19/04/2013
"Oh mia bela Madunina", recita una famosa canzone di Giovanni Danzi del 1935, ma la Madunina oltre che bella è anche cara. Il Duomo, monumento-simbolo di Milano, con le sue 3600 statue e 135 guglie costa sedici milioni di euro l’anno, nove per la sola manutenzione ordinaria. Ma non bisogna dimenticare lo straordinario patrimonio culturale che custodisce e rappresenta, simbolo di uno tra i monumenti più belli e conosciuti nel mondo. Così in vista dell’Expo e per celebrare i 1700 anni dall’Editto di Costantino che cadono proprio quest’anno, Milano grazie alla Veneranda Fabbrica scommette su due grandi interventi di carattere culturale: il nuovo Museo del Duomo e il riallestimento dell’Archivio.
Secondo l’Arciprete, monsignor Gianantonio Borgonovo, «dare memoria alla città è il compito culturale più bello» e per dirla con le parole dello scrittore Emilio De Marchi «il Duomo è la casa di Milano». Inoltre poiché la cultura svolge il suo vero compito solo se viene comunicata,«l’archivio verrà digitalizzato così da essere disponibile al mondo intero».
«Il Nuovo Museo avrà ventisei sale e tredici aree tematiche su duemila metri quadri di spazio, vi troverà accoglienza il tesoro e sarà una importante testimonianza per la storia della cattedrale che è anche la storia della città di Milano. Ma la stessa funzione l’avrà anche il riallestimento dell’Archivio dove saranno custoditi importanti litografie e documenti, la prima pergamena risale al 1145», continua Angelo Caloia, Presidente della Veneranda Fabbrica.
Le spese per la bellezza e la cultura tornano sempre in benefici per lo sviluppo della società, e quelle degli interventi appena menzionati «si aggirano intorno ai trenta milioni di euro in tre anni», spiega Caloia, «questa somma comprende gli interventi per il restauro della Guglia Maggiore, undici milioni, e dodici per il Museo, considerando anche l’allestimento dell’Archivio e avendo a che fare con interventi di un certo rilievo si arriva presto a trenta milioni in conto capitale».
Per ora sono stati raccolti intorno ai tredici milioni di euro, contributi arrivati da Arcus, società del Ministero dei Beni Culturali, ma ben quattro milioni provengono da una sorprendente raccolta di donazioni da parte della popolazione, è poi prevista una seconda fase di accordo che coinvolgerà di nuovo Enti nazionali ed Enti locali.
L’inaugurazione è prevista per il 4 novembre di quest’anno, data per la quale dovrebbe essere inaugurato anche l’Archivio, altra cosa è la digitalizzazione del patrimonio, «per cui ci vorranno almeno due anni» conclude Borgonovo.
Alessandro Micci