Sindone, ostensione in diretta tv

E' l'icona per eccellenza dell'Uomo dei dolori. Appuntamento in mondovisione il 30 marzo 2013, Sabato santo. Un'iniziativa nell'ambito dell'Anno delle fede.

02/03/2013

Papa Benedetto XVI l la definì «l'icona del Sabato santo». La Sindone continua a commuovere, interrogare, stupire. Sabato 30 marzo 2013, vigilia di Pasqua, il telo conservato a Torino, il lenzuolo che secondo la tradizione avvolse Gesù dopo che venne deposto dalla croce, sarà visto in ogni parte del pianeta, grazie a un programma televisivo ripreso dalle telecamere di Rai 1 e trasmesso in mondovisione.


Non un'ostensione "tradizionale", dunque, come quella che nel 2010 portò a Torino 2 milioni di pellegrini, ma un evento carico di significati: l'ostensione televisiva si inserisce nell'ambito dell'Anno della Fede voluto da papa Benedetto XVI e avviene in un momento cruciale per la storia della Chiesa. E' monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e custode pontificio della Sindone, a chiarire il senso di questa particolare ostensione: «L'evento ha un grande significato spirituale e pastorale, ma anche storico», spiega durante una conferenza stampa. L'idea è nata diversi mesi fa: «ho cominciato a riflettere con le autorità competenti della Santa Sede - racconta l'Arcivescovo – e ho ottenuto il placet di Benedetto XVI, che ci ha incoraggiati dando all'evento un taglio di evangelizzazione e di contemplazione». 

Immediatamente la memoria ritorna al 2 maggio 2010, quando papa Joseph Ratzinger, pellegrino a Torino, si raccolse in preghiera davanti alla  Sindone. La volontà di scegliere proprio la vigilia di Pasqua come data dell'ostensione deriva proprio dalle parole di Benedetto XVI. «Il Sabato santo è' un giorno di silenzio e di preghiera – ricorda monsignor Nosiglia – ma anche un giorno di attesa, di apertura del cuore e della vita alla luce della risurrezione». 

L'ostensione televisiva non è un fatto inedito nella storia della Sindone. Era il 23 novembre 1973 quando, per la prima volta, furono trasmesse in diretta le immagini del telo (in quell'occasione esposto verticalmente e non orizzontalmente com'è consuetudine). Sono passati quarant'anni, densi di trasformazioni e novità, ma l'immagine dell'uomo della Sindone (martoriato di ferite in ogni parte del corpo, eppure misteriosamente capace di irradiare un senso di serenità e abbandono) non ha smesso di interrogare credenti e non. Riguardo all'autenticità del lino la comunità scientifica continua a essere divisa e su questi argomenti la Chiesa si è sempre espressa con grande cautela. 

E' però soprattutto allo sguardo della fede che l'Arcivescovo di Torino desidera fare appello: «Ai credenti comunque ciò che interessa è che la Sindone ci svela il sacrificio e la sofferenza patita da Gesù. Quel volto dell'uomo dei dolori, che è poi il volto di ogni uomo sulla terra, ci parla di amore e di dono, di grazia e di perdono». Ecco perché all'ostensione, che avverrà in Duomo nel pomeriggio di sabato 30 durante una celebrazione della Parola di Dio, parteciperanno circa 300 malati e disabili, persone che «portano sul loro corpo i segni della Sindone». Ma ci sarà anche una delegazione di giovani: l'evento infatti rientra nel programma del Sinodo diocesano che li accompagna in questi anni.

E proprio pensando ai giovani sono nate alcune idee tecnologiche legate alla Sindone. Si tratta di prodotti multimediali (compresa un'"App" per dispositivi mobili) grazie ai quali sarà possibile vedere le immagini del telo in altissima definizione, conoscerne le vicissitudini storiche, ma anche gli studi scientifici e il punto di vista dei credenti. Non c'è da stupirsi: negli ultimi tempi la Chiesa ha raccolto con entusiasmo la sfida dei nuovi media. I tweet di Benedetto XVI sono un messaggio eloquente.

Lorenzo Montanaro
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