Cipriani: Ior, non ci sono conti cifrati

Il direttore dell’Istituto per le opere di religione coferma che lo Ior non nasconde segreti, iniziando il suo mandato con «un passo ulteriore verso la trasparenza».

29/06/2012
Paolo Cipriani, direttore dello Ior, l'Istituto per le opere di religione del Vaticano.
Paolo Cipriani, direttore dello Ior, l'Istituto per le opere di religione del Vaticano.

Due ore intere di discussione, all’interno della sala delle riunioni dello Ior senza mai citare Gotti Tedeschi. Il direttore dell’Istituto per le opere di religione, Paolo Cipriani, è emozionato nel prendere la parola: «Non ho mai avuto tanti giornalisti davanti a me, anzi non ne ho mai avuti affatto». Assistito dal suo vice, Massimo Tulli, ha illustrato funzionamento e finalità dell’istituto, che è, innanzitutto, quella di provvedere alla custodia e all'amministrazione dei beni mobili e immobili trasferiti o affidati all'istituto ... e destinati a opere di religione e carità. In tutto circa 30mila posizioni e 33 mila conti (perché alcuni istituti hanno più di un conto).

«Un passo ulteriore verso la trasparenza», ha sottolineato padre Federico Lombardi nel cedergli la parola. E Cipriani ha affrontato buona parte dei temi cari ai giornalisti. «Non esistono conti cifrati», ha ripetuto più volte. E, dopo aver spiegato la natura dello Ior «istituto finanziario e non banca, quindi con tutte le possibilità di fornire servizi bancari ai clienti, ma senza la possibilità che altre banche o soggetti non espressamente indicati possano aprire conti o fare operazioni», ha insistito sulle questioni di attualità di cui la stampa si è occupata. Primo fra tutti il tema della chiusura del rapporto con la Jp Morgan e la questione del sequestro, da parte della procura di Roma, di un conto di 23 milioni di euro che lo Ior ha presso il credito artigiano. «Nel dicembre del 2010», ha spiegato Cipriani, «sono stati sequestrati 20 milioni di euro che transitavano dal nostro conto al credito artigiano verso la JP Morgan Frankfurt, in seguito all’acquisto di bond tedeschi, e 3 milioni che transitavano verso la Banca del Fucino, per consentirci di emettere assegni circolari. Si è trattato di operazioni di tesoreria e non di bonifici. Inoltre mi sono spontaneamente presentato ai om di Roma con il presidente e ho dato tutte le informazioni necessarie. Informazioni che sono state ritenute soddisfacenti visto che i fondi sono stati dissequestrati a giugno del 2011, anche se siamo ancora in attesa delle necessarie autorizzazioni per il loro utilizzo».

Annachiara Valle
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Postato da santrev il 02/07/2012 11:36

Lo IOR non ha segreti...? E' proprio vero, in Vaticano si adora il "dio denaro" e per i gerarchi vaticani ovviamente l'inferno non esiste, anzi esiste, ma per gli altri, quelli che vivono il vangelo...! Chi ha invitato Bertone in Polonia? Tremonti ! Certo se avesse portato Enzo Bianchi , che figura ci avrebbe fatto nei confronti dei suoi amici gerarchi ....! Povera chiesa, in che mani é andata a finire !

Postato da giogo il 30/06/2012 11:57

Amico Salis...proprio del tuo commento non ne ho capito NIENTE...la frase poi "adesso un qualsiasi cittadino....cambiami questa legge"...se parli per conto tuo scusami allora va bè se no spiegati meglio, o magari si riferiva ad altro articolo apparso in FC?? Ciao

Postato da luciocroce il 30/06/2012 10:13

Se il dr. Cipriani dice che non ci sono conti cifrati sarà sicuramente vero, ora; nel passato, invece, ci sono sicuramente stati, sono stati numerosi e su di loro sono transitate cifre rilevantissime. Comunque, speriamo che finalmente lo IOR - Istituto per le Opere di Religione - diventi una banca normale; non dico una banca "etica", ma almeno una banca come le altre. Meglio tardi che mai!

Postato da Franco Salis il 29/06/2012 15:15

Bravo!!!!! li hai nascosti bene,si,hai preso le dovute cautele con rappresentanze diplomatiche,e così voglio vedere questi magistrati "politicizzati"fare indagini!!Adesso un qualsiasi cittadino italiano non potrà più andare da un magistrato e dire cambiami questa legge voluta dal parlamento!Vergogna.

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