Elogio di Jovanotti

Con "Ora", il suo ultimo album, il cantautore toscano dimostra di aver raggiunto la maturità artistica e umana: musica e testi compongono un commovente inno all'amore. VIDEO.

11/03/2011

   E' bello quando si incontra un artista nel momento in cui raggiunge la piena maturità artistica. E il piacere è ancora più grande se, questa, è riflesso di una maturità umana, conquistata sul duro campo della vita. Queste sono le sensazioni che hanno accompagnato l'ascolto del nuovo Cd di Jovanotti, Ora, fra le cose più belle di questo inizio di stagione. Testi sentiti e mai banali si sposano con musiche capaci di farsi apprezzare immediatamente, fin dal primo ascolto, senza rinunciare all'elettronica o ad altre intuizioni più eleborate.

    «E' questa la vita che sognavo da bambino», canta Jovanotti in apertura. E sembra un manifesto esistenziale: non perché la vita sia un sogno privo di dolore, anzi, ma perché da quel dolore si può uscire più grandi, più forti, più umani. Crediamo che alcuni eventi che hanno toccato da vicino il cantautore (tre anni fa la morte del fratello in un incidente, nel novembre scorso la scomparsa della madre) abbiano segnato nel profondo il suo animo e la sua musica, arricchendoli e rendendoli più profondi. 

   A sentir parlare tanto di amore, in questo album, si potrebbe pensare a una fuga dai tormenti di questo presente convulso, a un ripiegamento naïf nel privato. Niente di tutto questo: le premesse che abbiamo appena illustrato fanno invece pensare a un invito a reagire a tutta la bruttura e al dolore di questo mondo scegliendo l'amore. «Considerando che l'amore non ha prezzo, sono disposto a tutto per averne un po'... Lo pagherò offrendo tutto l'amore che ho». Insomma, è l'amore la soluzione, è l'amore la via contro il male, contro il caos che ci travolge, come individui e come collettività. La canzone Ora, che dà il titolo all'album, è esemplare: «Non c'è montagna più alta di quella che non scalerò...». Vale la pena rischiare, anche se il successo non è garantito e nessuno ci può risparmiare il dolore. 

Non essendo né reputandosi un filosofo, Jovanotti non trasmette queste idee con prediche noiose condite da una musica improvvisata, ma le traduce in canzoni orecchiabili e ben costruite, belle e piene di spunti, anche musicali. A una felice ispirazione dei testi, corrisponde una brillantezza artistica che non disdegna elementi di sperimentazione, con un dosato ricorso all'elettronica, accenti rap, momenti più rock.

Molti i ritmi e le frasi che vi resteranno nell'orecchio e nel cuore. Sarebbe bello che i lettori ci raccontassero quali sono i versi che più li hanno emozionati e che più hanno amato...

Paolo Perazzolo
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