Gmg, il Vangelo riparte da Rio

A Castelgandolfo, Benedetto XVI commenta la recente Gmg di Madrid ("Una cascata di luce") e annuncia su quale passo biblico si rifletterà nella Gmg brasiliana, nel luglio 2013.

24/08/2011
Giovani brasiliani alla Gmg di Madrid. Dal 23 al 28 luglio 2013 tocca a Rio de Janeiro (foto: Severino Marcato).
Giovani brasiliani alla Gmg di Madrid. Dal 23 al 28 luglio 2013 tocca a Rio de Janeiro (foto: Severino Marcato).

Da Madrid a Rio. Ma sempre e comunque Gmg. Meglio: una Gmg nel segno dell'annuncio, dell'evangelizzazione. A Castelganodlfo il Papa volge lo sguardo su quel che è appena stato. E si spinge in là, a quel che sarà, annunciando ad esempio il tema - «Andate e fate discepoli tutti i popoli» (è il versetto 19 del capitolo 28 del testo di Matteo, " si tratta del mandato ricevuto da Gesù", ha precisato Benedetto XVI) - della Giornata mondiale della gioventù, il cui grande raduno internazionale sarà organizzato in Brasile, a Rio de Janeiro, appunto,  dal 23 al 28 luglio. Dall'annuncio ufficiale, fatto com'è noto a Madrid dallo stesso Pontefice, non si fa che parlare di quel che accadrà nella città carioca, una metropoli di oltre 6 milioni di abitanti.  Ecco le prime dichiarazioni rese a caldo a Famigliacristiana.it dall'arcivescovo di  Rio de Janeiro.



L'anno prossimo, la Gmg sarà celebrata a livello diocesano con il tema "Siate sempre lieti nel Signore". Nell'udienza del mercoledì, a Castelgandolfo, Benedetto XVI ha ripercorso i diversi momenti della Gmg di Madrid, che ha definito un evento di “gioia formidabile", "un’esperienza di fraternità, di incontro con il Signore, di condivisione e di crescita nella fede, una vera cascata di luce". Ha ricordato la bufera che si è abbattuta sull'aeroporto Cuatro Vientos la sera di sabato 20 agosto, mentre si celebrava la Veglia di preghiera. Ed ha notato come "i giovani non fossero per nulla intimoriti" da quell'improvviso nubifragio accompagnato da fortissime raffiche di vento, e siano rimasti “in silenzio e adorazione”.


Ho fatto l'esperienza del loro entusiasmo e del loro desiderio di orientarsi verso la verità più profonda, quella che Dio ci fa conoscere attraverso Cristo", ha aggiunto il Papa
, che sembrava particolarmente emozionato nel ricordare “i momenti così intensi” e “l’entusiasmo incontenibile: possano tutti questi giovani restare fedeli al loro impegno di radicare la loro vita in Lui" e diventare "lievito nella massa". Ai 4500 pellegrini presenti nel cortile della residenza estiva  il pontefice ha ricordato che alla Gmg di Madrid hanno partecipato circa 2 milioni di giovani da tutti i continenti.


Nel suo breve discorso, Benedetto XVI ha ringraziato nuovamente quanti hanno lavorato per l'organizzazione della Gmg e ha espresso "riconoscenza" alle autorità e alle istituzioni spagnole. "Non posso dimenticare la calorosa accoglienza che ho ricevuto dalle loro maestà, i reali di Spagna, come pure da tutto il Paese" ha sottolineato. Tra i diversi momenti vissuti nel suo straordinario viaggio in Spagna Benedetto XVI ha citato l'accoglienza ricevuta in Plaza de Cibeles con "entusiasmo incontenibile"; gli incontri con le giovani religiose e i giovani docenti universitari al monastero di El Escorial; la Via Crucis del venerdì sera. Quindi l'incontro nella Cattedrale di Madrid con i seminaristi, tra i quali c'erano alcuni che avevano sentito la chiamata in edizioni passate delle Gmg.


"Sono certo che anche a Madrid il Signore ha bussato alla porta del cuore di molti giovani perché lo seguano nel sacerdozio o nella vita religiosa", ha aggiunto, rinnovando la sua preghiera affinché "crescano le vocazioni al sacerdozio". "Porto nel cuore questi giorni come un grande dono" ha concluso. La Gmg di Madrid è stata "una stupenda manifestazione di fede per la Spagna e per il mondo, e per i giovani una occasione speciale per riflettere, dialogare, scambiarsi positive esperienze e pregare insieme e rinnovare l'impegno a radicare la propria vita in Cristo amico fedele. Continuo ad accompagnarli con la preghiera perché rimangano fedeli agli impegni assunti".

Alberto Chiara
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Postato da Celso Vassalini il 25/08/2011 15:01

