L'amore spiegato dai bambini

La Fondazione Miroglio di Alba ha chiesto a due mila bambini fra i 3 e i 10 anni di interpretarlo: ne è nato il libro "999 storie sull'amore". Con una lezione per gli adulti.

18/11/2012
Elisa Miroglio con i bambini dell'Asilo Miroglio.
Elisa Miroglio con i bambini dell'Asilo Miroglio.

“C’è un grande prato verde dove nascono speranze che si chiamano ragazzi…”. Sono trascorsi oltre quarant’anni da quando Gianni Morandi cantava questa canzone. I ragazzi di ieri sono i nonni di oggi, ma quel prato è ancora lì, pronto a essere coltivato per far crescere buoni frutti. Ne è convinta la Fondazione Elena e Gabriella Miroglio di Alba, da sempre attiva nel campo dell’educazione e della crescita culturale delle nuove generazioni. L’ultima iniziativa è il libro 999 storie sull’amore. Questa pubblicazione esce a due anni di distanza da Nove storie sull'amore, il libro per l’infanzia con il quale Elena, Elisa e Giuseppe Miroglio avevano voluto ricordare la mamma Gabriella.

Il nuovo progetto, curato in collaborazione con la casa editrice Topipittori, ha coinvolto più di 2.000 bambini e ragazzi fra i 3 e i 10 anni. 175 classi di 57 scuole dell'infanzia e primarie del territorio di Alba-Bra-Langhe-Roero si sono dedicate a pensare, indagare e sondare il più enigmatico sentimento del mondo, sotto la guida dei loro insegnanti. I bambini hanno lavorato a coppie, in piccoli gruppi, a classi intere realizzando racconti fatti di parole e immagini.

Cos’è, dunque, l’amore?
Una domanda pesante come un macigno: i bambini l’hanno affrontata con la forza che solo il candore e l’innocenza sanno garantire. Come rileva il vicedirettore de La Stampa Massimo Gramellini nell’introduzione al libro: «L’amore non ha un perché, l’amore è il perché». L’amore non si pensa, si vive in modo completo senza mediazioni. Esiste nonostante l’indifferenza come scrive Francesco: «Vorrei vivere in un mondo acquatico perché spesso mi sento un pesce fuor d’acqua». È un rischio da correre per i ragazzi di una quinta elementare: «Nella nostra testa abbiamo sempre molte cose da dire. Spesso però non ne abbiamo il coraggio».

Il libro promosso dalla Fondazione Miroglio.
Il libro promosso dalla Fondazione Miroglio.

È indissolubile, più forte del dolore: «Quando guardo la luna sento la voce della mia mamma - ci racconta Luca - mi dice che ci sarà sempre nel mio cuore. La luna è unica come lo era la mia mamma». È soddisfatta e commossa Elisa Miroglio, presidente della Fondazione: «I bambini non parlano di amore accademico, banale, sulla bocca di tutti. Loro parlano di quello vero: per la mamma, il papà, verso i fratelli, gli amici, la natura». Un monito per noi adulti che spesso rispondiamo alla richiesta d’amore dei nostri figli rimpinzandoli di smartphone, tablet e via dicendo. «Si, è vero: i bambini di oggi sono figli della tecnologia e del "tutto e subito!"», sottolinea Elisa Miroglio, che precisa: «Ci tengo a far crescere i miei bambini nella semplicità: a casa non abbiamo la televisione e loro giocano all’aperto».

Una mamma, ma anche un’operatrice culturale: «Dall’asilo alle colonie estive, all’estate ragazzi, attraverso queste e altre iniziative la Fondazione Miroglio desidera trasmettere ai bambini i valori più importanti». Tra questi, la solidarietà: 999 storie sull’amore è la prova concreta dell’impegno Miroglio su questo fronte. La Fondazione ha sostenuto le spese di pubblicazione e il ricavato delle vendite sarà interamente devoluto alla Fondazione nuovo ospedale Alba-Bra (per informazioni: fondazione@miroglio.com). L’obiettivo è dotare il dipartimento materno infantile di nuove apparecchiature medico-scientifiche. Un gesto d’amore da cogliere al volo. Del resto come ci ricorda Aldo nel libro: «C’era una volta un signore che era sempre in cerca dell’amore. Un giorno lo trovò e lo raccolse come un fiore». In quel grande prato verde dove nascono speranze.

Giorgio Trichilo
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Postato da Andrea Annibale il 18/11/2012 11:00

Il senso dei bambini per il dolore che sempre si accompagna all’amore non ricambiato è vivissimo. Amore non ricambiato di una bambina verso un bambino innamorato di lei. Amore non ricambiato di un adulto che a scuola si prende cura del bambino. Amore non ricambiato dal genitore. Il/la bambino/a ha allora due strade: quella di isolarsi di una solitudine inconsolabile che può dar luogo a rabbia verso se stesso, a colpevolizzazione di sé e a depressione o il dispiegare le vele e salpare verso nuovi incontri più appaganti. Mantenere aperta la speranza del bambino dovrebbe essere il compito primario dell’educatore. Viviamo per la speranza e nella speranza di essere riamati. Una casa in cui non c’è il televisore, in cui si ascolta molta musica, in cui si gioca all’aperto è un buon punto di partenza, secondo l’esempio fornito nell’articolo. I bambini sono, secondo me, fiori che devono essere innaffiati dalla speranza. Facebook: AAnnibaleChiodi; Twitter: @AAnnibale.

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