Legge elettorale: sì, no, forse

Rutelli, Alfano ed Enrico Letta si confrontano con i giovani cattolici che chiedono più trasparenza nei partiti, meno finanziamenti e riforme che rafforzino la democrazia.

09/06/2012
Angelino Alfano, segretario del PdL (foto Ansa).
Angelino Alfano, segretario del PdL (foto Ansa).

È stata soprattutto la legge elettorale al centro del dibattito fra giovani dell’associazionismo cattolico e il leader dell'Api Francesco Rutelli, il segretario del Pdl Angelino Alfano e il vicesegretario del Pd Enrico Letta. Nella cornice della Civiltà cattolica i tre leader hanno risposto alle puntuali domande sulla riforma della Costituzione, sul finanziamento ai partiti, sulla natura giuridica dei partiti stessi e, appunto, sulla legge elettorale.


«L’incontro», ha spiegato il gesuita padre Francesco Ochetta introducendo i lavori, «è stato pensato come una sorta di agorà. Al termine di un percorso lungo ci siamo resi conto che sono i corpi intermedi, le associazioni, la Chiesa, i sindacati, le famiglie, che aiutano le istituzioni a rinnovarsi. È anche per questo che stanno nascendo tante nuove forme di politica dal basso».

Azione cattolica, Fuci, Agesci, gli studenti delle scuole cattoliche riuniti nella sigla Msc-Fidae, partendo dal Forum nazionale giovani di tre anni fa hanno deciso di studiare le principali riforme istituzionali e costituzionali in corso nel Paese e di consegnare ai tre leader un lungo documento che sintetizza le loro posizioni nell’ottica di fornire un contributo a una «democrazia sostanziale che faccia riforme per il popolo e non soltanto del popolo». Ed è proprio su questo tema che si sono registrate le posizioni più distanti, con Angelino Alfano che ha rilanciato la proposta di un presidente della Repubblica votato direttamente dal popolo e Francesco Rutelli che ha sottolineato come «in questo momento non ci sono i necessari contrappesi al potere che avrebbe il presidente della Repubblica eletto in questo modo».

Enrico Letta ha aggiunto che «è impossibile cambiare la Costituzione su un punto così delicato come i poteri del presidente della Repubblica e il metodo di elezione. L’unica riforma che si può fare è il cambio del numero di parlamentari e anche la legge elettorale. Il Parlamento, infatti, è ormai delegittimato e quindi trovo impossibile che questo Parlamento possa fare una riforma costituzionale fatta bene. Un nuovo Parlamento, invece, eletto con un nuovo sistema elettorale, può avere funzioni costituenti».

I tre leader si sono trovati d’accordo sulla necessità di trovare comunque un accordo che diminuisca il numero dei parlamentari e dia la possibilità ai cittadini di scegliere le preferenze. «Mandiamo in pensione il porcellum», hanno detto all’unisono Rutelli e Letta. «Qualunque altra legge elettorale è sicuramente migliore di questa». Al dunque, però, le proposte sono tutt’altro che vicine. Si va dal sistema francese a quello tedesco, al ritorno al Mattarellum. 

In ogni caso, hanno detto con saggezza i ragazzi, «meglio ricordare quello che diceva De Gasperi: "La politica va fatta non pensando alle prossime elezioni, ma alle nuove generazioni"». Generazioni che, a giudicare dalla sala strapiena, sono più che ansiosi di dare il loro contributo riscoprendo la tradizione del cattolicesimo democratico e rimettendo al centro la persona e i suoi valori.

