Foto, Cartier-Bresson a Etroubles

In Valle d'Aosta, verso il Gran San Bernardo, fino al 16 settembre è allestita una mostra monografica a lui dedicata; 226 fotografie in bianco e nero raccontano storie d'amicizia.

05/08/2012

Ad attirare i visitatori non c'è solo il panorama da cartolina (casette in pietra e legno decorate di fiori, curatissime, che si stagliano contro il cielo terso e il profilo delle montagne). In questi mesi estivi Étroubles, comune della valle del Gran San Bernardo, sa farsi notare anche per altre immagini: gli scatti del grande fotografo francese Henri Cartier-Bresson. Fino al 16 settembre è allestita una mostra monografica a lui dedicata. In particolare è esposta la collezione Sam, Lilette e Sébastien Szafran, offerta alla Fondation Pierre Gianadda di Martigy nel 2005.


Sono 226 le fotografie in bianco e nero che raccontano la storia di una lunga amicizia tra tre famiglie: Sam, Lilette e Sébastien Szafran; Henri Cartier-Bresson e Martine Franck; Léonard e Annette Gianadda. La collezione offre uno sguardo privilegiato sul percorso artistico di Cartier-Bresson. Infatti raccoglie foto della giovinezza, grandi incontri, testimonianze di momenti storici, paesaggi vicini e lontani, volti amati e ritratti di artisti, compreso il grande pittore Henri Matisse. 


Viene da chiedersi come mai gli scatti di uno dei più acclamati fotografi al mondo siano arrivati in un piccolo comune di montagna. Comune a1280 metri di altitudine, 516 abitanti (160 nel borgo), persone che si conoscono da sempre e da sempre condividono storie e riti quotidiani: ecco, in due parole, Étroubles. Eppure questo paesino addossato al colle del Gran San Bernardo riesce ad avere una sorprendente vitalità culturale e turistica. Dal 16 giugno, giorno della sua inaugurazione, agli inizi di agosto, la mostra su Cartier Bresson è stata visitata da 2.000 persone. E non è certo la prima esperienza del genere. Due anni fa l'esposizione d'arte "Sculptrures – De Degas à Picasso", con opere di Chagall, Giacometti, Rodin, Claudel, ha richiamato a Étroubles più di 4.000 visitatori. Per non parlare del museo a cielo aperto, che conta ogni anno circa 24.000 presenze. 

Numeri imponenti, che non hanno nulla da invidiare a luoghi ben più rinomati. Non solo: dal 2010 Étroubles ha ottenuto la Bandiera Arancione del Touring Club Italiano, riconoscimento riservato ai migliori borghi dell'entroterra, è nel Club dei Borghi più Belli d’Italia e Comune Fiorito con 4 fiori su 4. Possibile che tutto questo si spieghi solo con una serie di fortunate coincidenze? Certamente no. Ci è voluta una crisi per far scattare la molla del rinnovamento. Soprattutto ci è voluto un duro lavoro.


Una veduta del Comune di Etroubles (Aosta).
Una veduta del Comune di Etroubles (Aosta).

La nuova vita di questo ex borgo agricolo inizia nel 2003, in anni duri per il turismo di montagna. Il piccolo impianto di risalita del paese è in grave difficoltà. Colpa anche dei cambiamenti climatici e delle nevicate sempre più scarse. «Ci siamo resi conto che bisognava fare qualcosa per sostenere strutture ricettive e attività commerciali - spiega Massimo Tamone, sindaco di Étroubles - Era questione di sopravvivenza». Ecco allora l'intuizione: «ripartire dalle radici, ridare valore a un borgo che ha visto passare Salassi, Romani, Burgundi, Ostrogoti, Merovingi, Carolingi, Saraceni, papi, re e imperatori, viaggiatori di ogni cultura ed estrazione sociale, tutti diretti al valico del Gran San Bernardo o in arrivo dalla Svizzera. E' nata così l'idea di creare un percorso di visita nuovo, per recuperare le testimonianze artistiche più antiche, ma anche la storia della cultura materiale». 

Chiese e monumenti, quindi, ma anche manifattura, artigianato e gastronomia. Un esempio: la prima latteria sociale della Valle d'Aosta è stata resa accessibile ai visitatori. E' nato anche un museo a cielo aperto che oggi raccoglie 22 opere di artisti contemporanei passati da Étroubles, gente che, proprio come nei tempi antichi, porta con sé mondi e tradizioni lontane, dalla Svizzera all'Azerbaigian.

Uno dei frutti più preziosi di questo sguardo lungimirante è la collaborazione con la Fondation Gianadda di Martigny, polo culturale di grande prestigio, e con il suo fondatore Léonard Gianadda. Anche questo legame è nato da una scommessa: «Ho telefonato al presidente della fondazione, pur senza conoscerlo di persona, e gli ho chiesto un appuntamento di pochi minuti - racconta il sindaco - In realtà quei "pochi minuti" sono diventati più di tre ore: è nata così una solida amicizia, destinata a durare nel tempo». Qual è dunque la ricetta del successo? «A Étroubles – risponde Tamone – esiste ancora un paesaggio di prati e foreste incontaminati. Qui la presenza dell'uomo è poco invasiva, diversamente da quanto è accaduto in altre località montane della valle. Proponiamo ai nostri ospiti un modello di turismo basato sulla semplicità e sull'accoglienza, un turismo a misura d'uomo, qualità oggi sempre più difficile da trovare».

Lorenzo Montanaro
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