L'ultima preghiera di Martini

Parla don Claudio Burgio, autore di una composizione musicale su testo scritto dal cardinale, eseguita dopo la Comunione ai funerali del 3 settembre scorso e ora pubblicata.

14/11/2012

Coloro che hanno seguito la diretta televisiva dei funerali del cardinal Martini celebrati nel Duomo di Milano il 3 settembre scorso, ricordano senza dubbio quel momento di raccoglimento dopo la Comunione che è stato accompagnato dalle note, dal canto e dalle parole di una composizione musicale che per alcuni minuti è risuonata nel silenzio dell’affollatissima cattedrale.

Si trattava di una “preghiera” scritta da don Claudio Burgio, 43 anni, su un testo dello stesso cardinale e intitolata Tu mi chiami: insieme ad un’altra pagina (Tu mi basti Signore) su testo di monsignor Luigi Serenthà eseguita in altra parte della celebrazione, è ora pubblicata dalle Edizioni Preludio (www.preludiomusic.com), col titolo Due preghiere per Carlo Maria Martini per voci, clarinetto, violino e organo.

Don Burgio ci spiega come è nato questo “omaggio” destinato a rimanere un ricordo del Cardinale, ma anche un'opportunità a disposizione dei musicisti. «L’idea di dedicare una composizione al Cardinal Martini è nata spontaneamente. Avevo fra le mani un libro di preghiere che il Cardinale mi aveva regalato con dedica, in occasione di un incontro ad Acerra: e ho trovato un testo che mi sembrava adattissimo alla situazione. In Duomo, nei momenti dell’esposizione della salma ho scritto la mia lirica».

Il cardinale Martini in raccoglimento (Ansa).
Il cardinale Martini in raccoglimento (Ansa).

E l’altra pagina che compone la raccolta?
«Il secondo canto invece lo avevo composto nel 1992, quando ancora ero in seminario. Al cardinale piaceva molto, e lo faceva eseguire nel corso delle ordinazioni diaconali e presbiteriali. Il testo era del suo grande amico monsignor Serenthà, rettore del Seminario di Milano. Un sacerdote del quale il cardinale conservava perfino la foto».
 
Nella pubblicazione è anche presente una testimonianza della sorella del cardinale.
«Sì, la sorella Maria Martini Facchini è venuta a conoscenza della mia composizione durante la Messa. Per questo poi ci siamo contattati. Ha fatto eseguire la Preghiera anche in occasione di una cerimonia di ricordo a Torino. E ha voluto lei stessa lasciare una testimonianza dell’amore che il fratello provava per la musica inserita nell’edizione a stampa: una sua lettera e uno stralcio dalla pubblicazione Il mio Mozart, del 2006».

Nella quale lo stesso Cardinale, dopo aver raccontato dei suoi studi musicali da bambino, evoca un episodio lontano:
«Da bambino - forse avevo sei o sette anni - mi trovai con i miei genitori in un albergo dove suonava un’orchestra. Affascinato dalla musica e dal ritmo, mi avvicinai ai musicisti e mi misi a dare i movimenti di un direttore d’orchestra...».

Riprende don Burgio: «I ricordi che ho del Cardinal Martini sono molto forti, e tanti. Non solo perché mi ha ordinato sacerdote e non solo perché è stato una figura di riferimento per l’intera nostra generazione: ma proprio per quell’incontro ad Acerra. Io mi occupavo di carceri e disagio giovanile. Ho anche scritto un libro per le Paoline, Non esistono ragazzi cattivi. E lui mi invitò a proseguire la mia opera, mi incoraggiò. E forse la mia nomina a cappellano della carceri milanesi è stata anche una conseguenza di quell’incontro. La composizione è un modo per ricordarlo, ma anche per dirgli grazie».

Giorgio Vitali
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