio produca a sua volta effetti potenti sulla coppia coniugale, portandola ad attuare una profonda riorganizzazione delle proprie modalità relazionali per accogliere il nascituro (Tafà, Rivelli & Malagoli Togliatti, 2000). In riferimento a questo, alcuni studi hanno rilevato, in concomitanza con l’avvento della genitorialità, un declino della soddisfazione di coppia, cambiamenti nei pattern di intimità e comunicazione, aumento dei conflitti e del disaccordo (cfr. rassegna in Kluwer, 2010). Trattandosi infatti di una transizione chiave all’interno del Ciclo Vitale della Famiglia (McGoldrick & Carter, 1980), la genitorialità implica anche i concetti di crisi, ridefinizione dei confini e creazione di una nuova dimensione relazionale: il noi genitoriale (Scabini & Cigoli, 2000).
La fase dell’attesa si pone dunque come momento ideale per indagare le rappresentazioni che i futuri genitori hanno di loro stessi in quanto componenti della coppia e come potenziali caregiver, mettendo in luce non solo timori ed ansie, ma anche i punti di forza che caratterizzano la relazione di coppia, poiché la gravidanza viene percepita dai coniugi anche come “momento speciale”, connotato da sentimenti di comunione e profondo accordo (Ammaniti, Mazzoni & Menozzi, 2010).

 

La ricerca

La nostra ricerca si è proposta di rilevare, all’interno di un campione non clinico, costituito da 40 coppie di coniugi (n = 80) in attesa del primo figlio o di figli successivi al primo, se e con quale intensità determinati aspetti della relazione coniugale potessero essere messi in relazione con determinati atteggiamenti genitoriali.

Per fare ciò, si è fatto ricorso a due strumenti: la Dyadic Adjustment Scale (DAS, Spanier, 1976) e il Parents Preference Test (PPT, Westh, 2003).
La DAS è uno strumento creato per misurare l’Adattamento Coniugale, concettualmente assimilabile alla “qualità coniugale”, e costituito da 5 dimensioni principali:

1. Consenso diadico: valuta il grado di accordo dei partner su diversi argomenti;
2. Soddisfazione diadica: valuta la felicità/infelicità percepita dai coniugi nella relazione;
3. Coesione diadica: valuta il tempo trascorso condividendo delle attività;
4. Espressione affettiva: valuta la soddisfazione individuale rispetto all’espressione di
    sentimenti;
5. Adattamento Diadico: è il punteggio globale dato dalla interazione della altre 4 sottoscale,
    ed indica la qualità complessiva della relazione come percepita dai rispettivi coniugi.

Il PPT di Westh (2003) è un test a scelta multipla per immagini, che valuta lo Stile Genitoriale e si snoda lungo 4 dimensioni:
1. Focalizzazione dell’attenzione (Centrato su sé stesso vs Centrato sul Bambino);
2. Modalità esperienziale/ Empatia (Emotivo vs Razionale);
3. Regolazione del comportamento (Orientato alle Regole vs Orientato al Contesto);
4. Energia (Passivo vs Attivo).


Entrambi gli strumenti vengono somministrati individualmente, e presentano pertanto il vantaggio di fornire punteggi individuali, ovvero confrontabili tra loro e rispetto ai campioni normativi.
Nello specifico, la ricerca ha preso in considerazione il possibile effetto di variabili quali: il numero di figli, il genere e la durata della relazione sia sull’adattamento coniugale sia sullo sviluppo della futura genitorialità. La scelta di queste variabili è stata guidata, oltre che dalle caratteristiche del campione, da ragioni di natura teorica, facendo riferimento al peso di queste stesse variabili nella letteratura sull’argomento.

Conclusioni

I risultati ottenuti, oltre a confermare la normatività del nostro campione, hanno mostrato un effetto significativo in particolare della variabile ‘durata della relazione’ sulla dimensione della Coesione Diadica (come misurata dalla DAS), rivelando quanto la quantità del tempo condiviso dalla coppia si vada a modificare con il passare degli anni, fattore probabilmente legato anche all’arrivo dei figli, i quali occupano spazi che precedentemente venivano destinati in modo esclusivo alle attività di coppia.
Al contrario, le nostre indagini, non hanno rilevato alcun declino della soddisfazione coniugale collegato alla presenza di figli, al genere o al passare del tempo, come invece riportato in certa letteratura (Belsky, et al., 1983; Cowan & Cowan, 1992; Kurdek, 1999). Tale dato sarebbe peraltro un’ulteriore conferma rispetto alla normatività del nostro campione: secondo diverse ricerche, il deterioramento della qualità coniugale percepita sarebbe caratteristica esclusiva di relazioni diadiche “low competent”, caratterizzate da debolezze strutturali precedenti la gravidanza (Lewis, 1988; Doss, Rhoades, Stanley & Markman, 2009).
 Per quanto riguarda lo Stile Genitoriale, la sostanziale similarità ottenuta da futuri padri e madri nei punteggi del PPT, potrebbe essere ricondotta all’affermarsi di un nuovo tipo di genitorialità nei padri: il “nurturant father”, un padre attento e affettivamente vicino alla moglie, e successivamente ai figli, in particolare durante le fasi iniziali della vita di famiglia (Scabini & Cigoli, 2000).
 Infine, è stata statisticamente validata la nostra ipotesi di una correlazione tra Adattamento Coniugale e Stile Genitoriale. In particolare, sono state rilevate importanti correlazioni tra le dimensioni di Adattamento Diadico, Consenso Diadico e Soddisfazione Diadica della DAS e la dimensione Energia del PPT. Tali nessi indicherebbero come un elevato grado di armonia all’interno della coppia coniugale sia connesso a una maggiore attività e coinvolgimento dei genitori nella relazione con il figlio.
Una coppia ben adattata e felice risulta dunque essere maggiormente propensa a dedicare e investire le proprie attenzioni ed energie nel rapporto con la prole. Questi risultati confermerebbero quanto riportato in letteratura: un buon adattamento della diade coniugale è una delle basi per un funzionamento genitoriale ottimale (McHale, 2007).