Annachiara Valle
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

Postato da Argonauta54 il 12/06/2012 09:48

In questo momento di buio e di confusione voluta per i grandi potentati, riecheggia nella mente una esperienza che ho vissuto, arrivando al punto di entrare in conflitti esistenziali, in quanto nella mia fanciullezza confidavo nell' uomo e non in Dio. E' brutto trovarsi in questo stato, tutto sembrava alterato, il fisico e la mente. Poi ho deciso di seguire una linea coerente, stavolta, confrontandomi con umiltà con la Chiesa, da qui ho cominciato il mio percorso di messa in pratica di quello che le Sacre Scritture mi hanno insegnato per poi scendere fra la gente aiutando il mio prossimo, facendo morire l'uomo vecchio dentro di me. Oggi, da cristiano, proveniente dall' isegnamento trasmesso dai miei genitori, ho fatto la scelta giusta, vivere abbondantemente della Sua Parola, sposato e padre di due figli, discoteca, lavoro onesto, vita esuberante, devo dire grazie all' azione viva della Chiesa, oggi più che mai utile per uscire dalle paure, un consiglio che invio a tutti gli uomini e donne della politica e del mondo del lavoro. Il Vaticano, rimane l'unico luogo di libero arbitrio e coerenza della nostra esistenzialità per chi si trova fuori rotta. E' compito di ciascuno di noi, dimostrare e verificare la coerenza di questa vita di passaggio, con azioni positive.

Postato da Argonauta54 il 11/06/2012 11:40

La vedo molto dura il cambiamento e il rinnovamento della politica. I giovani implodo nel vedere una massa di cemento armato barricati in Parlamento, pecore fuori e lupi dentro. Ma dove è andato a finire il senso logico del pudore? Ogni minuto prezioso non investito bene l'Italia scende nell'abisso totale. Si rendono conto i nostri attuali parlamentari ? E' in gioco il futuro dei giovani italiani, stanno facendo male ai giovani, impediti di realizzare in concreto lo sviluppo e le capacità personali. Cos' altro hanno i parlamentari hanno intenzione di fare, hanno fallito, ma non si fanno da parte, è un gioco pericoloso quello di non farsi da parte.

Postato da DOR1955 il 10/06/2012 15:33

Nel 2012 qualcuno crede ancora che i politicanti che ci hanno portato sull'orlo del baratro abbiano l'intenzione di cambiare una legge elettorale (porcellum, e questo già dice tutto "sull'inventore) che li manderebbe di sicuro a casa, se non tutti, almeno per il 90%? Se anche fosse che trovassero un accordo, sarebbe di sicuro, come si dice, "peggio la toppa del buco". Questi, se non si è ancora capito, li fai sloggiare dal posto che indegnamente occupano solo con metodi non democratici. Purtroppo!. Ma siccome siamo un popolo di pecoroni, ci lamentiamo e continuiamo a farci del male. Pensando forse che anche queste "pene" un giorno ci saranno ricompensate. Non credo proprio; sono le pene di natura diversa da queste quelle che ci aprono la strada del Paradiso. Quelle che stiamo vivendo, a causa dei nostri politici pieni di cupidigia e superbia, sono un "inferno" in terra e non avranno nessuna ricompensa nei Cieli.

Postato da Andrea Annibale il 10/06/2012 11:51

Il confronto civile e rispettoso tra Letta (PD), Alfano e Rutelli ci fa ben sperare in un clima più democratico, clima che sia anche sostanza partecipativa di una corresponsabilità attiva dei cittadini alla vita pubblica. Sulla proposta di elezione diretta del Presidente della Repubblica, mi pare una trovata che un giocoliere ha tirato fuori dal cappello magico come un coniglio. Come ci sono i tormentoni musicali estivi, ogni tanto in Italia tutto è tormentone, anche politico. Questa estate, anziché riforme vere (quelle che sta facendo da parte sua il Governo Monti), ci becchiamo dal cilindro l’ennesimo spot pre-elettorale: il semipresidenzialismo alla francese. Prima o poi le riforme epocali arriveranno, ma occorre un clima serio di coesione nazionale per il bene comune, un humus democratico e partecipativo che il bipolarismo all’italiana, come sostiene, mi pare, l’Onorevole Casini, ha quasi distrutto. Facebook: AAnnibaleChiodi; Twitter: @AAnnibale

