I valdesi e il “matrimonio” gay

Il teologo Giordano Muraro risponde a un lettore sul tema delle "nozze" tra persone omosessuali concesse dalla Chiesa valdese. Precisando tre interrogativi secondo la morale cattolica.

05/08/2011
Alcuni pastori della Chiesa valdese
Alcuni pastori della Chiesa valdese

Con riferimento alla notizia delle nozze gay concesse dai valdesi, domando che valore abbia questo “matrimonio” per mezzo del quale i due protagonisti, entrambi di fede protestante, hanno deciso di “sposarsi” e di ottenere la benedizione della loro unione dalla propria Chiesa, rivendicando «non un diritto ma un dono, un atto di grazia».
Pier Luigi G. – Perugia

La notizia fa nascere alcuni interrogativi. Ne ricordo tre.

1. Perché le persone omosessuali chiedono che il loro rapporto sia denominato “matrimonio”?

Matrimonio etimologicamente indica uno stato di vita in cui una donna diventa madre (matris munium). Come si può pensare che il rapporto affettivo tra due uomini realizzi questo fatto? Se poi usciamo dall’etimologia e cerchiamo il significato che viene dato dall’uso vediamo che per matrimonio si intende il rapporto affettivo tra un uomo e una donna, che si prendono cura l’uno dell’altro e procreano. Nel rapporto omosessuale ci può essere affetto e cura reciproca, ma non procreazione. E allora, perché denominare con lo stesso termine due esperienze così diverse? È come se si pretendesse di indicare con il termine “Barolo” ogni spremuta di uva, dicendo che sono tutti vino e non bisogna discriminarli, o come se si pretendesse di mettere in Formula uno una Seicento, dicendo che in fondo tutte hanno in comune il fatto di essere automobili. Si crea solo confusione, non solo verbale, ma nella realtà.


2. Perché le persone omosessuali chiedono che il loro rapporto abbia un riconoscimento giuridico e addirittura gli stessi diritti del matrimonio?

I cittadini hanno il diritto di creare tutti i rapporti che ritengono opportuni per la loro vita e per la loro crescita. Ma non possono pretendere che ogni rapporto a cui danno vita abbia un riconoscimento giuridico e fondi dei diritti. Si può pensare che il fondamento di questo diritto sia l’affetto e il fatto di prendersi cura l’uno dell’altro. Ma allora ogni rapporto affettivo con conseguente cura può pretendere questo riconoscimento: il rapporto tra due amici, il rapporto tra madre e figlio, tra nonno e nipote, tra fratello e sorella, tra badante e assistito. Si dirà: basta precisare che il rapporto non deve essere tra consanguinei e deve avere una certa stabilità e continuità. Ma non è sufficiente. Non possiamo dimenticare che oltre alla giustizia commutativa e legale esiste la giustizia distributiva. In forza della giustizia distributiva la società dopo avere assicurato a ogni cittadino il necessario per vivere e le condizioni per svilupparsi, deve concedere nuovi diritti in base all’apporto che ognuno dà alla formazione del bene comune. L’apporto al bene comune che dà il rapporto affettivo e di cura di due persone omosessuali è molto diverso dall’apporto che danno un uomo e una donna legati stabilmente da un rapporto affettivo. La diversità è data da molti fattori, ma in particolare dalla procreazione-educazione dei figli, che è un bene incomparabile per la vita e lo sviluppo della società. Per questo un eventuale riconoscimento del rapporto affettivo e di cura tra due persone omosessuali non può avere da parte della società lo stesso riconoscimento che viene dato al rapporto eterosessuale. È ingiusto dare lo stesso ai diversi.


