Scrittori e Concilio, 50 anni di sfide

Un convegno a Firenze cerca di fare il punto sugli effetti che il grande evento della Chiesa ebbe sulla narrativa di ispirazione cristiana. Apre i lavori il cardinale Betori.

23/11/2012
Il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat con la giuria e il vincitore del Campiello Mario Pomilio. L'autore vinse il Premio nel '65 con "La compromissione".
Il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat con la giuria e il vincitore del Campiello Mario Pomilio. L'autore vinse il Premio nel '65 con "La compromissione".

Quando si va alla ricerca di immagini di "scrittori cattolici", si finisce sempre nel bianco e nero. Al di là della vaghezza dell'espressione, è difficile dire che la denuncia - lanciata qualche anno fa da Ferruccio Parazzoli, di una letteratura che ha ormai soltanto uno sguardo orizzontale e che non sa più "arrampicarsi" verso l'alto, dando voce alle ansie e agli aneliti più profondi dell'uomo - sia infondata. Chi sono oggi gli scrittori di ispirazione cristiana? Soprattutto fra i giovani, dove possiamo rintracciare una sensibilità verso le "questioni cristiane"? Possiamo citare Alessandro D'Avenia, la bella novità di Mariapia Veladiano, ma chi altri?

Divresi spunti di riflessione verrannno offerti, sabato 24 e domenica 25 novembre, dal secondo convegno "Scrittori di ispirazione cristiana a convegno". Il tema della prima edizione puntava dritto al cuore della questione: "Quando la letteratura entra nelle pieghe della vita e della storia dell'uomo". L'edizione di quest'anno sceglie una prospettiva storica di grande fascino: tenta cioè di capire quale impatto ebbe il grande evento del Concilio Vaticano II sugli scrittori di quegli anni. Sotto il titolo "Sfide culturali e letterarie in Italia a cinquant'anni dal Concilio Vaticano II", una serie di relazioni e dibattiti proveranno a verificare se le parole nuove del Concilio "modificarono" o influenzarono l'attività intellettuale degli autori.

Rodolfo Doni (1919-2011).
Rodolfo Doni (1919-2011).

Si appurerà che le potenti parole della Gaudium et Spes («Fra il messaggio della salvezza e la cultura esistono molteplici rapporti») non caddero senza effetto nell'ambiente degli scrittori. Autori come Ignazio Silone, Mario Pomilio, David Maria Turoldo, Italo Alighiero Chiusano, Sergio Quinzio, Rodolfo Doni... reagirono - ciascuno in maniera unica e secondo il proprio stile - agli stimoli di quel messaggio. Sarà interessante capire, seguendo gli incontri del convegno, in quali termini vi fu una liberazione di energie creatrici e se nacque il desiderio di conciliare l'istituzione storica della Chiesa con la profezia spirituale. E ancora, rileggendo i testi degli autori di quel periodo, si cercherà di capire  come fu ridefinito il ruolo dell'intellettuale, del prete, della donna...

I lavori verranno aperti sabato 24 dal cardinale Betori e da don Vincenzo Arnone, che presenterà il convegno. Padre Bartolomeo Sorge indicherà le sfide culturali dei primi anni Sessanta in relazione agli inizi del Concilio. Pietro Gibellini indagherà il rapporto fra Bibbia e letteratura. Gli scrittori saranno protagonisti della tavola rotonda di domenica 24.

Per informazioni: tel. 339/65.75.095.

Paolo Perazzolo
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