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Pubblicato il 02/10/2012

Bettazzi: "Concilio, io c'ero"

L'ex vescovo di Ivrea è uno dei cinque italiani che ancora conservano la memoria della "primavera della Chiesa".

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Postato da luciocroce il 08/10/2012 08:06

Caro Brunoi, non sono solo Kung e Mancuso che sostengono che il Concilio sia stato recepito dalla Chiesa solo in parte; sono tanti gli "addetti ai lavori" che - magari con sfumature diverse - condividono questa tesi. Per quanto concerne, in particolare, la paventata, ipotetica emorragia di fedeli nel caso in cui la nostra Chiesa, attuando il Concilio, assumesse una fisionomia "liberal" - come la definisce Lei - (a parte il fatto che una emorragia è comunque già in atto), se recepire il Concilio significa, per la Chiesa, dipendere lo stretto necessario dai poteri questo mondo, evitare atteggiamenti di diffidenza preventiva verso tutto quello che è "nuovo", tollerare al Suo interno un onesto confronto, avere a cuore tutti ma innanzitutto i "piccoli", preferire la misericordia alle condanne, non considerare i credenti come un gregge da guidare ma come Popolo di Dio che ama partecipare alla vita della Sua Chiesa, non preoccuparsi eccessivamente di "contarsi per contare nella società", rendere concreto l'insegnamento di Gesù ("Tra voi non sia così") in merito all'esercizio del potere al Suo interno, essere diversa dal mondo senza per questo essergli pregiudizialmente contro, essere "nè monarchica, nè democratica ma sinodale", sentirsi più mistica e meno dogmatica, sentirsi Maestra ma anche Madre e Samaritana, credere che l'esperienza salvifica di Cristo Le permette di sperare contro ogni speranza e di poter trasmettere questa speranza a tutti, comprendere che essere fedele a se stessa è cosa diversa dall'essere fedele ad una forma storica (una delle tante che ha sperimentato nel corso del tempo); se recepire il Concilio significa tutto questo, allora forse correre questo rischio conviene. Cordiali saluti

Postato da brunoi il 05/10/2012 17:50

anche Hans Kung e Vito Mancuso sostengono che la Chiesa non ha applicato del tutto il Concilio Vaticano II e talvolta danno l'impressione di voler copiare le Chiese protestanti,molto piu' liberal e adeguate al mondo di oggi,ma anche in piena crisi.Solo in Germania i Luterani si sono dimezzati dal 1960 ad oggi.In Inghilterra molti Anglicani passano alla Chiesa cattolica.

Postato da luciocroce il 05/10/2012 11:25

Caro Brunoi, credo che la crisi nella quale versa la nostra Chiesa non sia una crisi nata improvvisamente nel dopo Concilio, come sostengono i tanti che mitizzano il "buon tempo antico", ma sia invece una crisi che, molto verosimilmente, affondi le sue radici in un lontano passato, alimentata anche da quell’ atteggiamento di sospetto sistematico assunto dalla Chiesa, all'inizio della "modernità", nei confronti della società, in particolare delle sue epressioni scientifiche e culturali in genere. Papa Giovanni - che per cultura e formazione era, non dimentichiamolo, un "tradizionalista", forse più di quanto lo fosse Papa Pacelli - ebbe l'intuizione di capire che, davanti ad un mondo in rapida trasformazione, era necessario per la Chiesa abbandonare l'impostazione, non più attuale, risalente al Concilio di Trento. Però, forse per il timore che la Chiesa stesse assumendo caratteristiche proprie delle confessioni protestanti, negli ultimi decenni si è lentamente ma costantemente proceduto a continui, consistenti aggiustamenti in senso preconciliare. Per cui , sostenere che la Chiesa attuale sia la "Chiesa del Concilio" mi sembra molto azzardato; conseguentemente, imputare il difficile stato in cui versiamo al Concilio non mi pare una tesi sostenibile; anzi, io credo si possa fondatamente sostenere che se il Concilio avesse avuto attuazione non ci troveremmo in questa brutta situazione. Cordialmente lucio

