Baustelle, i mistici dei nostri tempi

Giovanni Bianconi spiega l'ispirazione dell'ultimo denso album del suo gruppo.

15/04/2010

Uno ascolta un verso come «siamo niente, siamo solo cecità», cantato in un modo che non lascia trasparire alcuna emozione e pensa: ecco il solito gruppo di rock alternativo che gioca a fare il nichilista.

E invece il leader di quel gruppo, i Baustelle, il cantante Giovanni Bianconi, spiega che si tratta di una citazione di Jacopone da Todi e che il loro nuovo album, I mistici dell’Occidente, nonostante la malinconia che lo pervade, è un invito alla speranza, all’azione. «I nuovi mistici sono gli uomini e le donne che si sono stancati del modello di società in cui vivono, costruito sul più sfrenato individualismo, sulla cultura della superficialità, sullo sterile materialismo». È un disco, quindi che, come il precedente Amen, è intriso di spiritualità, anche se Bianconi, che ha scritto tutti i testi, è ancora alla ricerca della fede. «Sono figlio di quest’epoca così confusa dove chiunque abbia un minimo di sensibilità è portato a chiedersi per che cosa valga la pena vivere. Non sono credente, ma lascio la porta aperta».
 
In un’altra canzone, San Francesco, Bianconi canta: «Sono la vita violenta. San Francesco si diventa». «È una figura che mi affascina fin da bambino », dice il cantautore. «Lo vedevo come un figlio di papà che poteva avere ogni cosa, ma a un certo punto si è spogliato nudo e ha iniziato una nuova vita. San Francesco si diventa perché nessuno nasce santo, ma ciascuno, con tutti i suoi limiti, deve trovare la sua strada e non accontentarsi di una vita preconfezionata».

Il modo di cantare così distaccato, che Bianconi condivide con l’altra cantante del gruppo, Rachele Bastreghi, è il frutto di una precisa scelta stilistica: «Anche Franco Battiato fa così: la freddezza serve a far risaltare ancora di più la forza di ciò che dice ». Ma non c’è il rischio di prendersi troppo sul serio? «So bene che una canzone non può cambiare il mondo, ma penso anche che un artista abbia delle responsabilità. Nei miei testi ho affrontato temi come la droga, il suicidio e mi sono sempre chiesto che effetto avrebbero fatto sugli ascoltatori. Credo che l’artista debba cercare di scardinare i luoghi comuni e di parlare della sofferenza, della morte, ma non per il gusto di stupire a tutti i costi. Purtroppo, invece oggi anche la trasgressione viene mercificata». I Baustelle (“cantiere” in tedesco) hanno all’attivo quattro dischi. Con Amen hanno vinto la Targa Tenco. Sono autori della colonna sonora del film Giulia esce la sera.

Eugenio Arcidiacono
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