Chiesa: trasparenza a tutti i livelli.

Il cardinale Bagnasco spiega che non basta il successo dell' otto per mille se manca chiarezza su come si spende il denaro. Bilanci pubblici nelle parrocchie. E' un bene per il Paese.

15/02/2011
Il cardinale Angelo Bagnasco.
Il cardinale Angelo Bagnasco.

 “Trasparenza nella gestione delle risorse che si ricevono in dono”, cioè dei fondi dell’otto per mille e di quelli delle cosiddette offerte deducibili, ma anche trasparenza "a tutti i livelli per il bene del Paese". Lo ha chiesto il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana agli incaricati delle diocesi italiane che si occupano delle risorse economiche della Chiesa: “Oggi più che mai una limpida trasparenza nell’ uso del denaro è condizione imprescindibile per la credibilità generale della Chiesa e per la realizzazione fruttuosa della sua missione nel mondo”. Il cardinale ha chiesto “gestione lineare” dei beni, verificata “da tutti”, proprio perché “la dimensione economica è tra le più delicate”. Poi senza fare alcun riferimento esplicito alle vicende politiche ha sottolineato che "la trasparenza è un valore che tutti desiderano e che fa parte di una cultura dignitosa".

 Non basta dunque la firma per otto per mille ma è la trasparenza “il valore essenziale per la buona riuscita di tutto il nuovo impianto del sostegno economico della Chiesa”. Bagnasco ha rilevato che “la credibilità della Chiesa non è mai danneggiata dalla chiarezza e dalla limpidezza del comportamento”, che anzi consentirà “un sempre maggiore reperimento di fondi”. Il presidente della Cei ha chiesto la “pubblicazione dei bilanci preventivi e consultivi” e la “pubblicità delle offerte” ricevute in “ogni parrocchia”, perché in questo modo “i fedeli non guarderanno più all’offerta come a una sorta di obbligo, ma donare diventerà una gioia” per “la missione e il bene di tutti, specialmente dei più poveri”.  

Alberto Bobbio
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Postato da masperi.umberto@yahoo.it il 24/02/2011 07:05

La trasparenza (parlo a livello parrocchiale,quello più immediato) è una necessità, solo per semplice correttezza, e coerenza( devo spiegarmi?). Per fortuna che c'è questo richiamo che,però, non mi sembra del tutto "limpido":innanzitutto perchè fatto all'approssimarsi dell'8 per mille; in secondo luogo ciò ha una conferma in quel lapsus ( "...consentirà “un sempre maggiore reperimento di fondi”). Che senso ha una frase come questa:"“la credibilità della Chiesa non è mai danneggiata dalla chiarezza e dalla limpidezza del comportamento."? Banale. Tutto il discorso VA FATTO CORRETTAMENTE: è un dovere verso i fedeli essere trasparenti, e basta; poi c'è una certa sensibilità "personale" che,purtroppo,manca tra non pochi sacerdoti ( un esempio: un parroco che nemmeno ringrazia i parenti di un defunto che ha lasciato una bella somma,alla parrocchia,per testamento;non ringrazia: e viene in mente quella pagina del Vangelo di chi viene guarito dal Signore, e non torna indietro a ringraziare. Da aggiungere che non si sa nemmeno a cosa sono stati destinati quei soldi - magari per comprasi un bel macchinone,anche se utilizzato per..,. la parrocchia). SIAMO SINCERI, e basta.

Postato da cristina bollo il 24/02/2011 00:17

Bene. Segnalo che i Valdesi, a cui molti cattolici devolvono l'8 per mille proprio per disapprovazione di come sia gestita (finora?) la cosa dalla chiesa cattolica pubblicano su un sito apposito il minuto rendiconto dell'uso di quanto raccolto con le offerte, appunto, dell'8 per mille. Grazie cardinale Bagnasco.

Postato da giorgio traverso il 19/02/2011 18:42

Anche se tardivamente sono molto soddisfatto che la Chiesa faccia chiarezza sulle sue finanze. Perchè ancora adesso ci sono parrecchie cose da chiarire. Vedi IOR,e tutti i beni immobiliari da essa posseduti. Tale chiarezza và fatta incominciando dalle parrocchie e dalle diocesi, comprese tutte le organizzazioni umanitarie collegate.
giorgio traverso

Postato da clagio il 19/02/2011 16:17

Sono assolutamente d'accordo sulla trasparenza e pubblicità dei bilanci degli Enti Ecclesiastici e soprattutto delle Parrocchie. Per diversi anni sono stato collaboratore parrocchiale e ho sempre invocato, spesso inascoltato, questo principio. Non che si facessero chissà quali sotterfugi, tutt'altro; però si cercava di aggiustare i numeri per far apparire la situazione economico/finanziaria meno florida.

Postato da DOR1955 il 19/02/2011 14:44

Il Cardinale Bagnasco lo ritengo il più saggio (escluso il Papa) fra gli alti prelati della Chiesa cattolica. Di molti non ho assolutamente stima causa la loro ambiguità!

Postato da Elio 50 il 18/02/2011 19:55

Finalmente! Perchè aver timore? Il tariffario? Che tristezza! Ringrazio il Signore che mi ha dato un parroco che con il denaro ha un rapporto molto ma molto sereno. E' soltanto funzionale mai il fine di nessuna azione o iniziativa pastorale.

Postato da vitorusso49 il 16/02/2011 18:41

Senz'altro è una cosa positiva. Al di là dell'otto per mille, però, (che mi piacerebbe sapere veramente come viene utilizzato), desidererei anche sapere per quale motivo deve esistere una "tariffa" fissa per quanto concerne la celebrazione delle messe in suffragio dei defunti, dei funerali, dei matrimoni, delle prime comunioni e così via. Mi sembra che così bisogna pagare l'amministrazione dei sacramenti, cosa che mi sembra alquanto odiosa e mi fa venire in mente l'episodio del Vangelo in cui Gesù scaccia e fustiga i mercanti del tempio che lo hanno trasformato in una spelonca di ladri.

Postato da Paola Pessina il 16/02/2011 09:58

Bene. E' una notizia buona e non scontata. Se l'appello non è rivolto solo ai "piani bassi" della nostra comunità ecclesiale - dove più che le rimesse dell'otto per mille è la trasparentissima solidarietà dei parrocchani che regge i trasparentissimi (anche perché tiratissimi) bilanci delle parrocchie - da ora in poi sapremo tante cose su decenni di gestione dello IOR, che tutto si può dire, meno che trasparentissima.

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