28/03/2011
Giovanni Paolo De Crescenzo con il papà
«Ciao Giovanni…» salutiamo noi. «Giovanni Paolo..», precisa lui, scandendo per intero il proprio nome. Giovanni Paolo ha appena 4 anni; è un bimbo vivace come tanti suoi coetanei. Eppure ha già dieci operazioni alle spalle: al cuore e al cervello. Il primo intervento ad appena due settimane dalla nascita. «Era il 23 ottobre 2010 e Giovanni Paolo iniziò a cambiare colore, a diventare cianotico» - racconta il padre, Gianluca De Crescenzo - «io e mia moglie iniziammo un peregrinare da un ospedale all’altro: solo dopo 5 ore ricoverarono nostro figlio, ma ci diedero poche speranze di vita: non sappiamo se supererà la notte, ci dissero i medici».
Al piccolo Giovanni Paolo viene diagnosticata un’interruzione dell’arco aortico ed un difetto interartiale; fuori dal lessico medico vuol dire che il cuore del bimbo funziona a fatica. «Anche quella notte ho pregato Papa Giovanni Paolo II» - ricorda il papà - «non so se è stato un miracolo, però io ho sentito forte la sua presenza. Finito l’intervento, un medico mi disse: dovresti cambiare la data di nascita di tuo figlio; è come se oggi fosse rinato».
L’operazione riesce, dunque, ma rimane qualche problemino al cervello: un idrocefalo, ossia un accumulo di liquido cerebrale. Nel corso degli anni il piccolo Giovanni Paolo sarà operato altre volte per inserire e successivamente (con la crescita) sostituire un piccolo tubicino per favorire il deflusso del liquido cerebrale. Insomma, tanti interventi, tanto penare per papà Gianluca e mamma Maria, con un’unica costante: le preghiere a Papa Wojtyla. «La cosa più incredibile è che mio figlio sogna spesso il Papa: sempre la stessa immagine, chiara e luminosa e mi dice: papà ho visto il nonnino, ho visto il nonnino!! Lui lo chiama così».
Ma perché la scelta di questo nome così impegnativo? «Intanto Giovanni è il nome del nonno, ma io ho voluto “aggiungere” Paolo in omaggio al Papa: mi ha sempre affascinato la sua vita, con tutte le sofferenze patite da giovane quando ha perso gli affetti più cari: la madre, il fratello. Ha avuto una vita molto difficile, eppure era sempre sorridente. È alla figura di uomo prima ancora che di Papa che sono molto legato». A maggio anche Gianluca e Maria saranno a Roma per la beatificazione di Giovanni Paolo II. In cuor loro Wojtyla è già un santo e lo dimostra la loro casa piena di immagini sacre che raffigurano Giovanni Paolo II… Ma l’icona più bella, per loro, è senza dubbio il sorriso del proprio figlio che corre e si diverte alle giostre del parco.
Giovanni Nicois