«Politici, non fate false promesse»

Il cardinale Angelo Bagnasco apre i lavori del Consiglio permanente della Cei: «Il Paese sano è stanco di populismi e reticenze di qualunque provenienza e comunque vestiti».

28/01/2013
Il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei).  Tutte le fotografie di questo servizio, copertina inclusa, sono dell'agenzia Ansa.
Il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei). Tutte le fotografie di questo servizio, copertina inclusa, sono dell'agenzia Ansa.

«Il Paese sano è stanco di populismi e reticenze di qualunque provenienza e comunque vestiti. Le riforme domani saranno realizzate solo se oggi non si fanno promesse incaute e contraddittorie». Striglia i politici il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei. Nella prolusione al Consiglio permanente che si è aperto oggi a Roma ha sottolineato che «il precipitare della legislatura verso una prematura conclusione sembra aver risvegliato, nel panorama politico, una agilità e prontezza sorprendenti. C’è un professionismo esibito nelle fasi elettorali che palesemente contrasta con la flemma e la sciatteria dimostrate talvolta in altri frangenti».

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«La gente», ha insistito il cardinale, «vuole che la politica cessi di essere una via indecorosa per l’arricchimento personale. Per questo s’impone un potere disciplinare affidabile e una regolazione rigorosa affinché il malcostume della corruzione sia sventato, tenendo conto però che a poco servono le necessarie leggi se le coscienze continuano a respirare una cultura che esalta il successo e la ricchezza facile, anziché l’onore del dovere compiuto». Se è compito dei politici «fare autocritica» e allestire, partendo dai sacrifici fatti, «l’intelaiatura di una ripresa concreta, diffusa, equa», è dovere di ogni cittadino non sottrarsi «alla convinta partecipazione alla vita civile e politica del Paese. Per questo merita superare allergie e insoddisfazioni, anche profonde: la diserzione dalle urne è un segnale di cortissimo respiro. Non bisogna cedere alla delusione, tanto meno alla ritorsione: non sarebbe saggio e, soprattutto, sarebbe dannoso per la democrazia. Partecipare è dovere irrevocabile».

Nessuna indicazione di voto, ma il richiamo a valutare «il volto che si vuole dare allo Stato, se è una famiglia di persone o un groviglio di interessi; se un agglomerato di individui o una rete di relazioni su cui ciascuno sa di poter contare, specialmente nelle fasi di maggiore fragilità». A cuore ci sono gli interessi dei più deboli, dei poveri, dei disoccupati, c’è «la questione sociale in Italia e in Europa, per gli esiti di emarginazione che sta creando». Citando Benedetto XVI, il presidente della Cei ricorda che «la giustizia chiede di superare lo squilibrio tra chi ha il superfluo e chi manca del necessario». E tra quanto è più necessario è proprio il lavoro, bene «prioritario, anche nei periodi di recessione economica (Benedetto XVI, Discorso a Justitia et Pax, 3 dicembre 2012)».

E mentre «ci si chiede se le iniziative legislative che si sono finora succedute abbiano determinato sollievo o aggravamento» soprattutto sul fronte del lavoro giovanile, il cardinale si augura che «le competenze migliori cooperino in uno sforzo solidale affinché si possa vedere e toccare il rilancio dell’occupazione e dell’economia; rilancio per il quale la gente ha accettato sacrifici anche pesanti». «Tanto patrimonio di responsabilità e rigore, di dignità e adattamento», ha sostenuto Bagnasco, «non può andare sprecato per colpa di alcuno – sarebbe un insulto – e invece si deve cominciare a vederne i frutti. Non può essere il capitale umano quello che per primo viene messo in discussione quando un’industria è in sofferenza; se è approdata ad alti livelli è grazie al lavoro e all’apporto delle diverse maestranze, ed è ingiusto che proprio queste, per prime, vengano messe alla porta».

Nella prolusione, come di consueto a tutto campo, non poteva mancare un accenno preoccupato «alle popolazioni del Meridione, non da oggi vessate dalla malavita, i cui tentacoli ormai si allargano all’intero Paese. Dobbiamo vigilare, resistere, incoraggiare, denunciare, bonificare e recuperare: tutto in una chiave di educazione e promozione umana che è inseparabile dall’evangelizzazione». Educazione e promozione umana che riguarda anche il tema della famiglia. Si dice che «dove c’è amore c’è famiglia», ha spiegato il cardinale Bagnasco. Aggiungendo: «L’espressione è suggestiva ma qualunquista. La coppia, per fare famiglia, oltre l’amore richiede anche altri elementi costitutivi: capacità, doveri e diritti, su cui la società conta e per i quali s'impegna». E a quanti accusano la Chiesa di avere «ostinati pregiudizi» contro chi vorrebbe ridefinire la famiglia istituendo modelli alternativi «che la umilierebbero alimentando il disorientamento educativo» il presidente della Cei ribadisce che «essa, invece, va sostenuta come l’elemento fondamentale per la coesione sociale delle diverse generazioni, la cellula primordiale e il patrimonio incomparabile su cui poggia la società».