3. Perché le persone omosessuali chiedono un riconoscimento religioso del loro rapporto?

Anzitutto ricordiamo che la benedizione di cui parlano i valdesi non è un sacramento (cioè un fatto che rende l’uomo e la donna partecipi della stessa vita di Dio), ma è una semplice invocazione che l’uomo rivolge a Dio perché Dio sia benevolente nei suoi confronti e lo assista in quello che sta facendo. Ora se due persone omosessuali stabiliscono tra loro un rapporto di amicizia e cura, possono chiedere che quello stato di vita venga benedetto. Ma se stabiliscono tra loro un rapporto “more uxorio” allora devono spiegare come sia possibile che venga benedetto un rapporto che viene condannato esplicitamente da Dio. Né si dica che la parola di Dio riportata nell’Antico e Nuovo Testamento sono espressioni legate a una cultura e non hanno un carattere di assolutezza. È una spiegazione troppo semplicistica che non spiega nulla. È vero che si possono fare delle distinzioni e affermare – per esempio – che non si benedice lo stato di vita, ma le persone che vivono quel rapporto perché con l’aiuto di Dio lo vivano in modo coerente con la sua Parola. Ma in questo caso non si vede perché questa invocazione debba avere il carattere di un riconoscimento pubblico da parte della comunità. Concludendo Mi sembra che le persone omosessuali debbano deporre quella pigrizia che li induce a prendere dal rapporto eterosessuale terminologia, contenuti, richieste che non sono applicabili alla loro esperienza affettiva. Si creino un linguaggio e facciano delle proposte per il loro stato di vita proporzionato a quello che sono e a quello che fanno. In ogni esperienza umana bisogna partire da quello che è, e non da quello che si pretende che sia.

Giordano Muraro
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Postato da SANDRA66 il 18/05/2012 11:21

sinceramente sono perplessa da alcune dichiarazioni di padre G. Muraro, soprattutto quando dice che la coppia eterosessuale è più ricca di quella omosessuale: io credo che i sentimenti e gli stati d'animo sono soggettivi, non credo stia a Lei giudicare cosa sia più ricco o meno e tantomento mettere a pragaone una coppia e l'altra (etero e omo), io credo che sostenere la famiglia uomo-donna non significa non poter concedere alcuni benefici anche a loro: perchè due persone non possono amarsi sol perchè sono dello stesso sesso?

Postato da giusgott il 19/02/2012 10:37

L'omosessuale inteso come entità a se stante non esiste. Non si possono dividere le persone in eterosessuali ed omosessuali. Sono divisioni arbitrarie entrate a far parte di un modo di pensare che non ha nulla di reale. In natura c'è l'essere maschile e l'essere femminile. Essi sono immediatamente distinguibili ed hanno una loro precisa ragione di essere. Poi ci sono uomini e donne che si dedicano a molte pratiche di tipo sessuale diverso tra le quali c'è anche l'omosessualità.

Postato da gente il 17/01/2012 22:48

L'omosessulità una malattia!? Siete pazzi!

