Cambiamo clima, per i bambini

Una mostra fotografica di Luca Catalano Gonzaga allo Spazio Forma di Milano documenta gli effetti dei cambiamenti climatici sull'infanzia. E indica una speranza.

20/09/2012
 Burkina Faso, Mare d'Oursi, dicembre 2010 (© Luca Catalano Gonzaga).
Burkina Faso, Mare d'Oursi, dicembre 2010 (© Luca Catalano Gonzaga).

La bellezza salverà il mondo. Perché riuscirà a toccare le coscienze degli uomini, a portare nuove consapevolezze e cambiamenti negli stili di vita. Ne è convinto Luca Catalano Gonzaga, fotografo romano, che espone il suo lavoro allo Spazio Forma di Milano nella mostra Infanzia in pericolo. Child survival in a changing climate.

Di questa fede, ne è egli stesso la prova. Dopo una laurea in Economia e anni di professione nel settore della comunicazione e della pubblicità per conto di grandi aziende, dal 2008 si è dato interamente alla fotografia professionale. «Gestivo budget milionari per la campagne pubblicitarie di importanti imprese, la cui finalità era, sempre, l'incremento delle vendite. Ad un certo punto della mia vita, ho avvertito la futilità di questa attività, ho capito che non mi arricchiva come persona», racconta. «Ero uno di quei professionisti che, il lunedì mattina, si arma della sua valigetta e prende l'areo da Roma a Milano, per parlare solo di numeri...». Il cambiamento, con il passaggio alla nuova professione, e alla nuova vita, è stato radicale. «Ho mutato anzitutto il mio stile e tenore di vita. Ho sperimentato che l'agiatezza genera un ozio intellettivo che porta a perdere un po' il senso dell'esistenza. In ogni caso, dal lavoro precedente, ho ereditato un patrimonio prezioso di relazioni e competenze e la capacità di promuovere se stessi. Certo, occorre avere entusiasmo, non scoraggiarsi di fronte ai fallimenti e sapersi correggere».

La mostra allestita allo Spazio Forma riassume la sua "filosofia" di vita ed estetica. L'obiettivo è quello di documentare i devastanti effetti del cambiamento climatico sull'infanzia. «Il progetto riguardava il tema del cambiamento climatico. Per rappresentarlo, avevo bisogno di un focus, e l'ho trovato nell'infanzia: i bambini sono la generazione che più ne subirà gli effetti e più sarà chiamata a farvi fronte». Dopo alcune ricerche, due anni fa presentò il progetto alla Fondazione Nando Peretti, da tempo impegnata in opere di primo soccorso in tutto il mondo. «Indicavo nel dettaglio i Paesi e le situazioni da testimoniare: «La Mongolia e il Burkina Faso per la desertificazione, il Nepal per lo scioglimento dei ghiacciai, il Bengala e il Bangladesh per l'innalzamento del livello del mare, lo Zambia per la malaria e infine l'India per l'energia eolica».

A raccontare che cosa significhi, per l'umanità, il cambiamento climatico dovevano essere dunque i bambini:
«I soggetti più deboli, quelli che più hanno bisogno di protezione. La cui vita viene stravolta. In Bangladesh ho visto che ogni giorno intere famiglie dedicavano parte della giornata a raccogliere fango per costruire argini: i bambini non avevano tempo né per giocare né per andare a scuola. In Mongolia, a  causa della desertificazione, la gente non sa più dove migrare: alcune aree sono già occupate, la capitale sta per esplodere, con immensi slum in condizioni spaventose... Nel campo profughi in Kenia, che avrebbe dovuto essere temporaneo, vivono ormai bambini nati lì, senza la prospettiva di un'istruzionhe, di un lavoro, sprecando la vita nell'inerzia... Sono vite negate. Ricerche di Save the children e dell'Unicef avvertono che nel 2050 saranno 175 milioni i minori che soffriranno a causa del cambiamento climatico. Mentre il dramma della fame sta arretrando, peggiorano in tante zone del mondo le condizioni igienico-sanitarie».

Kenia, Daadab, maggio 2011 (© Luca Catalano Gonzaga).
Kenia, Daadab, maggio 2011 (© Luca Catalano Gonzaga).

Le fotografie di Catalano Gonzaga mettono in scena una strana dialettica: pur denunciando tragedie orribili, emanano bellezza, grazia, poesia. È come se il contenuto stridesse con la forma, generando non repulsione, bensì portando l'osservatore, attraverso il "piacere" estetico, nel dramma rappresentato. «Cerco sempre una chiave positiva, i bambini che giocano, la capacità di adattamento dell'uomo. Ho visto che, nonostante tutto, i piccoli durante la giornata si ritagliano un momento in cui "essere solo bambini". Vengo dal campo pubblicitario, nel quale la bellezza viene usata per colpire la memoria. Perché non arruolarla per cause come questa? Se si riesce a toccare la coscienza con un sorriso, si è raggiunto lo scopo».

L'artista ha scelto di legare intimamente la sua nuova vita professionale a un forte impegno sociale.
Ha fondato Witness Image, un'associazione senza scopo di lucro che promuove l'educazione e il rispetto dei diritti e delle libertà, come previsto dalla Dichiarazione universale. E che crede che la fotografia possa cambiare la vita delle persone. «Ritraggo molti soggetti, ma la motivazione che mi ha indotto a questa "conversione" personale è quella di provare a documentare la realtà per smuovere le coscienze, in modo da instillare consapevolezza. Sono convinto che la bellezza possa salvare il mondo».

Dopo averci messo di fronte alla realtà, denunciando i problemi, la mostra si chiude con un messaggio di speranza, affidato, ancora una volta, alla potenza dell'immagine. Catalano Gonzaga ha realizzato un reportage nel campo eolico di Dhule, in India, dove 650 pale rotanti installate su 50 km quadrati hanno eliminato la produzione di 70 mila tonnellate di anidride carbonica. «La soluzione ai problemi esiste. Di fronte al cambiamento climatico, possiamo ad esempio intraprendere la via delle energie rinnovabili e pulite, che non inquinano e danno lavoro. Occorre un cambio di mentalità. Tempo fa una famosa photoeditor attaccò i fotografi, accusandoli di dare voce solo a storie negative. Qualche ragione ce l'aveva: abbiamo il compito di denuciare i mali, ma anche di mostrare le vie d'uscita». Per questo, i prossimi progetti riguarderanno la verifica del raggiungimento degli obiettivi del Millennio stabiliti dall'Onu, che prevedevano, ad esempio, la riduzione della mortalità infantile.

Saranno ancora i bambini a dirci, attarverso le immagini, se il mondo si salverà.

Dove & quando

"Infanzia in pericolo. Child survival in a changing climate", Milano, Spazio Forma, fino al 14 ottobre. Info: www.formafoto.it

Paolo Perazzolo
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