Annachiara Valle
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Postato da lettrice il 29/01/2013 22:30

Questo documento fondatissimo su riferimenti evangelici ed ecclesiali sembra scritto prima del peccato originale, non per l'eloquio dal sapore antico, ma per il candore di enunciare come una grande elaborazione cose ovvie e scontate. Il problema non è predicare bene, ma ricordarsi che noi popolo vediamo la stessa faccia di chi ha predicato alle ultime elezioni. E' incredibile inoltre vedere quanto la parola "donne" faccia fatica ad essere digitata da queste mani sante: vita, famiglia si'--- donne no. E allora ? Non basta un ufficio per gestire l'8 per mille? E' proprio necessario spendere tante energie nella CEI?

Postato da enfi il 29/01/2013 10:05

No Eminenza prima di parlare scomunichi i ciellini, i giovani sono VISIBILISSIMI, sono i politici ad essere invisibili e non aver data agli stessi giovani prospettive di lavore ed equità sociale. Eminenza La prego, astenetivi da consigli dopo aver lisciato il pelo per 20 anni a Berlusconi CONTESTAUALIZZANDO tutto il marciume. Eminenza si astenga da consigli oppure crede che gli italiani siano DEMENTI.

Postato da enfi il 29/01/2013 09:54

Caro Bagnasco, ci spiega quali sono i "valori" per i quali i suoi fedelissimi di Comunione e Liberazione hanno votato e voteranno per il PDL del "cattolicissimo" Berlusconi ? Restiamo in attesa di sapere e soprattutto di capire......

Postato da Andrea Annibale il 28/01/2013 19:44

Noi cattolici liberali abbiamo sperato che alcuni settori della Chiesa abbandonassero gli slogan vaghi anti-capitalisti e che la Chiesa a tutti i livelli spronasse non solo i politici ma chiunque abbia delle responsabilità pubbliche o private di alto livello a indicare percorsi concreti e praticabili per uscire dalla crisi. Il Cardinale Bagnasco mi pare non riprenda lo slogan che “i lavoratori non sono merce” (detto elaborato da monsignor Bregantini e ripreso da altri in varie occasioni) condivisibile in astratto, ma che non porta in nessuna direzione concreta, a mio modesto avviso. E che vada nella giusta direzione parlando di una fase recessiva dell’economia capitalista e non di una sua intrinseca immoralità. Mi pare un passo in avanti. Giustamente, il Cardinale ricorda che “la giustizia chiede di superare lo squilibrio tra chi ha il superfluo e chi manca del necessario”; altrettanto saggiamente si devono ricordare gli enormi benefici economici che il sistema liberale di mercato ha prodotto, assieme a fatiche ed esclusioni ingiuste e talora insopportabili, per miliardi di persone. Ma come colmare lo squilibrio tra chi ha il superfluo e chi il necessario? In parte, è stato già fatto con l’economia sociale di mercato. Traguardi come la giustizia e la sanità gratuite o quasi per tutti, il welfare in generale e l’elevato risparmio privato (il 70% delle famiglie è proprietario della prima casa) sono stati raggiunti. Oggi è necessario che la democrazia si mostri all’altezza della crisi perché nuovi imbonitori sul mercato della politica non prevalgano. La svolta che si rende necessaria richiede più il bisturi che un semplice cerotto. Non ho la capacità di indicare le strade concrete, le soluzioni praticabili per uscire dalla crisi. Posso solo pregare che i cattolici e i laici uniscano le forze e le idee migliori per fare un passo in avanti deciso verso l’uscita dalla crisi divenuta ormai quasi insopportabile. Facebook: AAnnibaleChiodi; Twitter: @AAnnibale.

Postato da Pietro48 il 28/01/2013 19:06

Mi permetto una piccola correzione alle parole del Cardinale : non è esatto dire che la gente ha accettato i sacrifici imposti dal governo Monti ; penso che sia più corretto dire che li ha subiti . E infatti sarà ben lieta di votare nuovamente per chi promette " via l'IMU, via le tasse e tutti a riempire ristoranti e locali alla moda " . Con i soldi di chi ? Intressa a ben pochi .Si cita spesso il detto di De Gasperi :- I politici pensano alle prossime elezioni , gli Statisti alle future generazioni .- Io in giro vedo e sento solo politici . Quanto vorrei sbagliarmi !!!!

Postato da masperi.umberto@yahoo.it il 28/01/2013 18:15

Prima di leggere il testo integrale della prolusione, se la sintesi è corretta vien proprio da pensare che la riflessione del cardinale non evidenzia un elevato acume. 1) Non è una novità che in campagna elettorale i populismi, le false promesse sono sempre state all'ordine del giorno, mentre sarebbe stato opportuno ricordare le promesse non mantenute, delle campagne precedenti, nel corso-legislature.2) Sul non voto ( partecipare è ...) occorre maggior rispetto per chi fa tale scelta ( i non saggi e coloro che fanno danno alla democrazia sono ben altri ). 3) "E mentre «ci si chiede se le iniziative legislative che si sono finora succedute abbiano determinato sollievo o aggravamento» ( sic !!!) : ma dove vive chi scrive in questi termini? ha qualche dubbio in merito?4) Suggerirei a sua eminenza di dare una risposta ( le sottigliezze non mancheranno) a chi obietta ( il sottoscritto) che vedere accanto ai nostri politici al governo le più alte autorità ecclesiastiche nelle cerimonie ufficiali ... è OGGI lo scandalo più grosso che questa chiesa ,che amo, mi dà. 5) Il ritornello sulla famiglia sta diventando stucchevole: chi è veramente credente lo sa già, il ripetersi ad infinitum inconsciamente rivela solo paura. Il vero cristiano ha coraggio.

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