25/01/2012
È stata presentata ieri all'Ambrosianeum di Milano Munus, rivista europea di cultura. La vocazione del nuovo quadrimestrale è evocata dal suo stesso nome: lavorerà per favorire e promuovere lo scambio dei doni di cui ciascuno è portatore, percependoli al tempo stesso come una grazia e come un dovere. Una cultura, dunque, che intende farsi carico dei problemi e delle speranze della società. Diretta da Stefanu Biancu, docente di Etica all'Università di Ginevra, conta su un comitato scientifico di altissimo livello e di respiro europeo, che comprende un folto gruppo di filosofi, teologici, economisti, religiosi. Sarà interessante verificare come competenze tanto alte sapranno confrontarsi con le sfide sociali del nostro tempo, parlando a tutti. A dare corpo al progetto sono Cittadella editrice e l'Associazione l'asina di Balaam.
Il primo numero, già disponibile, raccoglie una serie di contributi che ne testimoniano l'interdisciplinarietà. Giuseppe Tognon apre con "Credere ind emocrazia", Frank Hadelmann parla di "Una giustizia differente", Maria Antonietta Crippa si sofferma sul "Monumento nell'architettura occidentale", Paolo Prodi indaga il rapporto fra "Le leggi dello Stato e il dolore dell'uomo", Fulvio De Giorgi domanda "Chi è il maestro e chi sono i discepoli?", Paolo Branca riflette su "Bestemmiare il dono: i peccati di omissione" (tema caro alla rivista), Ottmar Fuchs approfondisce "La maledizione e il lamento come sfida biblica".
Il secondo numero, previsto per maggio, raccoglierà gli interventi sotto il titolo "Inferni".
Paolo Perazzolo