Postato da Andrea Annibale il 04/10/2012 12:42

Siamo diventati cristiani “freddi”? Non più sensibili alle tante croci del mondo, rassegnati al dilagare della corruzione e di tanti altri mali? Ci accontentiamo di chiuderci in una dimensione individuale e puramente spirituale della fede? Se è così, non abbiamo recepito abbastanza lo spirito del Concilio Vaticano II, come spiega in questa bella intervista Monsignor Bettazzi. Allo stesso tempo, dobbiamo avere un po’ di misericordia e compassione per noi stessi, e di rispetto anche … Evitando visioni ispirate ad un manicheismo strabico per cui oggi va tutto bene ed allora andava tutto male. Dalla nostra parte c’è la ragione e da altre parti sempre il torto. Può annidarsi un fondamentalismo ideologico dietro certe posizioni di adesione al Vaticano II che non mi piace. Mi pare che ci troviamo di fronte ad una tappa di un cammino, di una Chiesa pellegrina nella Storia. Cerchiamo la pace senza idolatrarla. Valorizziamo i laici senza idolatrarli. Mi è piaciuta molto la rivoluzione copernicana – così è definita nell’intervista – di una Chiesa che è per il mondo, per la salvezza di tutti gli uomini. Una tappa, dicevo, importante cui seguiranno molte altre. Chissà quale direzione prenderà la Chiesa nei prossimi secoli? Il Vaticano II resterà un passaggi ineludibile per i cristiani di oggi e di domani. Facebook: AAnnibaleChiodi; Twitter: @AAnnibale.

Postato da aldo abenavoli il 04/10/2012 10:16

Personalmente penso esattamente il contrario di quanto affermato da brunoi. Il Concilio si è sforzato di trovare un ragionevole equilibrio fra impegno sociale e approfondimento spirituale, che devono fondersi e non essere contrapposti, lasciando alla responsabilità dei laici il compito di tradurre nella vita concreta gli insegnamenti del Vangelo, nel rispetto delle prerogative degli stati e delle idee dei non credenti e dei credenti in altre religioni. La ragione della fuga verso altre religioni deriva dal fatto che i principi del Concilio sono stati traditi o quanto meno volutamente dimenticati. Personalmente rifletto quotidianamente su questi aspetti tanto è vero che quotidiane o quasi sono le mie sternazioni sul blog di FC. unlaicoallaricercadellaverita.myblog.it

Postato da martinporres il 04/10/2012 08:28

Per brunoi: L'abbandono del sacedozio da parte di molti preti e della vita religiosa di numerosi religiosi e suore, non è stato dovuto al concilio, ma al contesto in cui erano immersi, che era quello di una società in rapido mutamento e quelle che fino ad allora erano considerate certezze venivano messe in rapida discussione. Molti venivano da una formazione in seminario pre conciliare e l' impatto con la realtà, anche quella delle comunità cristiane, era la causa di profonde crisi vocazionali.

Postato da brunoi il 03/10/2012 21:03

Senza dubbio il Concilio é stato una grazia per la Chiesa,ma nessuno puo' negare le distorsioni che ci sono state e che probabilmente sono state la causa dell'abbandono del sacerdozio da parte di tanti preti e della vita religiosa di numerosi Religiosi e Suore. Anche la crisi delle vocazioni e l'abbandono della pratica religiosa inizio' all'indomani del Concilio. Forse si é privilegiato troppo l'impegno sociale rispetto a quello spirituale,dimenticando che l'uomo non ha solo esigenze materiali,ma anche spirituali. Gli analisti ritengono che il passaggio di milioni di cattolici alle sette evangeliche in America latina sia dovuto proprio a questo.Ma anche in Europa si é verificato una fuga,soprattutto di giovani,dalle Chiese cristiane verso le religioni orientali. Sono cose su cui riflettere.

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