Postato da dino avanzi il 28/09/2011 13:27

Vade retro, Vendoladi Massimo Introvigne28-09-2011 Nello scorso week-end Nichi Vendola, governatore della Regione Puglia e, se la sinistra facesse le primarie, tra i più probabili candidati di quello schieramento alla presidenza del Consiglio, ha partecipato alla convention a Roma dei circoli Nuova Italia che fanno capo al sindaco di Roma Gianni Alemanno. Ero presente, invitato a parlare di politica estera. Ho trovato molto interessanti gli applausi reiterati a Vendola, ogni volta che il politico pugliese si è lanciato in battute contro la «casta» e i «ricchi» da parte di un pubblico di destra che evidentemente condivide il clima di esasperazione che ormai domina nel Paese. Mi ha colpito, però, un passaggio del discorso di Vendola, esplicitamente rivolto ai cattolici e ai vescovi. Vendola, come tutti sanno, è dichiaratamente omosessuale e favorevole al riconoscimento giuridico delle unioni tra persone dello stesso sesso, così com'è favorevole alla sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione per malati che si trovino nella situazione di Eluana Englaro. Orbene, Vendola ha rievocato una grande sconfitta del suo schieramento, il Family Day, chiedendosi retoricamente dove sono oggi quei militanti,quelle associazioni cattoliche e quelle famiglie. Probabilmente, ha detto, stanno maledicendo il governo Berlusconi di cui con quella manifestazione hanno favorito la nascita per avere tagliato i fondi alle loro associazioni e al loro volontariato, nonché - attraverso l'ultima manovra - alle stesse famiglie. «Chiedetevi - ha detto Vendola - che cosa preferiscono davvero oggi quei movimenti e quelle famiglie. Preferiscono ritrovarsi senza fondi e senza aiuti, ma con la magra soddisfazione di sapere che modelli di famiglia e di diritti diversi dal loro in Italia non sono riconosciuti, oppure preferirebbero un altro governo, che da una parte dia spazio ai nuovi diritti ma dall'altra faccia arrivare alle famiglie e al volontariato i fondi di cui hanno bisogno?“. Premesso che «nuovi diritti» è un nome in codice per il riconoscimento delle unioni omosessuali e della possibilità di sospendere l'alimentazione e l'idratazione dei malati alla Eluana, la domanda di Vendola ha una versione bastone e una versione carota. La versione bastone suona così: cari cattolici, cari vescovi, quando saremo al governo noi state attenti a non opporvi all'eutanasia e al matrimonio omosessuale perché potremmo colpirvi dove fa più male, togliendovi le esenzioni fiscali e strangolando economicamente le vostre associazioni e le vostre scuole. In tanti Paesi il laicismo ha fatto così. Bisogna riconoscere che - benché la versione bastone in questi casi sia sempre implicitamente sullo sfondo - Vendola per ora ha usato la versione carota, proponendo un baratto. Con un prossimo governo del dopo-Berlusconi, magari proprio un governo Vendola, voi - vescovi e cattolici - impegnatevi a non disturbare il manovratore sul tema «nuovi diritti». In cambio ci dimenticheremo dei proclami bellicosi sull'ICI da far pagare alla Chiesa e daremo anche qualche soldino al volontariato e alle famiglie. La proposta indecente di Vendola richiede due diverse risposte. La prima richiama ancora una volta alla questione dei principi non negoziabili. Per quanto siamo affezionati al quoziente familiare, la vita e la famiglia vengono prima. Il Papa lo ricorda tutti i giorni, e sarebbe bene che a scanso di equivoci lo ricordassero pubblicamente anche i vescovi italiani direttamente chiamati in causa dal governatore della Puglia. La seconda risposta l'ha data il Papa in Germania. La Chiesa Cattolica protesta contro le ingiustizie di chi le ruba beni materiali legittimamente acquisiti, ma teme di più chi le vuole rubare l'anima. E non accetta baratti che «annacquino» la verità. Nella storia, per quanto malintenzionato e ingiusto fosse chi la spogliava dei beni materiali, queste spoliazioni - ha detto il Papa a Friburgo - «significarono ogni volta una profonda liberazione della Chiesa da forme di mondanità: essa si spogliava, per così dire, della sua ricchezza terrena e tornava ad abbracciare pienamente la sua povertà terrena. Con ciò, la Chiesa condivideva il destino della tribù di Levi che, secondo l’affermazione dell’Antico Testamento, era la sola tribù in Israele che non possedeva un patrimonio terreno, ma, come parte di eredità, aveva preso in sorte esclusivamente Dio stesso, la sua parola e i suoi segni. Con tale tribù, la Chiesa condivideva in quei momenti storici l’esigenza di una povertà che si apriva verso il mondo, per distaccarsi dai suoi legami materiali, e così anche il suo agire missionario tornava ad essere credibile». Il Papa certamente non pensava a Vendola. Ma qui si trovano anche i principi per rispondere alla sua proposta tecnicamente irricevibile. La Chiesa non fa compromessi. Come ha detto ancora il Papa a Erfurt, ai protestanti, «la fede dei cristiani non si basa su una ponderazione dei nostri vantaggi e svantaggi. Una fede autocostruita è priva di valore. La fede non è una cosa che noi escogitiamo o concordiamo. È il fondamento su cui viviamo». Vade retro, Vendola.

Postato da folgore il 23/08/2011 15:58

Vedi Salis, Vicario significa solo che ne fa le veci. Dottrinalmente per la Chiesa cattolica è così e pertanto non capisco tutta la confusione che fai. Lo era Alessandro VI°? Certo, per il fatto che venne nominato Papa. Ovvio che poi la sua situazione morale (su cui decide Iddio e non io) sono altra cosa. Poi se vuoi farne una questione di puntiglio, beh se vuoi Papa Ratzinger lo possiamo chiamare, alla veneta, Bepi....ma il fatto rimane lo stesso.

