Zamagni e il futuro del lavoro

Al Congresso eucaristico di Ancona si è parlato del rapporto tra lavoro e famiglia. E nella sede di Falconara di "Gioco e Vangelo".

08/09/2011
Il professor Stefano Zamagni.
Il professor Stefano Zamagni.

L’Eucaristia nel tempo dell’uomo: al Congresso eucaristico di Ancona è stato condensato in questo bel titolo il binomio lavoro-festa già proposto nel Convegno ecclesiale di Verona 2005. E in questa circostanza è balzata in primo piano la sede del significativo polo industriale di Fabriano, in gravi difficoltà in questo periodo di crisi.

     Il professor Stefano Zamagni, presidente dell’Agenzia del Terzo settore, non si è sottratto alla sfida e ha indicato le tre strade su cui da subito deve essere declinato il tema del lavoro: «per tutti», «decente», «compatibile con la famiglia». Per ampliare il numero degli occupati, il professore ha sottolineato l’importanza di aprire il mercato «non soltanto alle imprese capitalistiche, ma anche a quelle di tipo cooperativo e sociale». Il lavoro, poi, non deve mai umiliare chi lo svolge: «Non possiamo avere modelli adatti alla fabbrica, oggi siamo in epoca post-industriale, non c’è più la catena di montaggio».

     Ma il tema su cui Zamagni è intervenuto con maggior forza è quello relativo al rapporto fra lavoro e famiglia, messo in crisi anche dalle direttive dell’Unione europea che «è contro le famiglie poiché sostiene che sono queste a doversi adattare alle esigenze delle imprese». In realtà «si spacciano per politiche familiari leggi che incentivano il lavoro femminile, una cosa sacrosanta e che va favorita, ma non a scapito della famiglia».

    Sull’altro versante, quello della festa, è intervenuto a Osimo don Paolo Tomatis, direttore dell’Ufficio liturgico di Torino, che ha innanzitutto ricordato come Gesù ponga la festa «non a lato della vita, né al suo termine, ma nel cuore dell’esperienza di incontro con Dio». Di qui la sollecitazione a vivere la gioia della festa, anche mediante «una nuova iniziazione ai riti e ai simboli che danno forma alla festa cristiana: una iniziazione che deve partire da coloro che sono più coinvolti nella vita della comunità, per farsi testimonianza e profezia per i più lontani e per chi si riavvicina alla fede».

     Nell’altra sede congressuale di Falconara, don Marco Mori, del Forum degli oratori italiani, ha invece proposto una riflessione sul tema Gioco e Vangelo, nella quale è stato messo in luce quanto possa essere concreta l’esperienza del gioco «dentro l’annuncio del Vangelo, nella scoperta di Gesù e nella costruzione di una comunità cristiana».

Saverio Gaeta
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