Centocinquanta ballerini per Raymonda

Il balletto, nato al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo nel 1898, entra solo oggi nel repertorio della Scala in una versione filologica, filmata dalla Rai. Una prima assoluta.

12/10/2011
La preparazione della scenografia di "Raymonda".
La preparazione della scenografia di "Raymonda".

   Uno sciopero, alla fine degli anni Ottanta, ne impedì il debutto; un’infelice data settembrina, nel 2000, ne fece passare inosservata l’offerta del Balletto dell’Opéra di Parigi. Con questi sfortunati antefatti, sembrava proprio che Raymonda, l’ultimo dei capolavori di Marius Petipa e dell’era imperialistica sulle punte  (1898), non sarebbe mai riuscito né a entrare nel repertorio scaligero, né a farsi conoscere dai suoi appassionati. E invece Raymonda, in scena dall’11 ottobre (e sino al 4 novembre) è un duplice dono, da inserire negli annali del balletto non della Scala di Milano, ma internazionale.  

   Ripresa anche dalla Rai, potrà arrivare al più largo pubblico con due stelle internazionali, l’intero Corpo di ballo, settanti allievi della Suola scaligera, aggiunti e comparse: tutti distribuiti nei tre atti (e quattro scene) di una leggenda medievale sulle punte, avvolta in scene e costumi sfarzosi, tratti dagli originali del 1898, e soprattutto organizzati in una coreografia filologica, a cura di Sergej Vikharev, che promettere di adagiarsi perfettamente sulla musica di Aleksandr Glazunov. Per realizzarla, Vikharev, ha rovistato per tre anni negli archivi della Harvard Theatre Collection, custode delle notazioni originali di Petipa, assieme a Pavel Gershenzon, già suo collega nelle ricostruzioni filologiche di La bella addormentata, La Bayadère, Il risveglio di Flora, Coppélia.  

   L’orientaleggiante Raymonda narra dell’ostacolato matrimonio della protagonista eponima (Olesia Novikova) e del crociato Jeanne de Brienne (Friedemann Vogel). Visioni premonitrici e soprattutto, saraceni prepotenti e passionali, ritardano l’unione. Un plot a sorpresa. Ma ciò che davvero affascina è la serrata quantità di passi a due, insiemi pseudo-folk, pantomime, seduzioni arabeggianti. Un Medioevo da favola, velato di psicologia preveggente, che finisce con l’anelato matrimonio ma dopo un violento (e truccato) duello. Apoteosi del falso storico e del balletto!      

Marinella Guatterini
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