Postato da Andrea Annibale il 23/08/2011 01:01

Una benedizione non costa nulla e poi sai che goduria per i Valdesi andare contro il cattolicesimo! A Torino si dice “bastian contrario” e indica una persona che, il per il gusto di contraddirti, ti dà torto qualunque cosa tu dica o faccia. L’unica cosa che si capisce è che l’omosessualità è un mistero che va rispettato. Benedirlo non capisco sinceramente cosa significhi. Benedire per me significa confermare che qualcosa è conforme ai piani di Dio. Qui devono parlare i teologi. A me sembra che l’atto sessuale sia contrario alla Bibbia (1Corinzi 6, 10). Certo, tutto è possibile a Dio, altrimenti nessuno si salverebbe (Matteo, 19,26; Luca, 18, 27). Pace agli omosessuali, comunque. Ecco il senso della benedizione. Trovino la pace e perseverino nella fede. Forse in questo senso la benedizione ha un significato anche profondo: che la loro vita non sia un segno di maledizione ed un inferno.

Postato da Franco Salis il 12/08/2011 11:26

@ giogo il 08/08/2011 12.08 Una piccola precisazione. Caso mai sarebbe tornare indietro solo al 1982(anno più anno meno) data in cui OMS ha cancellato la omosessualità dall’elenco malattie. Lascio alla tua immaginazione il perché. Ma scusa ti ho parlato di una malattia non invalidante,il che significa che l’omosessuale conserva tutte le sue capacità cognitive ad eccezione dell’ orientamento sessuale. Mi pare che si possano citare esempi a iosa di persone che si proclamano omosessuali e che sono di una levatura non indifferente. Quanto alla prova, è scientificamente provato,qualunque genetista che non sia omosessuale pure lui te lo può confermare. In secondo luogo la malattia non può e non deve essere motivo di scherno per il portatore. Ma non per questo si deve negare l’esistenza della malattia Per l’affossamento della legge contro l’omofobia ti rimando alle spiegazioni rese da Buttiglione.Ciao

Postato da Franco Salis il 12/08/2011 11:21

@ folgore il 08/08/2011 15.32 Mi scuso se ti rispondo con un po’ di ritardo,ma qualche volte certi interventi mi sfuggono. Hai citato due “numeri”.Il primo 882 non mi sembra ci sia molto da discutere se non la nota di carattere generale che segue che segue. Il 405 è il numero in cui appare l’espressione “Vicario di Cristo”. Allora sia il catechismo che ,peggio,il codice di diritto canonico,fatti salvi i riferimenti alla Sacre Scritture, sono strumenti di satana. Perché essendo “legge” non fatta da Dio o da Gesù sono esercizio di potere per il potere che Gesù disconosce. Di qui la bestemmia. Si bestemmia anche quando si dice “santo Padre” all’indirizzo del Papa . Il potere quando non viene esercitato come servizio,è opera del nemico. Ribadisco quanto da me detto l’ 08/08/2011- 08.32:anche Alessandro VI è stato vicario di Cristo? Non ti pare questa una bestemmia?C’è bisogno di un codice per sancire che chi commette reato di apostasia o eresia non viene buttato fuori dalla Chiesa ma si colloca esso stesso fuori della chiesa. Per quanto riguarda lo stesso “valore dell’obbedienza” di cui si fa abbondantemente abuso,lo stesso Papa parlando ai sacerdoti ha precisato che l' obbedienza è riservata a Dio. I rapporti fra cristiani ce li ha spiegati Gesù ,che non parla di buttar fuori nessuno,anzi lo vieta. Altra cosa è dotarsi di uno strumento pedagogico. Cosa del tutto diversa è il diritto ecclesiastico perché stabilisce le “regole” fra due stati indipendenti. Mi pare ovvio,anzi a maggior ragione,che puoi continuare a pensare come vuoi,e lo stesso dicasi per aldo abenavoli Ciao

