Ancona, un popolo testimone

Un popolo gioioso e desideroso di testimoniare la propria fede si è radunato ad Ancona per il 25° Congresso eucaristico. Gli interventi del cardinale Bagnasco e di monsignor Crociata.

04/09/2011

«La liturgia cattolica non è rito nazionale, ma raduna un popolo incerto». In sintesi estrema, il professor Andrea Riccardi è andato con questa frase al cuore dell’evento che per dieci giorni porta la diocesi di Ancona al centro della Chiesa italiana.

     Un popolo gioioso e desideroso di pregare e di testimoniare la propria fede si è infatti dato appuntamento qui per il 25° Congresso eucaristico nazionale, che si concluderà domenica 11 settembre con la visita di Benedetto XVI. «Signore da chi andremo?», la retorica domanda dell’apostolo Pietro, è il tema posto a fondamento delle decine di riflessioni e di incontri che costellano il programma.

     E accogliendo nel porto di Ancona il Legato pontificio, il cardinale Giovanni Battista Re, l’arcivescovo diocesano Edoardo Menichelli ha sottolineato che «in ogni città di mare, il porto è luogo di passaggio, di lavoro, di incontro e di scambio; è luogo in cui si incrociano i dialetti dei popoli, le loro storie cariche di attese e di speranze, di inquietudini e di paure in cerca di un approdo sicuro. A fronte di questa umanità ci risulta ancora più facile sentirci contemporanei dei commercianti e dei pescatori di Cafarnao, fra le cui reti è rimasta impigliata la Parola, il suo proporsi come pane della vita».

     I 150 anni di unificazione nazionale che si stanno festeggiando in Italia hanno offerto al cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, lo spunto per affermare l’importanza di «esplicitare la forza rigenerante dell’Eucaristia, che ha contribuito a plasmare l’identità profonda del nostro popolo ben prima della sua stessa identità politica». Una coincidenza significativa anche per Riccardi, che ha offerto un rapido ma qualificato affresco sul rapporto Chiesa-Stato in questo secolo e mezzo.

     In serata l’incontro di preghiera, presieduto dal segretario generale della Cei monsignor Mariano Crociata, con la lectio proposta da padre Ermes Ronchi, ha riunito numerosi fedeli che, all’interno della Mole Vanvitelliana, hanno successivamente partecipato all’evento organizzato dalla Pastorale giovanile marchigiana.

Saverio Gaeta
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Postato da Andrea Annibale il 04/09/2011 13:47

La partecipazione alla eucarestia è una realtà ed una scommessa allo stesso tempo, un po’ come lo sposarsi. E’ uno sposarsi con Cristo. Cosa significa per me personalmente l’eucarestia quotidiana? Da un lato è una certezza: siamo rinnovati nell’amore di Cristo, pegno di salvezza, rinascita nello Spirito Santo. Ma è anche una scommessa che può essere persa, perché, come nel matrimonio, ci impegniamo a seguire Cristo nella buona e nella cattiva sorte. Sto pensando ai tanti martiri che hanno seguito Dio nella cattiva sorte o anche solo ai tanti perseguitati che nei Paesi soprattutto non cristiani soffrono per la loro fede, imprigionati, “rieducati”, non tollerati, emarginati, esclusi, eccetera. Vorrei anche introdurre, in relazione alla santissima eucarestia, il tema della sconfitta di Dio che è un seguire Dio nella cattiva sorte. Ma come, si dirà, stai bestemmiando: come puoi dire che Dio può essere sconfitto, che Dio può perdere? Certo, nel cielo San Michele arcangelo ha vinto i ribelli ed il diavolo sarà gettato nella fornace ardente come dice l’Apocalisse. Non mi riferisco ad un confronto diretto tra Dio e Satana dove è chiaro, è assiomatico che Dio vince sempre. Mi riferisco a quella scommessa che Dio fa sugli uomini e che può essere persa, soprattutto alla scommessa che Dio fa sui credenti, tramite la santissima eucarestia. Penso che, per causa dell’uomo, anche per causa di molti credenti, ad Auschwitz Dio abbia perso. Ecco come vedo i campi di sterminio nazista soprattutto e tante altre tragedie dell’umanità: come una sconfitta di Dio, nella cattiva sorte, per causa dell’uomo. L’eucarestia sia dunque pegno di una vita veramente santa e di un futuro migliore, perché l’uomo possa dire “ho fatto vincere Dio nella mia vita, ho vinto con Dio nella mia vita”. Twitter: @AAnnibale; Facebook: Andrea Annibale Chiodi

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