17/03/2012
Insufficienti le risposte che la Fraternità sacerdotale San Pio X ha fornito al Vaticano. Nell’incontro di venerdì 16 marzo tra il cardinale William Levada, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e presidente della Pontificia commissione Ecclesia Dei, e monsignor Bernard Fellay, superiore generale della Fraternità sacerdotale San Pio X, sono stati chiesti ulteriori chiarimenti, da consegnare entro un mese, «per evitare una rottura ecclesiale dalle conseguenze dolorose e incalcolabili» e «poter giungere alla ricomposizione della frattura esistente» fra i vescovi scomunicati nel 1988 e “riammessi” da Benedetto XVI il 21 gennaio 2009.
In quella data era stato pubblicato un decreto della Congregazione per i vescovi in risposta alla richiesta di cancellazione della scomunica avanzata da monsignor Fellah il 15 dicembre 2008. Il pieno riconoscimento della fraternità era però
subordinato al riconoscimento degli insegnamenti del Vaticano II. Lo scorso 14 settembre era stato consegnato un Preambolo dottrinale, accompagnato da una Nota preliminare, «quale base fondamentale per raggiungere la piena riconciliazione con la Sede Apostolica». L’accettazione dei principi enunciati, in particolare sulla libertà religiosa, sul dialogo ecumenico e su altri «criteri di interpretazione della dottrina cattolica», sono «necessari per garantire la fedeltà al Magistero della Chiesa e il "sentire cum Ecclesia"».
Ma le risposte della Fraternità sacerdotale in merito pervenute nel gennaio 2012 e sottoposto all’esame della Congregazione per la dottrina della fede e successivamente al giudizio del Papa sono state giudicate dallo stesso Pontefice «non sufficienti a superare i problemi dottrinali che sono alla base della frattura tra la Santa Sede e detta Fraternità».
Al termine dell’odierno incontro, guidato dalla preoccupazione di evitare una rottura ecclesiale dalle conseguenze dolorose e incalcolabili, si è rivolto l’invito al Superiore Generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X di voler chiarificare la sua posizione al fine di poter giungere alla ricomposizione della frattura esistente, come auspicato da Papa Benedetto XVI.
Annachiara Valle