Postato da aldo abenavoli il 08/08/2011 19:57

Non vorrei abusare della pazienza della redazione di Famiglia Crsistiana ma, visto che il tema è di cruciale importanza, mi sembra doverosa una risposta alla domanda del signor Dino Avanzi il quale si chiede se fossero stati approvati i DICO le organizzazzioni omosessuali avrebbero rinunciato alla richiesta di un matrimonio civile o alla eventuale benedizione della Chiesa Valdese. Quanto alla benedizione della Chiesa Valdese la risposta è no anche se, con tutto rispetto per i valdesi, come cattolico, non sono coinvolto più di tanto dalla dottrina di una Chiesa che non è la mia. Quanto alla prima domanda la risposta è sicuramente si. Infatti gli omosessuali, sia pure obtorto collo, si erano dichiarati disponibili a rinunciare all'obiettivo primario del matrimonio a condizione che fosse stato riconosciuto il loro status e i conseguenti diritti. Ora che i Dico sono saltati è ovvio che la richiesta del matrimonio ritorna prioritaria. Con quali strumenti. Forse con una modifica della Costituzione che non è faccenda di mesi ma neanche di anni.

Postato da ironyman il 08/08/2011 18:48

Beh anche per me parlare della omosessualità come di una malattia pare un eccesso che purtroppo può indurre ad atteggiamenti discriminanti anche se sicuramente non era questo l’intento di Franco. Sta di fatto che è un pregiudizio difficile da superare pur se privo di qualunque valenza scientifica. Sulla questione del matrimonio mi sembra assurdo fare delle battaglie ideologiche in un’epoca attraversata da drammi che al solo pensiero vien da rabbrividire. Non condivido l’impostazione puramente nominalistica dell’articolista. Si tratta però di trovare una formula nuova, il nome mi sembra sinceramente l’ultima delle questioni, in modo da riconoscere una serie di diritti sacrosanti anche a persone che non condividono la nostra idea di sessualità senza offendere il sentimento religioso di chiunque.

Postato da folgore il 08/08/2011 15:32

Il Papa Vicario di Cristo una bestemmia? Sai io in questo allora "bestemmio" sempre dicendolo e anche il catechismo della Chiesa cattolica con me: 882 Il Papa, Vescovo di Roma e Successore di san Pietro, « è il perpetuo e visibile principio e fondamento dell'unità sia dei Vescovi sia della moltitudine dei fedeli ».405 « Infatti il Romano Pontefice, in virtù del suo ufficio di Vicario di Cristo e di Pastore di tutta la Chiesa, ha sulla Chiesa la potestà piena, suprema e universale, che può sempre esercitare liberamente ». http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p123a9p4_it.htm

Postato da giogo il 08/08/2011 12:08

Non sono d'accordo con l'articolista sopratutto sul paragrafo 2..."<<per un eventuale riconoscimento del rapporto affettivo e di cura tra 2 persone omosessuali non può avere dalla società lo stesso riconoscimento che viene dato ad un rapporto eterosessuale.=è ingiusto dare lo stesso ai diversi= Parole da un teologo MOLTO DURE. Per Salis parlare ancora di "malattia" mi par di ritornare indietro di un paio di secoli...io la chiamerei una svista della natura...un qualcosa di incolpevole-tormento per la persona (che gli facciamo gli antibiotici? farmaci immunitari? psicofarmaci? terapie di gruppo? psicoterapie?o elettrosciok? ultima risorsa una buona dose di bastonature?) visto anche le umiliazioni-persecuzioni e le uccisioni subite nei secoli e anche a tutt'oggi, da ultima l'affossamento della legge contro l'omofobia da parte della maggioranza e altri parlamentari nostrani? Per quel che riguarda l'ostentazione e l'orgoglio (deprecabilissimi) il "non capirli" vuol dire non comprendere la rivalsa a tutta una serie di innumerevoli derisioni, emarginazioni, bastonature e l'elenco sarebbe lungo...bisogna avere l'umiltà di leggere-informarsi (anche se si è eruditi) al fine di "poter dare lo stesso ai diversi, ma non ammalati". Saluti

