Il romanzo delle famiglie

Mariano Berti da tempo raccoglie e scrive la storia dei nuclei di Paese, il Comune vicino a Treviso dove vive. Un monumento ai semplici che fanno la storia di tutti i giorni.

05/08/2011
Mariano Berti con uno dei suoi volumi.
Mariano Berti con uno dei suoi volumi.

   Di famiglia, nel Belpaese, si fa un grande parlare, per dire quanto è bella, quanto è importante, che cosa accadrebbe se non ci fosse, è il pilastro portante della nostra società... Quando poi si tratta di aiutarla, sostenerla, metterla nelle condizioni di nascere, crescere, svilupparsi, allora si crea un vuoto assordante. Per questo la corposa ricerca di Mariano Berti sui nuclei familiari di Paese, il Comune a una manciata di chilometri da Treviso dove abita, assume un enorme valore non solo culturale, ma anche sociale. In questo caso sì che le parole sulla famiglia hanno un significato profondo e non suonano come una beffa.

    Mariano Berti è oggi un pensionato-scrittore di 63 anni, con una carriera in banca alla spalle. Crediamo di non fargli torto affermando che la sua vocazione, prima nascosta e poi esplicita, è quella di scrittore. La passione per la scrittura lo ha sempre accompagnato, anche negli anni del lavoro, per poi trovare pieno "sfogo" ora che il tempo a disposizione è aumentato. Ebbene, il nostro Mariani ha da poco dato alle stampe il quarto volume della serie "Famiglie d'altri tempi" , un progetto che, a quanto ci risulta, ha pochi eguali nel panorama editoriale. Mettendo a frutto l'altra sua vocazione nascosta, quella di storico, Berti ha cominciato a raccogliere le storie delle famiglie di Paese, sia incontrando i diretti interessati, sia facendo ricerche nei ricchi e soprendenti archivi parrocchiali. Il risultato sono questi quattro preziosi volumi, un concentrato straordinario di storia locale e familiare.

Berti con una delle famiglie di cui ha ricostruito la storia in "Famiglie d'altri tempi".
Berti con una delle famiglie di cui ha ricostruito la storia in "Famiglie d'altri tempi".

   L'ultimo volume a vedere la luce, il quarto, conta ben 540 pagine (Piazza editore, euro 20,00) e segue lo schema narrativo dei precedenti: nome e soprannomi (gustosissimi) del ceppo familiare, foto (splendide, in bianco e nero) e via con il racconto di storie piccole e locali che si intrecciano con la grande Storia (la guerra, il lavoro...), intervallato da mappe genealogiche. Ogni capitolo è un caleidoscopio di personaggi, uomini e donne semplici, eventi e aneddoti: un romanzo complesso e affascinante che trabocca di umanità ad ogni pagina. Siamo convinti che un'operazione di questo genere dia molti più benefici alla famiglia di tante parole spese retoricamente.

   Non sfugga lo spessore storico di questo progetto editoriale che - lo ripetiamo - per vastitità e completezza ha pochi eguali: sono gli umili, i semplici, con le loro "vite vissute", a comporre il grande racconto della Storia. Concludiamo regalando ai lettori una confidenza che l'autore ci ha fatto: «Durante la presentazione del quarto volume di "Famiglie d'altri tempi" ho raccontato il contatto avuto via e-mail con una ragazza brasiliana, che mi chiedeva di tracciare la storia della sua famiglia trentina, guarda caso mia omonima, Berti. Quando ha saputo che ero in difficoltà per la stampa del libro, essendo questa volta venuti meno gli sponsor istituzionali, mi ha mandato 200 euro, la metà del suo stipendio... La stessa cifra, però lorda, che mi aveva offerto il sindaco leghista del paese e che io ho rifiutato...». Ma alla Lega non dovrebbe interessare la storia locale? Non dovrebbe sostenere chi dà voce alla gente e alle tradizioni di una comunità?

Paolo Perazzolo
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