16/02/2012
Stefano Accorsi in "Furioso Orlando".
Stefano Accorsi, dopo la tournée de Il dubbio di John Patrick Shanley nel 2008, con la regia di Sergio Castellitto, ritorna al teatro, diretto da Marco Baliani, con Furioso Orlando, un adattamento dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, testo che Luca Ronconi nel 1969 aveva portato in scena con un memorabile allestimento a Spoleto.
Una sfida interessante per un attore versatile che alterna cinema, tv e teatro e che aveva già proposto al Louvre di Parigi nel 2009 una lettura del poema ariostesco: «Lucilla Morlacchi, mia partner ne Il dubbio, grandissima interprete anche della Divina Commedia», racconta Accorsi, «mi incoraggiò e mi consigliò di recitare l’Orlando Furioso; così, studiandolo a fondo, l’ho riscoperto, dopo le prime letture che risalivano ai tempi del liceo».
Il regista Marco Baliani, l’attrice, cantante-musicista Nina Savary e Accorsi si sono concentrati sulle due storie d’amore principali del complesso poema epico cavalleresco sulla guerra causata dall’invasione della Francia di Carlo Magno da parte del mussulmano Agramante: Orlando, paladino di re Carlo, insegue la bella Angelica e la guerriera cristiana Bradamante si innamora del cavaliere saraceno Ruggiero che poi si convertirà. «L’uomo viene posto in primo piano», sottolinea Accorsi, «con tutte le sue debolezze; infatti, dopo la prima battaglia, sparisce il lato epico e ogni personaggio combatte per sé, per inseguire le proprie passioni. Re Carlo mette in palio per destinarla al miglior cavaliere Angelica, poiché teme la rivalità tra i suoi paladini per conquistarla. Ma Angelica riesce a fuggire, così Orlando, l’unico a rimanere fedele solo a lei, prende coscienza di averla persa, la cerca e, scoperto che si è innamorata del giovane saraceno Medoro, rivela tutta la sua fragilità: la sua integrità si sbriciola, e diventa pazzo furioso per il dolore».
Da sinistra: Marco Baliani, Stefano Accorsi e Nina Savary.
Furioso Orlando non è la riproduzione "mimetica" del poema: i personaggi
vengono raccontati, osservati, citati da Stefano che diviene, di volta
in volta, «un narratore multiforme», come lo stesso Ariosto che leggeva,
interpretando, la sua opera nelle corti. Alla recitazione si alternano
le canzoni di Nina Savary, «coscienza femminile dello spettacolo»,
inoltre, occasionalmente si inseriscono alcune « “derive”, digressioni,
come il tema della gelosia che allude all’Otello di Shakespeare».
Il dissidio tra cristiani e mussulmani, invece, rimane sullo sfondo,
mentre se si cercano riferimenti all’attualità, si trovano nella
condanna di tutte le guerre, presente già nella scrittura dell’Ariosto
che compiange la morte di tanti giovani. Conclude infatti Accorsi: «In
Ariosto Dio è assente, ogni uomo è solo davanti alle sue responsabilità,
ai suoi doveri, alla propria coscienza, poiché i sentimenti prendono il
sopravvento sui ruoli e sulla missione nobile e religiosa: si combatte
una guerra di religione, ma le passioni amorose sono più forti. Ariosto
mette uomini e donne davanti ai casi della vita, poiché ritiene sia il caso a regolare gli eventi del poema: gli uomini spesso si trovano al
posto sbagliato nel momento sbagliato per strane coincidenze».
E invece per una fortunata coincidenza Accorsi si è avvicinato al mondo
dello spettacolo, grazie al sostegno dei suoi genitori emiliani: «mia
madre, conoscendo la mia passione per la recitazione, mentre leggeva un
giornale, ha scoperto per caso che il regista Pupi Avati cercava nuovi
attori, così mi ha iscritto al primo provino della mia carriera, quando
ero all’ultimo anno di liceo. Se non fosse stato per lei magari ora non
farei l’attore! Adesso che sono padre di due bambini, vorrei comunicare
loro che nella vita è importante essere guidati da una passione che
diviene una risorsa, soprattutto oggi che è difficile trovare un
lavoro». E per un caso il primogenito di Accorsi si chiama proprio
Orlando e perciò ora è molto contento e orgoglioso che suo padre stia
portando in scena uno spettacolo con il suo nome!
Accorsi vive a Parigi con la moglie, Laetitia Casta, e spesso sente la
nostalgia dell’Italia: «Amo molto la Francia, ma sono un emigrato, mi
manca il sole dell’Italia, quando torno a Roma mi sembra sempre
primavera, anche se è inverno; inoltre mi manca molto la caratteristica
unica degli italiani, la solidarietà che li fa sentire sempre uniti,
pronti ad aiutarsi fra loro nei momenti di difficoltà».
DOVE & QUANDO
FURIOSO ORLANDO Ballata in ariostesche rime per un cavalier narrante,
adattamento teatrale di Marco Baliani liberamente ispirato all’Orlando
Furioso di Ludovico Ariosto. Con Stefano Accorsi e Nina Savary. Regia di
Marco Baliani. Produzione Nuovo Teatro e Teatro Stabile dell’Umbria. Al
Teatro Ambra Jovinelli di Roma dal 16 al 26 febbraio, al Teatro Elfo
Puccini di Milano dal 20 al 25 marzo e poi in tournée. Info:
www.ambrajovinelli.org; www.elfo.org
Albarosa Camaldo