Postato da Franco Salis il 08/08/2011 08:32

@ aldovando Mi sono andato a rileggere il disegno di legge “DICO” affossato per “indebita ingerenza” della gerarchia ecclesiastica. Forse la mia scarsa dimestichezza in fatto di diritto, non mi ha consentito di rilevare un solo presunto diritto che non sia conseguibile facendo riferimento al diritto privato. Quindi i diritti inviolabili delle persone,che in quanto preesistenti allo stato, devono essere riconosciuti, sono fatti salvi senza i “DICO”.Quindi la Costituzione non è stata violata. Quanto alla “indebita ingerenza “ dell’autorità ecclesiastica” non riesco a capire una cosa .A suo tempo L’autorità ecclesiastica intervenne per evitare il divorzio,eppure il divorzio fu fatto,si fece il referendum e il quesito non fu accolto. Si propose la legge sull’aborto, le “ingerenze” si fecero più pressanti di prima e la legge fu fatta. Si fece il referendum e l’esito fu negativo. Ma allora le ingerenze non contano nulla? Dire che il Papa e i vescovi sono i vicari di Cristo e degli apostoli è una bestemmia,per il fatto che sono nati partecipi del peccato a differenza solo di Gesù e di Sua e nostra Madre Maria.Io vedo,ma ancora non ho comprato i nuovi occhiali che mi ha ordinato l’oculista, Gesù nel migrante buttato a mare. Anche Papa Alessandro VI è stato vicario di Cristo? Perché non ci limitiamo a parlare di “successione” di Pietro,e nonostante la speciale protezione dello Spirito Santo, riconoscere che qualche volta il maligno ha,momentaneamente,il sopravento?Ciao

Postato da dino avanzi il 08/08/2011 02:25

Sig. Abenavoli,in un suo precedente intervento si appella a una “semplice” modifica della Costituzione, quando sicuramente Lei meglio di me saprà che la Costituzione attualmente in vigore è rigida, ovvero per essere modificata occorre un percorso legislativo che prevede tempi non brevi(non sto qui a soffermarmi sulle singole procedure poiché andrei fuori tema). Come Lei giustamente sostiene, la nostra Costituzione si basa sul principio di eguaglianza e di non discriminazione, ma io non la farei una questione di discriminazione, poiché valuto un rapporto tra uomo e donna una situazione completamente differente ad un rapporto tra persone dello stesso sesso. Senza entrare in maniera approfondita nel dibattito sui DICO, poiché non è questo l’oggetto di discussione, Lei ritiene che se fossero stati approvati i DICO le organizzazzioni omosessuali avrebbero rinunciato alla richiesta di un matrimonio civile o alla eventuale benedizione della Chiesa Valdese ? Personalmente ritengo di no.

Postato da aldo abenavoli il 07/08/2011 18:46

Per rispondere a Dino Avanzi vorrei precisare che, in quanto cattolico, non sono interessato alla posizione della chiesa valdese ma a difendere quella chiesa che vede nel Papa il vicario di Cristo e nei vescovi i successori degli apostoli. Quanto agli omosessuali ribadisco il pieno diritto della chiesa e dello stato a considerare il matrimonio tra gli omosessuali come contrario alla dottrina cristiana e alla costituzione italiana . Ribadisco tuttavia che la stessa costituzione, sulla base del principio di eguaglianza e di non discriminazione, “impone” di riconoscere alle coppie omosessuali non gli stessi diritti dei coniugi ma almeno un minimo di diritti elementari connaturati al loro status. E’quello che si proponeva appunto la proposta sui Dico che è stata affossata grazie al veto della gerarchia ecclesiastica. Errore storico che rischia di determinare per reazione un risultato non voluto neanche dai promotori del disegno di legge: la parificazione completa dal punto di vista giuridico delle coppie etero con quelle omosessuali. Errore che, infine, rischia di minare completamente la credibilità della religione cattolica.

Postato da dino avanzi il 06/08/2011 17:54

Sig. Abenavoli, la benedizione della coppia formata da due uomini, da parte della Chiesa Valdese di Milano, mette a nudo le contraddizzioni della Chiesa Valdese su questo tema e le contraddizzioni delle organizzazzioni omossessuali il cui vero obiettivo è relativizzare tutti i tipi di unione. Il matrimonio è la massima sintesi della diversità in una relazione a due. Per cui quello che manca tra due donne o due uomini è la complementarietà e per questo non si può definire matrimonio.