Postato da Rodolfo Vialba il 10/06/2012 08:48

Confesso che non ho letto il documento predisposto da Msc-Fidae e che nemmeno mi hanno meravigliato le posizioni espresse da Alfano, Rutelli e Letta che altro non sono che quelle ufficiali dei loro partiti, compresa l’indeterminatezza della proposta del PdL su un Presidente eletto dal popolo come organo di garanzia oppure di Governo. Questione non marginale in quanto nel primo caso potrebbe appropriarsi di funzioni di decisioni politiche essendo eletto, alla pari del Parlamento, dal popolo, mentre nel secondo caso richiederebbe una profonda revisione costituzionale degli attuali equilibri tra i diversi poteri dello Stato. In ogni caso non si può pensare che essendo problemi che regolano il rapporto cittadini-istituzioni, o meglio, tra cittadini, democrazia rappresentativa e sistema parlamentare, siano risolvibili con la modifica della legge elettorale che è e deve restare una legge ordinaria. Per ragioni di forza e vincolo che hanno le disposizioni costituzionali su quelle della legge ordinaria, occorre siano definite prima, sicuramente non dopo, le modifiche alla Costituzione (Presidenzialismo, semi-presidenzialismo o mantenimento dell’attuale equilibrio dei poteri) e dopo, o almeno contestualmente, la legge elettorale. Nel merito di questi temi, valutati e considerati in riferimento all’attuale stato dei rapporti tra le forze politiche, che mi sembra alquanto lontana dall’affermazione di De Gasperi "La politica va fatta non pensando alle prossime elezioni, ma alle nuove generazioni", mi sembrano opportune le seguenti osservazioni: 1) tornare a votare nel 2013 con l’attuale legge elettorale sarebbe un suicidio per tutto il sistema politico in quanto si sancirebbe l’incapacità degli attuali partiti politici non solo di mantenere fede alle promesse fatta ma anche di superare gli interessi di parte o di gruppo a favore di quelli della democrazia e del Paese, 2) personalmente ritengo il sistema elettorale tedesco, corretto con l’introduzione della preferenza, quello che, salvaguardando il sistema parlamentare, può ben rispondere alle esigenze di governabilità di cui il nostro Paese ha bisogno e questo resta, per me, il modello prioritario di riferimento, 3) se le forze politiche e il Parlamento, per le ragioni più disparate e politicamente motivate, non dovessero convenire sul modello tedesco, si potrebbe anche pensare al sistema francese con il doppio turno, ben sapendo che si eleggerà un Presidente organo di Governo e con i rischi che questo modello comporta nella realtà italiana: lo sbarramento al 12% escluderebbe dal Parlamento la rappresentanza di almeno il 50% dei cittadini non considerando, ovviamente, i non votanti, mentre a differenza della Francia con il doppio turno in Italia, stando ai risultati elettorali del secondo turno delle recenti elezioni amministrative, si eleggerebbe il Presidente e la maggioranza del Parlamento con molto meno del 50% degli aventi diritto al voto. 4) C’è da credere che la versione presidenzialista a cui pensa il PdL sia quelle di Governo, cioè dell’uomo solo al comando. Di ciò ne abbiamo avuto esperienza con Berlusconi che è stato al potere per ben 8 degli ultimi 11 anni portando l’Italia sull’orlo del baratro economico e finanziario e tanto basta e avanza per non ripetere quell’esperienza. 5) Detto per inciso e per quanto lo si neghi, una simile modifica alla Costituzione finirebbe per condizionare negativamente l’esercizio dei principi fondamentali e dei diritti e doveri affermati nella Prima Parte della Costituzione, Articoli da 1 a 54. 6) Se i tempi non consentono una riflessione tanto ampia e di questa portata, allora sarebbe bene non procedere al alcuna modifica dei poteri e dei rapporti indicati dalla Costituzione ma riformare la legge elettorale sul modello del sistema tedesco, essendo quello francese un modello elettorale presidenzialista e sarebbe l’atto finale di questo sistema della rappresentanza politica se tentasse di far passare, con la legge elettorale, modifiche costituzionali tanto importanti.

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati