Tutto l'Avvento con Enzo Bianchi

Solo con Famiglia Cristiana un percorso d'Avvento insieme con Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose. Sette volumi sulla spiritualità e le lettere video fino a Natale.

23/11/2011

Domenica 27 novembre, prima domenica di Avvento. Un giorno importante per i cristiani, un altro appuntamento da non perdere per i lettori di Famiglia Cristiana. Con il numero 48 del giornale (data di copertina, appunto, 27 novembre, ma in edicola e in parrocchia già da giovedì 24) partirà un cammino d’Avvento da percorrere insieme con Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose, una delle voci più originali e autorevoli del cattolicesimo italiano.

      È un progetto a molte facce. Con il numero 48 uscirà il primo di 7 volumetti, le Lettere a un amico sulla vita spirituale. Insieme con i libri, Famigliacristiana.it diffonderà le “lettere video” di Bianchi, dedicate ai temi dell’avventura interiore, dell’ascolto, della speranza.
E infine, sempre da domenica 27 novembre, sarà possibile ricevere ogni giorno, per tutto l’Avvento, un Sms firmato da Enzo Bianchi con una citazione della liturgia del giorno.
Tutte le informazioni su www.famigliacristiana.it/enzobianchi




UN ARTICOLO DI ENZO BIANCHI: "LA VITA SPIRITUALE E' ESPERIENZA DI DIO"

     "Senza vita spirituale non c’è vita cristiana! Lo stesso mandato fondamentale che la Chiesa deve adempiere nei confronti dei suoi fedeli è quello di introdurli a un’esperienza di Dio, a una vita in relazione con Dio. È essenziale ribadire oggi queste verità elementari perché viviamo in un tempo in cui la vita ecclesiale, dominata dall’ansia pastorale, ha assunto l’idea che l’esperienza di fede corrisponda all’impegno nel mondo più che all’accesso a una relazione personale con Dio vissuta in un contesto comunitario, radicata sull’ascolto della parola di Dio contenuta nelle Scritture, plasmata dall’Eucaristia e articolata in una vita di fede, di speranza e di carità. Questa riduzione dell’esperienza cristiana a morale è la via più diretta per la vanificazione della fede.

La fede, invece, ci porta a fare un’esperienza reale di Dio, ci immette cioè nella vita spirituale, che è la vita guidata dallo Spirito Santo. Chi crede in Dio deve anche fare un’esperienza di Dio: non gli può bastare avere idee giuste su Dio. E l’esperienza, che sempre avviene nella fede e non nella visione (cf. 2Cor 5,7: «Noi camminiamo per mezzo della fede e non ancora per mezzo della visione»), è qualcosa che ci sorprende e si impone, portandoci a ripetere con Giacobbe: «Il Signore è qui e io non lo sapevo!» (Gen 28,16), oppure con il Salmista: «Alle spalle e di fronte mi circondi... Dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo tu sei là, se scendo agli inferi, eccoti » (Sal 139,5ss.).

Altre volte la nostra esperienza spirituale è segnata dal vuoto, dal silenzio di Dio, da un’aridità che ci porta a ridire le parole di Giobbe: «Se vado in avanti, egli non c’è, se vado indietro, non lo sento, a sinistra lo cerco e non lo scorgo, mi volgo a destra e non lo vedo » (Gb 23,8-9). Eppure anche attraverso il silenzio del quotidiano Dio ci può parlare. Dio infatti agisce su di noi attraverso la vita, attraverso l’esperienza che la vita ci fa fare, dunque anche attraverso le “crisi”, i momenti di buio e di oscurità in cui la vita può portarci.
L’esperienza spirituale è anzitutto esperienza di essere preceduti: è Dio che ci precede, ci cerca, ci chiama, ci previene. Noi non inventiamo il Dio con cui vogliamo entrare in relazione: Egli è già là! E l’esperienza di Dio è necessariamente mediata dal Cristo: «Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me», dice Gesù (Gv 14,6). Cioè l'esperienza spirituale è anche esperienza filiale. Lo Spirito Santo è la luce con cui Dio ci previene e orienta il nostro cammino verso la santificazione, cammino che è sequela del Figlio: l’esperienza spirituale diviene così null’altro che la risposta di fede, speranza e carità al Dio-Padre che nel battesimo rivolge all’uomo la parola costitutiva: «Tu sei mio figlio!». Sì, figli nel Figlio Gesù Cristo: questa la promessa e questo il cammino dischiusi dal battesimo!
Come diceva Ireneo di Lione, lo Spirito e il Figlio sono come le due mani di Dio con cui Egli plasma le nostre esistenze in vite di libertà nell’obbedienza, in eventi di relazione e di comunione con Lui stesso e con gli altri.

