La lettura salvata dai ragazzini

Meno della metà degli adulti legge almeno un libro all'anno, mentre nella fascia fra i 2 e i 17 anni si arriva al 60 per cento. E anche l'editoria per l'infanzia soffre meno la crisi.

22/03/2013
La lettura è più diffusa fra i bambini che fra gli adulti (Corbis).
La lettura è più diffusa fra i bambini che fra gli adulti (Corbis).

I bambini salveranno i libri. È il dato che sembra emergere dall'incrocio di due recenti ricerche che fotografano "lo stato della lettura" nel nostro Paese e che dimostrano che i più giovani leggono più degli adulti.

Il Rapporto sulla promozione della lettura in Italia curato dall'Associazione Forum del libro mostra i soliti, sconfortanti dati:
il 54 per cento degli italiani non prende mai in mano un libro. Attenzione: non stiamo parlando dei cosiddetti lettori forti, cioè di coloro che hanno una frequentazione abituale con i libri, bensì di coloro che hanno letto anche solo un volume in un anno. E ad aggravare ancora di più la portata del numero è il fatto che si ripete uguale da quasi vent'anni, dopo il periodo di crescita registrato fra il 1965 e il 1988.

Se spostiamo l'attenzione sul mondo dell'infanzia, trapela un quadro meno fosco, che lascia spazio a qualche speranza.
I dati Nielsen contenuti in un'indagine condotta per l'Associazione degli editori (Aie) descrivono la nascita di una futura generazione di lettori: rispetto al 46 per cento deglio adulti, si arriva al 63,3 per cento nella fascia fra i 2 e i 5 anni, al 60,8 per cento in quella fra gli 11 e i 14 e al 59,8 per cento in quella fra i 15 e i 17 anni. Di conseguenza, anche il settore dell'editoria per l'infanzia - che vale 200 milioni di euro con 184 editori attivi e 5.164 titoli pubblicati per oltre 33 milioni di copie stampate - resiste meglio alla crisi: la frenata è contenuta al 6 per cento, contro l'8 dell'editoria generale.

Questi numeri hanno bisogno di analisi e di riflessioni. Si tratta di capire, ad esempio, quali condizioni stiano rendendo possibile la nascita di questi piccoli lettori. Gli autori del Rapporto sul libro denunciano «il disinteresse totale della classe dirigente italiana alla cultura in generale e ai libri, anche da parte della sinistra laica» e auspicano «una strategia integrata pluriennale».

Chiudiamo con le parole più positive del responsabile del gruppo editori per ragazzi di Aie Antonio Monaco: «La crisi non risparmia nessuno, ma per il mercato ragazzi è prevedibile un più rapido attraversamento del tunnel. La nostra forza sta nel fatto che i ragazzi leggono più degli adulti. È in questa fase della vita che se si semina, si semina bene per sempre: la vera sfida che ci attende è dunque quella di accrescere ulteriormente lo sviluppo della lettura nei primi anni di vita e poi di saperlo conservare».

Paolo Perazzolo
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