02/06/2012
Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia accoglie Benedetto XVI sul grato del Duomo (foto Corbis).
Agli amici racconta divertito
che ha telefonato in Curia
per ben tre volte. «Non credevano
davvero che fossi il sindaco,
pensavano allo scherzo di un
buontempone». Ma alla fine gli
hanno creduto. E così anche il sindaco
di Milano Giuliano Pisapia
ha potuto accogliere una famiglia
in casa. Come tanti, lui e la moglie Cinzia lo hanno saputo all’ultimo
momento. Gente fortunata, perché
la “first sciura”, giornalista, è molto
brava ai fornelli.
All’arrivo Pisapia
e moglie hanno consegnato ai loro
ospiti le chiavi di casa: assoluta libertà
di entrata e di uscita, in modo
da poter partecipare a tutti gli eventi
che vogliono. «Ma abbiamo pensato
anche a momenti conviviali, di
scambio di esperienze. Facciamo ad
esempio la colazione tutti insieme
tutti i giorni», spiega il primo cittadino
milanese.
La decisione dei coniugi Pisapia
era stata presa all’indomani del
rinnovato appello di monsignor
Erminio De Scalzi, responsabile
della Fondazione organizzatrice
dell’evento, per l’accoglienza ai pellegrini:
un milione gli arrivi previsti
nell’arco di una settimana, centomila
le famiglie che si sperava di
mobilitare per ospitarli, diecimila
le richieste di pass per la Messa del
Papa arrivate in un solo giorno. Il
gesto del primo cittadino, per quanto
attivato a titolo privato, è teso
anche a dare l’esempio di una città
accogliente, aperta, solidale.
I coniugi Pisapia non hanno posto
condizioni particolari sulle caratteristiche
della famiglia. È stata
decisa come tutte le altre, dopo che
tutte le parrocchie della diocesi avevano
ultimato la raccolta delle disponibilità
dei propri parrocchiani.
«Sono stato io», ha spiegato il sindaco,
«a chiedere a tutti i milanesi
di ospitare le famiglie bisognose
che non erano in grado di pagarsi
il soggiorno. È chiaro che dovevo
dare per primo l’esempio. Un’esperienza
bella e coinvolgente».
Francesco Anfossi