Così la vita spirituale, cioè la vita radicata nella fede del Dio-Padre creatore, mossa e orientata dallo Spirito santificatore, innestata nel Figlio redentore ci insegna ad amare come questi ha amato noi. Ed è lì che noi misuriamo la nostra crescita alla statura di Cristo".

Enzo Bianchi
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Postato da dino avanzi il 28/11/2011 18:04

Appello da un “curato di campagna” Autore: Cabantous, Don Pierre Laurent Curatore: Mangiarotti, Don Gabriele Fonte: CulturaCattolica.itdomenica 27 novembre 2011 Così scriveva, in un suo articolo dello scorso anno, l’Arcivescovo di Trieste Mons. Giampaolo Crepaldi: “…Benedetto XVI ha dato degli insegnamenti sul Vaticano II che moltissimi cattolici apertamente contrastano, promuovendo forme di controformazione e di sistematico magistero parallelo guidati da molti “antipapi”; ha dato degli insegnamenti sui “valori non negoziabili” che moltissimi cattolici minimizzano o reinterpretano e questo avviene anche da parte di teologi e commentatori di fama ospitati sulla stampa cattolica oltre che in quella laica; ha dato degli insegnamenti sul primato della fede apostolica nella lettura sapienziale degli avvenimenti e moltissimi continuano a parlare di primato della situazione, o della prassi o dei dati delle scienze umane; ha dato degli insegnamenti sulla coscienza o sulla dittatura del relativismo ma moltissimi antepongono la democrazia o la Costituzione al Vangelo. Per molti la Dominus Iesus, la Nota sui cattolici in politica del 2002, il discorso di Regensburg del 2006, la Caritas in veritate è come se non fossero mai state scritte. La situazione è grave, perché questa divaricazione tra i fedeli che ascoltano il Papa e quelli che non lo ascoltano si diffonde ovunque, fino ai settimanali diocesani e agli Istituti di scienze religiose e anima due pastorali molto diverse tra loro, che non si comprendono ormai quasi più, come se fossero espressione di due Chiese diverse e procurando incertezza e smarrimento in molti fedeli. In questi momenti molto difficili, il nostro Osservatorio si sente di esprimere la nostra filiale vicinanza a Benedetto XVI. Preghiamo per lui e restiamo fedelmente al suo seguito.” È passato un anno e la situazione descritta da Mons. Crepaldi è, a mio modesto avviso, immutata e, per certi versi, si sta aggravando. La recente iniziativa editoriale del settimanale “Famiglia Cristiana” di pubblicare da Natale all’Epifania ben sette volumi di Enzo Bianchi – presentando il priore della comunità di Bose come “guida spirituale del nostro cammino” – ne è un esempio palese. Uno è libero, ovviamente, di scegliersi la guida spirituale che desidera, ma che il settimanale più venduto in Italia - che si definisce cattolico – divulghi le opere di chi sostiene che i primi undici capitoli della Genesi sono solo racconti mitici, che la dottrina cattolica riguardo al demonio è uno schemino, che si rammarica che siano cadute le ideologie che avevano un orizzonte comunitario, … insomma, che non perde occasione per ridicolizzare l’insegnamento tradizionale della Chiesa, non mi va giù! Inoltre, il priore Enzo Bianchi è in “buona compagnia”: ultimamente, per fare un altro esempio, c’è chi ha ricevuto applausi in televisione per frasi come questa: «Ho fatto il prete per fare del bene. Ma per fare del bene, non serve la fede.» Nonostante il mio nome denunci la mia origine francese, sono un parroco di campagna romagnolo e dirigo la Scuola di formazione teologica della mia diocesi. Sento viva in me la preoccupazione, pur con tutti i miei limiti, di guidare e pascere quella parte di popolo di Dio che mi è affidata nel migliore dei modi e, perciò, anche di evitare che la fede della mia gente venga inquinata dai veleni di certi “maestri”! Come aiutare, perciò, i fedeli ad avere un giusto discernimento quando si imbattono in affermazioni, libri o riviste con posizioni quantomeno "ardite" in campo di fede e morale? So bene che ogni argomentazione che ci viene proposta deve essere attentamente vagliata e confrontata con quanto scritto nel Catechismo della Chiesa Cattolica (e nel suo Compendio), con i documenti ufficiali della Chiesa (encicliche, lettere apostoliche, ecc.) e il magistero ordinario del Papa. Tuttavia, la situazione denunciata dall’Arcivescovo di Trieste mi fa venire il desiderio che prenda vita una versione aggiornata e corretta dell’Index librorum prohibitorum (il “famigerato” Indice). So che questo risulterà scandaloso per coloro che sono preoccupati di essere, innanzitutto, politicamente corretti e timorosi di essere ritenuti chiusi e conservatori. Cerco di spiegarmi meglio. Ogni buona mamma cerca di evitare che i propri figli frequentino compagnie poco raccomandabili, li mette in guardia e si preoccupa se non seguono – come si usa dire – una buona strada. Ora, dato che la Chiesa è nostra Madre, desidererei tanto, da parte sua, questa premura e preoccupazione materna in maniera più decisa ed esplicita. Ciò che manca è un giudizio chiaro e unitario da parte dei Vescovi su chi, pur professandosi cattolico, propone un pensiero non cattolico. Ciò vale sia da un punto di vista culturale che politico. Diversamente, tutto è opinabile e lecitamente sostenibile come conforme al Vangelo e all’insegnamento della Chiesa e, quindi, per un “curato di campagna” diventa molto arduo sostenere, ad esempio, che certe pubblicazioni esposte in bella vista nelle librerie cattoliche non sono “buona stampa”! Il Signore, per intercessione di Maria, doni a tutti i pastori il coraggio di difendere il gregge dai lupi… soprattutto quando sono travestiti da agnelli! Don Pierre Laurent Cabantous

