Il professore che canta

Piero Sidoti: la sua musica, premiata al "Tenco", e in concerto il 10 dicembre all'Auditorium di Roma.

03/12/2010
Piero Sidoti, professore e "Premio Tenco" Opera prima, sarà all'Auditorium di Roma con il suo "Genteinattesa", il prossimo 10 dicembre. Foto A. Astegiano
Piero Sidoti, professore e "Premio Tenco" Opera prima, sarà all'Auditorium di Roma con il suo "Genteinattesa", il prossimo 10 dicembre. Foto A. Astegiano

Chissà se dopo il concerto del 10 dicembre all'Auditorium di Roma...un po' di arie se le darà.  Pensiamo di no, visto che il tratto che lo caratterizza è un certo understatement nei confronti dei riconoscimenti che man mano accumula.

Ad ogni buon conto, complimenti al Professore. Piero Sidoti, 42 anni, con il album "Genteinattesa" si è aggiudicato la Targa Tenco 2010 per la Migliore Opera Prima, ritirato il 13 novembre  scorso. Come si sa, "il Tenco" è forse il più prestigioso premio italiano per la musica d'autore.

Ma un premio"Opera prima" dato a 42 anni...non è un po' un controsenso? Il professore non si scompone. Compone. E non si sente a disagio anche se non è lui a interrogare ma a essere "interrogato" quando gli si fa notare che essere un esordiente a 42 anni non è proprio prematuro.  


"Discograficamente, sono uno agli inizi, ma la gavetta l'ho fatta, eccome". Ha ragione. Da almeno vent'anni si esibisce in Italia con spettacoli di "cantautorato" di razza. Dalla vittoria nel Festival di Castrocaro, nel 1993, non si è mai fermato. Dopo vari piccoli riconoscimenti, nel 2004 ha vinto il ´Premio Recanati´, ed è arrivato finalista al Premio ´L’artista che non c’era´ e al Premio ´Fabrizio De André. 

Nel 2005 è stato premiato al Festival ´Domenico Modugno´ come ´migliore artista non prodotto´, e nel 2008 si è esibito al ´Tenco che ascolta´, invitato come ´uno degli emergenti più interessanti sul territorio nazionale´.

Ma intanto parallelamente ha lavorato come attore ed autore di testi teatrali, collaborando con un bravo attore, Giuseppe Battiston.
Nel giugno 2010 è uscito'Genteinattesa', il suo primo disco, prodotto da Produzioni Fuorivia, (una casa di produzione musicale molto attiva e raffinata, capitanata da Paola Farinetti) con arrangiamenti di Antonio Marangolo e prefazioni di Lucio Dalla e Massimo Cotto. 

Il disco è stato selezionato per il Premio ´Gaber´ a luglio, ha quindi ottenuto il ´Moret d’Aur´, il premio ´Pino Piras, e la Targa Tenco come migliore opera prima per il 2010.
Tutto un percorso di premi culminato, se vogliamo, nel "Tenco".
"Alla mia età, si può ancora essere considerati esordienti. E non solo nella musica Sono tempi di instabilità economica, di incertezze e di precarietà, quasi ad essere debuttanti a vita". Un discorso che vale per la sua carriera ma anche per il Paese. E' quello che racconta in "Genteinattesa".

Si considera, nonostante l'essenza autobigrafica di "Genteinattesa", un fortunato: «Faccio l' insegnante di matematica e scienze in una scuola media vicino a Udine e quindi anche la mia è un po' l'autobiografia di un precario. Io però ho la fortuna di avere un lavoro che mi piace, mi fa campare e mi rende libero di seguire la mia arte. Non potrei farcela solo con la musica e insegnare mi rende felice, mi fa stare in contatto con ragazzi di  11-13 anni, un'esperienza bellissima, irripetibile, quasi come cantare su un palco».  I suoi punti di riferimento sono Gaber, i cantautori italiani come Guccini, De André, Paolo Conte.  Tra gli stanieri, Leonard Cohen, Brel, Toquinho, Vinicius De Moraes. Gli scrittori preferiti, Italo Calvino, Edgar Lee Masters, Shakespeare, Eliot. "Ma il disco che mi ha cambiato la vita è il "Koeln Concert" di Keith Jarret".

La matematica è per Sidoti molto simile alla musica, perché è affascinante, dice, partire da dati certi per arrivare a orizzonti da scoprire. Di più: l'insegnamento dà, come la musica, la possibilità di stare insieme, di comunicare.  Ma la cultura, come l'insegnamento, del resto, manca di finanziamenti. Ed è solo grazie alla grande sensibilità  artistica, al fiuto e alla determinazione di una producer come Paola Farinetti di Fuorivia (è anche moglie di Gianmaria Testa) che Sidoti "ce l'ha fatta".

Il disco premiato, "Genteinattesa", è concepito come una galleria di personaggi e vicende umane che scivolano con la fluidità di un racconto teatrale. Non a a caso Giuseppe Battiston recita in alcune tracce.

"Le canzoni hanno dentro molto teatro. Racconto quasi tutti i personaggi in prima persona: io sono i personaggi che canto, come se i protagonisti mi chiedessero di agire fuori dalla canzone". Oltre alla cura nell'interpretazione e nella cesellatura degli arrangiamenti, "Genteinattesa" già dalla confezione vuole distiguersi dagli altri album in commercio, diventando molto simile a un prodotto d'arte: a partire dalla prefazione di Lucio Dalla - mentore e amico personale di Sidoti - fino alle illustrazioni di Gianluca Buttolo.

La modestia di Sidoti è quella degli uomini grandi. "Non ho alle spalle un Conservatorio o studi classici, diciamo che ho sempre studiato da privatista ed ancora studio.  Però credo che esista un pubblico che vuole e cerca la qualità, mentre continuare ad offrire solo prodotti "usa e getta" alla fine non risolve il problema, impoverisce tutti, genera un circolo vizioso, aumenta la crisi. Ma va detto è bene sottolineare che il problema del cantautore che non trova un produttore è altra cosa rispetto al dramma di chi non riesce a lavorare. Non riuscire a  'vivere di musica? è la norma, invece non riuscire nemmeno a 'vivere di fabbrica? è un segno tangibile di una crisi preoccupante…  Secondo me, pur avendo le nostre colpe, ci hanno costretti ad una attesa forzata, relegandoci ed imprigionandoci all’eterna giovinezza. Siamo cresciuti e ci siamo formati in un'opulenza solo virtuale, e poi ci siamo trovati ad affrontare una crisi senza sapere come uscirne, come poter mettere 'una pezza'". Nella sua musica c'è la bossa nova, il jazz, ma anche frammenti di musica etnica, a volte arabeggianti, a volte sudafricani.

Una miscela fascinosa, un prodotto di grande qualità. Con parole intelligenti, sensibili. "La parte musicale ha un ruolo fondamentale: testo, melodia ed armonia concorrono a fare una canzone. Per me testo, melodia ed armonia sono tre ingredienti da misurare e mescolare fra loro per ottenere un qualche cosa che emoziona.  Il quarto elemento è l'arrangiamento, e se uno ha la fortuna di conoscere un artista come Antonio Marangolo, l'arrangiamento diventa un moltiplicatore di emozione, cioè, non soffoca l'idea iniziale della canzone, ma la esalta al massimo". Logico. Matematico. Bellissimo. Bravissimo.



Emilia Patruno
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