Siamo alla manipolazione genetica?

07/06/2010

Dopo la creazione del batterio artificiale ad opera degli scienziati Venter e Smith, quali prospettive per l’ingegneria genetica? Si arriverà all’essere umano artificiale?

L’ingegneria genetica (o altrimenti detta manipolazione genetica) si accompagna al timore che, in laboratorio, si arrivi a costruire l’essere umano su misura. Dalla produzione artificiale dell’organismo più piccolo (batterio) non si passerà forse a organismi superiori fino all’essere umano?

    Un simile traguardo, data la complessità dell’operazione, non appartiene forse alla fantascienza? In ogni caso, considerare pregiudizialmente l’ingegneria genetica nell’orizzonte dell’homunculus è una sommaria semplificazione che impedisce una valutazione oggettiva, in negativo o in positivo, sulle singole e concrete questioni.

    È una semplificazione che conduce a disconoscere i tentativi di rendere possibile la correzione dell'anomalia genetica e dare, così, contenuto alla speranza di centinaia di migliaia di persone portatrici di handicap genetico. Il fine buono, tuttavia, non giustifica la sperimentazione sull’embrione che coincide con la sua distruzione. Il progresso non è più tale se avanza a danno di qualche altro soggetto.

    Anche nell’ambito vegetale e animale, si pongono seri problemi etici. La produzione di piante e di animali in laboratorio, se realizzata su larga scala, impoverisce la biodiversità, riduce il patrimonio genetico e conduce all'uniformità genetica. La salvaguardia dell'ambiente naturale e il rispetto dell’animale sono altrettanti criteri alla base di un’etica dell’ingegneria genetica, in opposizione a un comportamento che è tentato di piegarsi ai grandi interessi economici e finanziari delle multinazionali.

    In breve, non si tratta di demonizzare, per principio, l’ingegneria genetica e gli uomini e donne di scienza che vi dedicano energie e risorse. È necessaria, invece, la consapevolezza che le conoscenze delle moderne discipline biochimiche e biologiche, che si basano sulla comprensione dei meccanismi cellulari più intimi, offrono all’umanità uno straordinario potere, capace di segnare, in bene o in male, il futuro umano e cosmico.

    È ormai evidente che l’avanzamento irreversibile dell’ingegneria genetica pone in termini nuovi il rapporto uomo-natura. Si richiede che il grande potere della scienza biologica e genetica sia guidato dal grande potere dell’etica che ha, nella dignità della persona e dei suoi diritti, un irrinunciabile punto di partenza e di arrivo. L’uomo e la donna di scienza acquistano credibilità pubblica nella misura in cui abbandonano la mentalità illusoria di farsi creatori onnipotenti e alternativi alla natura.

    In controtendenza, è bene che coltivino una mentalità e un linguaggio che manifesta servizio alla natura (esterna e interna) per migliorarla e perfezionarla secondo un ordine naturale costruttivo. Per questo non basta la scienza, occorre anche la sapienza.

Luigi Lorenzetti
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