Postato da Franco Salis il 18/11/2011 17:48

@Salvatore Giovanni il 17/11/2011 13.26 Ma chi è costui? Chi è che ti autorizza a rompere la pazienza ad amici e parenti? Tu parli di evangelizzazione, ma la tua è solo arroganza e violenza! Ma hai capito?! O te lo devo ripetere? Il tuo è solo un atteggiamento violento e arrogante. Ecco il danno della formazione sacerdotale nei seminari. Ha ragione don Mazzi, che vorrebbe abolirli! Cercati una adeguata guida spirituale(meglio se consigliata dal tuo vescovo) e fai un percorso di ricupero antropologico. Attento, non leggere più i testi sacri se non in presenza della persona altamente preparate sia spiritualmente che antropologicamente che ti verrà segnalata dal tuo vescovo, ti fidi almeno del tuo vescovo? Renditi conto che la tua pretesa è illegittima. Ti rivolgi a “Don Enzo, sii onesto da accettare le mie critiche” le tue non sono critiche, ma farneticazioni! Gesù ha detto di andare a diffondere la buona novella, cioè che Dio ha inviato Suo unico figlio ,morto e risuscitato e tutti gli uomini che lo desiderano partecipano a questa resurrezione e non a dar fastidio al prossimo. Rivolgendoti a Enzo chiedi “ .... Vedere familiari devotissimi (quelli miei), oltremodo catechisti e assidui parrocchiani, che passano le feste giocando a tombola e a carte e poi rifiutano di ascoltare la lettura della bibbia, zittendomi perché han fatto la veglia e seguito le varie messe è indice di FEDE cristiana vissuta, secondo lei? Ti rispondo io, se vorrà lo farà anche Enzo, la mia risposta è SI. E’ un modo gioioso di dire “grazie “ al Signore del dono che ci ha fatto. Come ti sei permesso di turbare questa gioia=ringraziamento?