Bibliografia

Ammaniti, M., Mazzoni, S., Menozzi, F. (2010). Ecografia in gravidanza: studio della co-genitorialità. Infanzia e adolescenza, vol.9, 3, pp.151-157.
Baiocco, R., D’Alessio, M., Laghi, F. (2012). La valutazione del Parenting. Il Parents Preference Test (PPT). Manuale d’uso. Firenze: Organizzazioni Speciali.
Belsky,J., Spanier, G.B., Rovine, M. (1983). Stability and Change in Marriage Across the Transition to Parenthood. Journal of Marriage and the Family, 45, (3), pp. 567-577.
Binda, W., Scabini, E. (a cura di). (1989). L'organizzazione famiglia tra crisi e sviluppo. Milano: Franco Angeli.
Bowen, M. (1979). (Tr. It.) Dalla famiglia all’individuo. Roma: Astrolabio, 1979.
Bowen, Murray (1985). Family Therapy in Clinical Practice.
Claxton, A., Perry-Jenkins, M. (2008). No fun anymore: leisure and marital quality across the transition to parenthood. Journal of Marriage and Family, 70, pp.28-43.
Cowan, C.P., Cowan, P.A. (1988). Who does what when partners become parents: Implications for men, women and marriage. Marriage and Family Review, 12, pp. 105-131.
Doss, B. D., Rhoades, G. K., Stanley, S. M., Markman, H. J. (2009). The effect of the transition to parenthood on relationship quality: An 8 year prospective study. Journal of Personality and Social Psychology, 96; pp. 611-619.
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Kurdek, L.A. (1999). The nature and predictors of the trajectory of change in marital quality for husbands and wives over the first 10 years of marriage. Developmental Psychology, 35, pp. 1283-1296.
Lawrence, E., Rothman, A., Cobb, R., Rothman, M., Bradbury, T., (2008). Marital satisfaction across the transition to parenthood. Journal of Family Psychology, 22, pp. 41-50
Lewis, J.M. (1988). The transition to parenthood: I. The rating of prenatal marital competence. Family Process, 27, pp.149-165.
McGoldrick, M., Carter, E. (1982). The family life cycle. In Walsh, F. (ed.) Normal Family Processes. New York: Guilford Press. (Tr.it. Il ciclo di vita della famiglia, in F. Walsh (a cura di), Stili di funzionamento familiare, 1993).
McHale, J.P. (2007). Charting the Bumpty Road of Coparenthood: Understanding the Challenges of Family Life. United States: Zero to Three. (Tr. it.(a cura di) McHale, J.P. La sfida della cogenitorialità. Milano: Raffaello Cortina. 2010).
McHale, J.P. (1995). Coparenting and triadic interactions during infancy: The roles of marital distress and child gender, Developmental Psychology, 31, pp.985-996.
Scabini, E., Cigoli, V. (2000). Il famigliare: legami, simboli e transizioni. Milano: Raffaello Cortina.
Spanier, G.B. (2001). Dyadic Adjustment Scale. User’s Manual. New York: Multy Health System.
Spanier, G. B. (1976). Measuring Dyadic Adjustement: New Scales for Assessing the Quality of Marriage and Similar Dyads. Journal of Marriage and the Family, 38, pp. 15-28. 
Tafà, M. (2007a). Il ciclo vitale della famiglia: un costrutto utile per la lettura del funzionamento familiare. In S. Mazzoni, M. Tafà (a cura di), l’intersoggettività nella famiglia. Procedure multimetodo per l’osservazione e la valutazione delle relazioni familiari. (pp. 33-66). Milano: Franco Angeli.
Tafà, M., Malagoli Togliatti, M. (1996). La coppia: dal vincolo allo scioglimento del legame. Interazioni, 2, pp. 73-96.
Tafà, M., Rivelli M.C., Malagoli Togliatti M., (2000). La coppia e la transizione alla genitorialità. Rassegna di Psicologia, vol. XVII, 1, pp.95-125.
Westh, F. (2003). Parents Preference Test - PPT. Manual. Copenhagen: Westh Development & Psykologisk Forlag.( English version by Christian A. S.Ferrer) http://www.wewe.dk

 

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