Annunciare Dio al supermercato

Famiglie, suore e frati. Nuove forme di evangelizzazione in un ipermercato a Chieri (To). L'iniziativa è di Incontrinsieme, una realtà nata nel 2005 per rilanciare la vita cristiana.

23/09/2012
Tutte le fotografie di questo servizio, copertina inclusa, sono di Paolo Siccardi/Sync.
Tutte le fotografie di questo servizio, copertina inclusa, sono di Paolo Siccardi/Sync.

Succedeva nell'agorà di Atene, il centro politico, economico e commerciale della città. Continua a succedere nelle agorà contemporanee. Cambiano forme, scenari e protagonisti, non cambia la sostanza. Oggi come agli inizi della Chiesa c'è chi sceglie di portare il Vangelo in mezzo alla gente. Senza paura di confrontarsi con luoghi insoliti e facce nuove, magari diffidenti o apparentemente lontane. Perché allora stupirsi tanto nel vedere frati e suore tra i carrelli di un ipermercato?


Siamo a Chieri (alle porte di Torino), davanti al centro commerciale Il Gialdo, una gigantesca cittadella dello shopping che conta circa 80 negozi. Potrebbe essere un normale sabato di compere, ma basta superare la porta d'ingresso per notare qualcosa di speciale: frati con la chitarra, suore che raccontano storie ai più piccoli, coppie che ballano al suono di una banda, come in una festa di paese. Qualcuno non ci fa troppo caso e tira dritto, ma molti clienti si fermano, fanno domande, leggono incuriositi manifesti e volantini. L'iniziativa si chiama Incontriamolo ed è una sfida lanciata dal movimento Incontrinsieme, una realtà nata a Chieri nel 2005 per rilanciare la vita cristiana nella dimensione di coppia. Oggi ne fanno parte più di 60 famiglie. 


Il motto del movimento è "Cristiani con lo sguardo rivolto ai lontani". «Che poi – spiegano i fondatori Giovanni e Anna Bagna – spesso sono lontani solo in apparenza. Sono persone che magari non frequentano la Chiesa ma che non hanno spento il loro desiderio di incontrare il Signore. Dio si fa trovare in modi e tempi speciali. Oggi, ad esempio, siamo qui per ricordare e ricordarci che il commercio non va demonizzato. Anzi, anche facendo la spesa possiamo esprimere il nostro essere cristiani ». Ecco allora il perché del Vangelo annunciato in un ipermercato: «"Perché la vostra gioia sia piena": è questa la frase che ci fa muovere – proseguono Giovanni e Anna - Desideriamo incontrare la gente, con semplicità e delicatezza, cercando di far trasparire qualcosa della nostra fede. Una fede che è gioia e non tristezza, vissuta in una Chiesa che è famiglia e non arida istituzione».

Incontrinsieme lavora in modo trasversale con diversi gruppi ecclesiali. Per questa iniziativa ha coinvolto suore e frati francescani: una ventina di religiosi arrivati apposta da tutta Italia. Francesco Mazzon, frate minore, ha appena terminato il suo incontro davanti all'ingresso di un negozio di biancheria intima. Luogo un po' insolito per la catechesi. «Già, ma proprio in questo sta la sfida. Ci piace fare appello a quel bisogno di bellezza che tutti, credenti e non, portano dentro. Questo bisogno passa anche attraverso il corpo. Poco fa ho raccontato la storia di Ester, personaggio biblico che ha saputo mettere la sua bellezza e perfino la sua seduzione al servizio di Dio».


Non solo religiosi e laici impegnati, ma anche musicisti, clown e teatranti, per dare vita a una grande festa. I frequentatori dell'ipermercato rispondono con stupore, ma anche con naturalezza. Tra loro c'è chi ha già familiarità con la realtà di Incontrinsieme. Paolo e Monica, ad esempio, che da anni frequentano il duomo di Chieri e già avevano sentito parlare dell'iniziativa. Molte di più sono le persone capitate per caso. Come Dario: «Ero venuto semplicemente per fare la spesa. Poi però mi sono fermato ad ascoltare. Mi fa piacere sapere che frati e suore ogni tanto escono dalle chiese per incontrare la gente. Dovrebbe accadere più spesso».

Lorenzo Montanaro
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Postato da Bianchetti Andreino il 23/09/2012 18:06

Certo nell'agorà di Atene si discorreva di filosofia tra il mercato, sotto i portici, ai crocicchi delle strade, dappertutto. Però non è facile oggi copiare perfettamente quelle iniziative. Primo perchè Gesù ha fustigato i commercianti e i cambiavalute nel Tempio, poi perchè ha detto che a Dio si dà ciò che gli spetta, e a Cesare il suo. Noi siamo i piccoli "cesari", i moderni commercianti, quindi frati e suore lasciateci stare nei nostri posti, compresa la gente che compera la nostra merce. Questo non per cattiveria, ma per chiarezza. Ditemi voi cosa fa un monaco, per quanto bene intenzionato possa essere, davanti un negozio di intimo? Secondo voi, porta Dio agli uomini? Le suore poi, all'entrata del supermarket a parlare pure con la gente, buona l'iniziativa, ma orrendo lo spettacolo. Sembra il carnevale dei religiosi. Il posto più nefasto da portare Dio è proprio quello: nello spettacolo! I religiosi non hanno colpe nelle loro fantasie ed iniziative, solo il risultato stride. Dice il Qoelet moderno: "C'è un tempo per fare la spesa e un tempo per pregare".

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