29/11/2011
Mirella Tenderini durante la cerimonia di premiazione del "Gambrinus-Mazzotti" a San Polo di Piave (Treviso)
S’intitola “Isabelle, amica del deserto” (O.G.E. Opera Graphiaria Electa) ed è la biografia di una esploratrice vissuta tra l’800 e il ‘900. Con quest’opera la scrittrice e traduttrice Mirella Tenderini s’è aggiudicata il superpremio “Veneto Banca - La voce dei lettori” nella serata finale della XXIX edizione del premio letterario “Gambrinus Mazzotti”.
La vincitrice è nota in Italia e all’estero per la sua attività trentennale nel mondo dell’editoria e della letteratura di montagna. E’ biografa, curatrice di fortunate collane, nonché autrice di molti libri, tra i quali “Il duca degli Abruzzi”, “Le nevi dell’Equatore”, “La lunga notte di Shackleton”, “Gauguin e Tahiti”.
Il testo premiato narra i viaggi, le avventure e gli amori di Isabelle Eberhardt (1877-1904), esploratrice, giornalista e scrittrice svizzera di origini russe, che visse e viaggiò nel Nord Africa, dove morì a soli 27 anni, annegando in un’inondazione in Algeria, paradossalmente, in pieno deserto del Sahara.
Una vita breve, ma da romanzo. Basti pensare che per potersi addentrare in territori interdetti alle visitatrici europee, Isabelle non esitò a travestirsi da cavaliere arabo e a cambiare nome. Innamoratasi del Maghreb, si fece amica di sceicchi e sapienti sufi e infine abbracciò la fede musulmana. Scriveva racconti firmandoli Nicholas Podolinski. Corrispondeva per giornali francesi e algerini e parlava perfettamente l’arabo.
“Una figura di donna irrequieta e straordinaria, conosciutissima tutt’oggi in Francia, dove sono state pubblicate tutte le sue opere, e molto amata nelle terre d’Algeria e Marocco dove la sua biografia s’è già mescolata al mito”, osserva Mirella Tenderini. L’autrice per ricostruire vita e opere di Isabelle ha ripercorso le tappe principali dei suoi viaggi africani, raccogliendo le testimonianze di chi in famiglia aveva sentito tramandare le vicende di questa giovane esploratrice. “L’opera, come spessa capita a chi scrive, è nata per caso: dal ritrovamento fortuito in una bancarella libraria al mercatino di Aix-en-Provence di un libro di note di viaggio della Eberhardt. Da lì non mi sono più fermata”.
Alberto Laggia