Postato da aldo abenavoli il 06/08/2011 15:33

Il tema del matrimonio tra persone omosessuali e il suo riconoscimento da parte della Chiesa Valdese mette a nudo tutte le contraddizioni della posizione della Chiesa cattolica su questo tema. Se infatti è vero che la famiglia secondo la religione cattolica e la costituzione italina è un istituto fondato sulla relazione tra uomo e donna, non si vede per quale motivo la gerarchia ecclesiatica si è oppopsta tenacemente alla proposta di legge sui Dico con la quale, in ottemperanza ad un preciso obbligo della Costituzione, la cui interpretazione detto per inciso non spetta al teologo ma al giudice, si era inteso di riconoscere alle coppie di fatto ,anche omosessuali, alcuni elementari e direi banali diritti. Ora la frittata è fatta e la strada verso la introduzione del matrimonio nel nostro paese spianata. Basta una semplice modifica della costituzione e il gioco è fatto. Tutto questo perché la chiesa invece di perseguire il compito di annunciare e testimoniare il vangelo, si ostina a dettare la agenda al legislatore. Il rischio, come ho avuto occasione più di una volta di affermare, è quello di una lenta e progressiva estinzione.

Postato da Franco Salis il 05/08/2011 19:42

Non voglio fare il processo alle intenzioni, tanto più che il fatto è avvenuto,ma a me sembra che la Chiesa Valdese con quest’atto abbia voluto mettere insieme una strategia per adescare adepti:visto che la chiesa cattolica ci “condanna”, cosa non veritiera,allora ci convertiamo alla chiesa valdese. Lo stesso ragionamento potrebbero farlo i divorziati nei confronti degli ortodossi che riconoscono il divorzio in caso di impudicizia. Cioè stiamo riducendo la religione a un fatto mercantile. Mi ero già espresso in argomento affermando che le persone omosessuali possono avere i diritti reclamati attraverso il diritto privato. Nomina di un referente per le visite ospedaliere e avere notizie sul decorso della malattia,successione con atto notarile e accesso ai benefici fiscali e altro per effetto della condivisione di quel bene per es.esempio la casa in due persone o più person ,così come godono o dovrebbero godere due fratelli e sorella o estranei,indipendentemente dal loro orientamento sessuale. Una sorta insomma di cooperativa e via dicendo. Un tempo il riconoscimento poteva essere un modo per non sentirsi emarginati,ma oggi che sono invece “orgogliosi” non capisco perché. Il fatto è che si tratta di malattia sebbene non invalidante, e ciò è stato abbondantemente dimostrato,ma l’OMS ha cancellato questa malattia dall’elenco e adesso sei “discriminatore” se ne fai riferimento,quasi che tutte le malattia non abbiano di per sé diritto al rispetto della persona portatrice.E' vero purtroppo che ancora oggi vi è lo stigma per esempio per le malattie mentali e qualche "pazzo psichiatra" afferma che la malattia mentale non esiste Il fatto.Quasi che basti negare la malattia per esorcizzarla. La pastorale delle persone omosessuali è partita molto in ritardo,rispetto alla formulazione teorica del rispetto di queste persone e adesso se ne paga il conto. Però perché spendere tempo in questi problemi,quando più impellenti sono quelli relativi al matrimonio etero si, ma tagliato e non aperto alla procreazione? Perché mettere la testa sotto la sabbia davanti al sacrilegio di mentire davanti all’altare e rispondere si alla domanda : “siete disposti ad accettare tutti i figli che il Signore vi vorrà mandare”? quando i nubendi hanno già deciso di non aver figli e hanno già sperimentato tutti i mezzi che la scienza mette loro a disposizione? Ciao

Postato da dino avanzi il 05/08/2011 06:54

Consiglio ai valdesi di non mettersi alla ruota di modelli perdenti: altre denominazioni protestanti hanno praticato “aperture” del genere e si sono ridotte al lumicino, banchi vuoti e sermoni ai muri.

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