Mons. Padovese, è ancora mistero

Il 3 giugno 2010 monsignor Luigi Padovese, vicario apostolico di Iskenderun, veniva assassinato in Turchia. Si fanno congetture di ogni tipo, ma ancora non si sa perché è stato ucciso.

03/06/2011
Monsignor Luigi Padovese con il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano.
Monsignor Luigi Padovese con il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano.

Dopo un anno ancora non si sa nulla. Perché è stato ucciso in modo così brutale e secondo un preciso rituale islamista monsignor Luigi Padovese, il vicario apostolico di Iskenderun? Era il 3 giugno, la vigilia del viaggio di Benedetto XVI a Cipro per consegnare ai vescovi del Medioriente il documento di base del Sinodo dei vescovi dedicato proprio ai problemi della regione. Padovese ne era stato uno degli artefici, perché lui era un esperto di diaologo e ne conosceva non solo le linee teoriche, ma anche le pratiche in luoghi difficili, dove le parole e i gesti pesano e possono infiammare analisi e animi.

Sulla sua morte in questi mesi si sono fatte congetture di ogni tipo. La santa sede escluse subito la matrice dell’odio religioso. Parlò, forse troppo frettolosamente, di questioni personali. Senza dubbio Padovese venne abbandonato, al suo funerale non c’era nemmeno il nunzio apostolico e quando la slama tornò in Italia rischio di finire abbandonata per ore in un hangar dell’aeroporto della Malpensa. Poi il funerale, la celebrazione presieduta dal cardinale Tettamanzi e da tantissimi vescovi, di quella terra lombarda che non ha mai dimenticato uno dei suoi figli migliori.

Tuttavia passato un anno è giusto porsi la domanda: perché è stato ucciso? La risposta pare non interessare quasi nessuno. Il suo assassino, com'era prevedibile, è stato giudicato pazzo dalle autorità locali. Ma la procura generale di Istanbul ha avocato a sé l’intero fascicolo. Alla follia e anche a “futili motivi di sfondo sessuale” non crede nessuno. Ma luce sul “complotto” che ha ucciso il vescovo, come prima era stato ucciso don Andrea Santoro, non viene fatta. Il copione è sempre lo stesso. Ma l’ipotesi non regge.

Ha indagato a fondo l’antirerrorismo turco, il premier islamico-moderato Erdogan sa che queste morti pesano troppo sulla sua politica e qualcuno in Turchia le utiliza per destabilizzare una politica che mai era così favorevole alle minoranze critiane e armene. La data del processo non è stata ancora fissata, nonostante numerose promesse. La Chiesa turca, quasi da sola però, vuole sapere, chiede che ci sia anche una memoria giudiziaria sulla morte di mons. Padovese, che si faccia chiarezza sul complotto il quale, secondo fonti diverse e accreditate in Turchia, intreccia servizi deviati, vecchi arnesi ideologici legati ai passati governi laici, membri delle forze armate di antica osservanza laica e kemalista, i cui obiettivi reali sarebbero la crisi della Turchia neo-ottomana degli uomini di Erdogan.

Alberto Bobbio
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Postato da dino avanzi il 04/06/2011 07:36

Ho letto questo articolo e già il titolo in se è molto chiaro, sono ancora molti i misteri che circondano la morte di Mons. Padovese. Tra i tanti misteri elencati uno mi ha colpito in modo particolare, ed è l’atteggiamento iniziale della Santa sede; per chiarezza trascrivo parte dell’articolo in cui vi si fa riferimento:” Sulla sua morte in questi mesi si sono fatte congetture di ogni tipo. La Santa sede escluse subito la matrice dell’odio religioso. Parlò, forse troppo frettolosamente, di questioni personali. Senza dubbio Padovese venne abbandonato, al suo funerale non c’era nemmeno il nunzio apostolico e quando la salma tornò in Italia rischiò di finire abbandonata per ore in un hangar dell’aeroporto della Malpensa”. La Santa sede dovrebbe spiegare le motivazioni di questo suo atteggiamento iniziale, così da chiarire molti dei dubbi che almeno all’inizio hanno circondato questo caso. Cordiali saluti

Postato da Franco Salis il 03/06/2011 16:40

La Turchia fa parte della NATO, anche se solo per motivi geopolitici,serve infatti da cuscinetto. Però se la Turchia venisse attaccata,la NATO è obbligata ad intervenire, non con il dialogo,ma con le bombe. Nell’ultimo capoverso si ipotizza un complotto. E’ fuori discussione che si deve fare ogni sforzo,questa volta sì incruento,per arrivare alla verità. Perché non si mette in campo il fior fiore dell’intellingence mondiale?Che questo fior fiore debba lavorare in collaborazione dello stato turco,non va dubbio,ma gli stranieri avvertirebbero subito il tentativo di depistare,nascondere,negare accessi ed infine segreti di stato. Per favore non parlate di “futili motivi di sfondo sessuale”,sono già troppi quelli veri,non è il caso di inventarne altri. Il segreto di stato va abolito compreso il segretum pontificium o,semmai tenuto per brevissimo tempo tanto quanto necessario al superamento della contingenza. Immaginatevi che cosa sarebbe successo se l’USA avesse avvertito il Pakistan della imminente cattura di Binladen! Il Vaticano non è nuovo alle tesi del complotto Marcinkus, Ior,Manuela Orlandi, Enrico De Pedis, ferimento dello stesso Beato Paolo II e persino la morte di Papa Giovanni Paolo I. Il Papa ha parlato di trasparenza,perché non elimina tutte le “sovrastrutture”( per dirla alla Marx) che impediscono la trasparenza? Perché va a Malta a presentare l’ “istrumentum laboris” ai vescovi che poi lo elaborano e riconsegnano al Papa,che poi lo dà in dono ai vescovi e ai fedeli ? Sebbene questo giro ha un senso,ma essendo incomprensibile ai fedeli,è meglio eliminarlo. Sia questa volta il Vaticano ad essere il primo a spalancare le porte. Che senso ha tutta questa solitudine,ci sono state pesanti minacce?e il nunzio apostolico ha temuto le minacce? O lo hanno costretto fisicamente? Infine,non c’era nessuno che abbia accompagnato la salma da la Turchia a Milano,a Milano non c’era nessuno ad attenderla? Incomprensibile. Se il vaticano come annunciato dal Papa,dia via libera alla trasparenza,si arriverà prima alla verità circa l’assassinio di Mons. Padovese.Buona sera

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