La scelta del tema della Gmg 2011, “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede”, da questo punto di vista, è stata quanto mai profetica. C’è, fra la gente una sensazione sempre più avvertita di inadeguatezza, di mediocrità di tanta parte della classe dirigente dell’Europa e dell’Occidente di fronte ad una crisi economica che sta travolgendo, con i feticci della società dei consumi e l’esaltazione del mercato come modello assoluto e vincente, anche speranze, condizioni di vita, dignità di milioni di persone. Quel che sembra mancare, nell’affannosa ricerca di proteggere interessi nazionali o corporativi, lo si può cogliere in una frase di Antoine de Saint Exupery, recentemente citata dal teologo Bruno Forte: «Se vuoi costruire una nave - afferma lo scrittore – non radunare gli uomini per raccogliere il legno, distribuire i compiti e dare ordini, ma insegna loro la nostalgia del mare ampio ed infinito». E proprio questo sentimento, di orizzonti ampi e suggestivi nei quali collocare la fatica di ogni giorno e i possibili sacrifici, che oggi manca, e che non si riesce a cogliere nella adulterazione e polverizzazione dell’idea europea che si evidenzia nell’indeterminatezza, nelle chiusure e negli egoismi delle classi dirigenti del vecchio continente e nel penoso arrembare della politica alle mercè delle logiche spietate della speculazione e dei mercati. In questo avvilente grigiore, due grandi vecchi, ma giovani e fervidi nello spirito, hanno saputo indicare, nel loro spazio e per la loro responsabilità, ampiezza di orizzonti e percorsi ispirati alle ragioni alte della persona e del bene comune: il Papa Benedetto XVI ed il nostro Presidente della Repubblica. Il primo, il Papa, ha colto appieno la voglia di orizzonti ampi e puliti che muovono tanti giovani, come quelli accorsi in un numero così impressionante alle giornate di Madrid, e ha saputo indicare loro i contorni di una grande sfida, quella della costruzione di un nuovo umanesimo, dove la testimonianza cristiana, la convinzione della sacralità della persona, del suo itinerario che va oltre il terreno, siano le ragioni costitutive per una riscossa civile, dove la libertà e la dignità non debbano essere subordinate a qualunque egemonia, ivi compresa quella del profitto e delle sue fragili seduzioni. Le ragioni del successo di Benedetto XVI alla Gmg Oltre due milioni di giovani hanno gremito i luoghi delle celebrazioni presiedute da Benedetto XVI in cui l’emotività, innegabile, cede il posto alla riflessione, al raccoglimento, alla meditazione, al silenzio contemplativo. Basta rivedere le immagini della veglia che ha preceduto la giornata conclusiva per rendersene conto. Ed il merito di questo “dinamismo” non può non essere ascritto al magistero del Santo Padre, al suo essere “pastore” fino in fondo, indicando la strada e ricordando a tutti l’importanza della identità cristiana. Come l’albero senza radici viene trascinato via dal vento, così l’uomo, senza Dio, finisce vittima del relativismo e dell’edonismo. Ma l’assenza di verità e di punti di riferimento stabili non giova affatto, anzi produce smarrimento, senso di vuoto, priva la vita di ogni valore. Da Madrid è partito un messaggio di speranza che non può, e non deve, essere lasciato cadere nel vuoto. Ma le parole di Benedetto XVI e del Presidente Napolitano contengono anche un invito a rimboccarsi le maniche, ognuno nel proprio ambito. Se così non fosse la nostra Fede si ridurrebbe ad un elenco di “buone pratiche” o “virtù civili” sempre valide ad ogni latitudine e in ogni tempo. Il cristianesimo, per fortuna, è qualcosa di diverso e di molto più faticoso, che va oltre la recita delle preghiere e delle manifestazioni di devozione popolare che pure hanno una certa importanza: è impegno, abnegazione, spirito di sacrificio, coraggio di mettersi in gioco, dicendo cose che possono dispiacere alla moltitudine per restare fedeli alla verità. Ed è proprio questa la ragione per quale, a dispetto dei suoi duemila e più anni di storia. Sandro Pertini e Giorgio Napolitano umanamente profondamente rispettosi della libertà e con il Papa Giovanni Paolo II e il Papa Benedetto XVI, testimoni nell’amare profondamente i giovani. Futuro delle sorti del mondo. La crisi che sta attraversando il mondo è figlia dell’abbandono della dimensione etica. La grandezza di questo Papa si misura con la sua straordinaria capacità di interpretare la realtà e di indicare, con nettezza, la strada da seguire per invertire la rotta. Lo ha fatto nella “Caritas in veritate” quando ha delineato il rapporto tra economia ed etica: la prima rivolta a produrre ricchezza in condizioni di efficienza; la seconda diretta a dare un senso morale al comportamento dell’impresa nei confronti dei suoi interlocutori (dipendenti, finanziatori, fornitori, clienti, opinione pubblica, ecc.). Il Santo Padre ha sottolineato che «in questa crisi economica, come anche nella precedente, si vede cosa accade quando un’economia solo mercantile ha dimenticato l’etica». «C’è una responsabilità dell’Europa verso gli altri, le altre parti del mondo, per quelle che soffrono, hanno sete e fame e non hanno futuro». C’è, poi, una terza dimensione che è quella della responsabilità verso il futuro: «Sappiamo che dobbiamo proteggere il nostro pianeta, ma dobbiamo proteggere tutto sommato il funzionamento del lavoro per tutti e pensare che il domani è anche per l’oggi; se i giovani di oggi non trovano prospettive per la loro vita anche il nostro oggi è sbagliato». La Chiesa «con la sua dottrina sociale, con la sua dottrina sulla responsabilità, apre alla capacità di rinunciare al massimo del profitto e di vedere le cose nella dimensione umanistica e religiosa». Per Benedetto XVI «il grande numero di volontari che lavorano nelle nostre Città e in diverse parti del mondo non per sé ma per gli altri e trovano così il senso della propria vita dimostra che è possibile fare questo», ossia mirare ad «una educazione a questi grandi scopi come cerca di fare la Chiesa». Le Giornate mondiali della Gioventù rientrano proprio in questa dimensione educativa. Ecco perché bisogna «continuare le Gmg, questa ispirazione dovuta a Giovanni Paolo II, perché sono un segnale della presenza di Dio del mondo, danno ai cristiani il coraggio di essere credenti mentre spesso si sentono isolati». Le Gmg, infatti, «non possono essere «un fatto isolato» ma «fanno parte di un percorso, di una preparazione che è soprattutto spirituale nonostante ci siano anche tanti problemi tecnici». «La preparazione interiore - ha concluso il Papa - si ha mentre si cammina con gli altri verso Dio, si aprono le frontiere delle culture e si appianano i contrasti umani». Celso Vassalini

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