Postato da Salvatore Giovanni il 17/11/2011 13:26

Il Priore di Bose, Enzo Bianchi, affronta la tematica dell'Avvento in vista delle festività natalizie, ma il clima di Natale tutto è fuorchè "memoria" del vangelo di Cristo (.); infatti, il consumismo che segna le feste dicembrine, la corsa ai regali, le abbuffate di panettone e altro son forse segno di "cristianità"? Io vivo il natale ogni giorno, dato che sono "rinato" nel 1997 (RnS di Agrigento), perciò la mia fede nel Signore è scevra da questi vani rituali religiosi che, in fondo, non apportano benefici spirituali a nessuno se non per le sole tasche dei commercianti.... Vedere familiari devotissimi (quelli miei), oltremodo catechisti e assidui parrocchiani, che passano le feste giocando a tombola e a carte e poi rifiutano di ascoltare la lettura della bibbia, zittendomi perchè han fatto la veglia e seguito le varie messe è indice di FEDE cristiana vissuta, secondo lei? Eppure, questo accade ogni anno, dato che io (predicatore), perferisco andare a trovare amici e parenti per evangelizarli. La mia esperineza cristiana partica mi porta a dire che, almeno qui al sud, Natale viene per divertirsi e ricevere regali e basta! Dove sono le prediche infuocate dai pulpiti stile quelo di Pietro (Atti 2,41)? Se questo è vivere il Natale, mi dica come si fa a sopportare queste cose, alla luce delle calamità sotto i nostri occhi. Don Enzo, sii onesto da accettare le mie critiche a un cattolicesimo senza verve, coreografico e utile solo per riempire le chiese a mezzanotte, ma non per portare la gente al vero ravvedimento e alla salvezza. Verità bibliche celate ai fedeli, tempo sprecato ad allestire presepi e alberi, gran da fare nei saloni parrocchiali etc. manifesta il vivere cristiano del vangelo? Pertanto, poichè la Chiesa presenta al mondo un infante diventato adulto, le ricordo che il bambinello è diventato "adulto", e da "adulto" sta per ritornare (Matteo 24,7)! Anche se il Vaticano resta scettico su un ritorno fisico di Cristo (Zaccari 14,4). Risponderà?

Postato da giorgio traverso il 16/11/2011 17:59

Mi dispiace,ma non sono iscritto a facebook,tra l'altro è un'ora,in cui si fà dell'altro. giorgio traverso

