Basilico, l'anima del paesaggio

Il Museo di fotografia contemporanea rende omaggio all'artista, scomparso tre mesi fa, mettendo in mostra 110 opere che documentano la sua indagine sull'identità dei luoghi.

21/05/2013
Gabriele Basilico, Terni. Quartiere Matteotti, 1976.
Gabriele Basilico, Terni. Quartiere Matteotti, 1976.

È un'occasione preziosa per riflettere sul significato dell'opera di Gabriele Basilico l'omaggio tributato al grande artista, scomparso tre mesi fa, dal Museo di fotografia contemporanea. Basilico occupa una posizione centrale nell'ambito della fotografia documentaria. È soprattutto il rigore della sua ricerca, incentrata sul tema del paesaggio urbanizzato e in continua trasformazione, a fare di lui uno dei maestri che hanno costruito la fotografia contemporanea, svelandone l'intimo collegamento con l'arte.

Nato a Milano nel 1944, ebbe nella fotografia sociale il suo primo interesse, negli anni della contestazione studentesca, delle lotte operaie e delle manifestazioni di piazza. Tuttavia non il reportage, bensì il documento che coglie l'evento nella sua istanteneità e velocità si rivelò come la sua cifra stilistica.

La formazione di architetto, unita alla sua natura riflessiva, lo indirizzarono presto verso l'oggetto fondamentale della sua ricerca: la forma e l'identità della città, l'insieme stratificato delle architetture, dei manufatti prodotti dalla storia e dalla cultura degli uomini. Osservando la città era possibile cogliere i mutamenti in atto nel paesaggio, in quel momento cruciale che è il passaggio dall'era industriale a quella postindustriale. E, ancora, l'urbanizzazione del paesaggio, l'avvento della metropoli e delle megalopoli. Dove emergeva il tema, caro all'artista, del legame fra luogo e identità.

Gabriele Basilico, Milano, 1970-1973.
Gabriele Basilico, Milano, 1970-1973.

Dopo il periodo sociale, Basilico si dedicò all'indagine su Milano (Milano. Ritratti di fabbriche, 1978-80). Segnò una svolta decisiva la sua partecipazione alla Mission Photographique de la Datar, il grande progetto di committenza pubblica voluto dallo Stato francesce per uno studio sullo stato del paesaggio di fine secolo. È in questa fase che diventa evidente, per lui, che il paesaggio è un fatto culturale, percettivo, esistenziale.

Altra tappa importante fu la ricerca Sezioni del paesaggio italiano, con Stefano Boeri, presentata alla Biennale di Venezia nel 1996. Con la seconda metà degli anni Novanta l'artista continuò a lavorare su Milano e a indagare su singole città o scenari, nei quali sempre emergevano la complessità e la convivenza dei luoghi.

La mostra proposta dal Museo di fotografia contemporanea non pretende di documentare in maniera esauriente il percorso di Gabriele Basilico, ma di testimoniare il valore della sua ricerca. Vengono presentate 110 opere, datate dal 1969 al 1998, divise per nuclei tematici.

Dove & Quando
Omaggio a Gabriele Basilico, Museo di fotografia contemporanea, Cinisello Balsamo (Milano), villa Ghirlanda. Dal 22 maggio al 6 ottobre. Info: www.mufoco.org

Paolo Perazzolo
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