Postato da Franco Salis il 16/11/2011 09:08

Ricordo, oimhè! ormai quasi mezzo secolo fa, di aver assistito ad una scena messa in atto dall’allora P.C.I. che reinterpretava l’episodio del buon samaritano. La scena si svolgeva sulla pubblica piazza tale che tutti potessero vedere: si trattava di lecita rappresentazione propagandistica. Un uomo si trovava ingabbiato (le sbarre rappresentavano le infrastrutture del capitalismo) e nessuno lo aiutò a liberarsi, finché quell’uomo decise “ma perché non mi cimento da solo?” e così muovendosi negli spazi ristretti ,forzando ora questa ora quella sbarra riuscì a liberarsi. Al successo dell’impresa seguì l’applauso (non mi è dato sapere quanti comunisti erano lì per fare numero e quanti fossero gli avventori occasionali, sono il solito cattivello). Mi sembra che Enzo Bianchi voglia significare che è impossibile la libertà senza Dio. Se questo mi può trovare consenziente, trovo fuori luogo le altre affermazioni, NON IN SE’ STESSE, ma proprio perché nettamente separate dalla vita quotidiana. Ripropongo San Paolo “pregate incessantemente”. Non so se dovessi chiederne il significato a Enzo Bianchi mi risponderebbe di stare tutto il giorno con il Rosario in mano. No San Paolo voleva dire quando stai per fare una azione inerente al tuo lavoro, eleva la tua mente a Dio e chiedigli se quello che stai per fare è conforme alla sua volontà. IL DISCORSO DELLA NETTA SEPARAZIONE FRA LA PROPOSTA DI PREGHIERA SINGOLA E COMUNITARIA DAL COMPORTAMENTO QUOTIDIANO E’ ESTREMAMENTE PERICOLOSO(se non ho capito male)ALTRA COSA E’ CHE CI SI FERMI OGNI TANTO E SI FACCIA ESPERIENZA DI VITA MONACALE. E’ UTILE PER UNA “VERIFICA” DELLA CORRISPONDENZA DELLA VITA QUOTIDIANA ALLA VOLONTA’ DI DIO,CHE POTREBBE SFUGGIRE,PRESI COME SIAMO DA UN RITMO VERTIGINOSO.MA GUAI SEPARARE LE DUE COSE. la stessa preghiera sarebbe come il grano che cade sulla roccia: non produce frutto e inaridisce. Del resto come ottemperare a (genesi I,28) “ Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra»?. Quest’uomo mi appare il contrario di don Antonio Mazzi il quale recentemente ha detto: “se non avessi vissuto fuori del seminario non mi sarei fatto prete,” e si è spinto persino a proporne l’abolizione. C’è qualcuno che osa mettere in discussione la spiritualità di don Antonio Mazzi?. Caro Enzo Bianchi L’esperienza di Dio, la fai anche quando sulla strada incontri un ubriaco fradicio, i cui sfinteri non assolvono alla normale loro funzione e tu, sporcandoti, lo assisti con amorevole cura: quegli è Gesù e avendo assistito Gesù fai esperienza del Padre. Buona giornata.

Postato da Andrea Annibale il 15/11/2011 23:13

Siamo custodi del Regno che deve essere fatto fruttificare come ci ricorda la parabola dei talenti (Matteo, 25, 14-30), commentata domenica scorsa. Il tesoro che custodiamo è il tesoro nascosto in un campo, che un tizio compra vendendo tutto ciò che ha (Matteo, 13, 44). Ecco la situazione del cristiano: è uno che ha puntato tutta la sua vita su di un tesoro/perla preziosi, per cui vale la pena giocarsela tutta. Ancora il Vangelo ci ricorda per l’Avvento che dobbiamo essere come il sale che dà sapore al mondo. E qui calza a pennello il commento del Priore di Bose, il monaco Enzo Bianchi. Gesù infatti domanda (Matteo, 5, 13), “ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato?” E aggiunge: “A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini”. Il rischio di perdere il sapore quindi c’è. Per scongiurare questo rischio dobbiamo pregare incessantemente (Luca, 18, 1; Matteo, 26, 41; Luca, 21, 36; Atti, 8, 24; 1 Tessalonicesi, 5, 17; Giacomo, 5, 16; Giuda, 20). Oggi dobbiamo accompagnare questa domanda ricordata di Gesù ad una quarta ed ultima questione: il Figlio dell’Uomo troverà al suo ritorno la fede sulla terra (Luca, 18,8)? Far fruttificare i talenti, custodire la perla o il tesoro prezioso, rendere il mondo sapido tramite un sale che abbia sapore e far crescere la fede sono i quattro imperativi categorici che ben potrebbero rappresentare gli impegni del cristiano per questo Avvento. All’interno della perla, del sale, dei talenti e della fede c’è anche la morale che come dice magistralmente Enzo Bianchi da sola non basta. La morale è speranza delle cose che si sperano nella fede, a mio avviso. In altri termini, al centro della morale ci deve essere la santa Croce di Cristo che tutto giustifica, tutto illumina, tutto santifica. Facebook: Andrea Annibale Chiodi; Twitter: @AAnnibale.

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