21/10/2011
C’era una volta la “lirica di provincia”: un circuito di cartelloni, rappresentazioni, opere che riempiva i teatri di piccoli centri e di città di media grandezza, unite dal comune denominatore della passione. I titoli erano quelli del grande repertorio. Ed ovunque era una festa per cultori locali, per melomani dalla lunga memoria, e per signore che non perdevano una delle poche occasioni mondane offerte dal luogo. La lirica era allestita con mezzi poveri, scene e costumi noleggiati, orchestre e cori a volte amatoriali.
Ma dalla “lirica di provincia”, da quella migliore, sono emersi tutti i più grandi cantanti, molti grandi direttori, e registi poi affermatissimi. Perché quei teatri erano un fucina: nella quale anche il lavoro aveva era passione, e l’attrezzista si trasformava in maschera o aiuto scenografo. Quella Lirica esiste ancora. Ed ancora è fucina di talenti. Ma il livello si è immensamente alzato: ed il divario con i grandi e grandissimi teatri è più sottile. La lirica di provincia aveva nel Veneto una regione di elezione. E Padova era uno dei centri più attivi.
Non più di 2 anni fa sul podio di questo palcoscenico abbiamo ammirato Omar Meir Wellber, un direttore che oggi è ormai conteso dai più grandi teatri del mondo, Scala compresa. Con due titoli (i tempi sono cambiati, e nessuno si accontenta più delle scene noleggiate e dei cantanti sconosciuti) Padova riapre la sua stagione. Regista de Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti (21-23 ottobre) sarà Stefano Poda: protagonista annunciato della scena futura, già apprezzato lo scorso anno in Rigoletto (www.stefanopoda.com, con filmati delle sue regie). Nel ruolo di Lucia di Lammermoor, il giovane soprano turco Burcu Uyar.
A dicembre sarà la volta di La Bohème di Puccini, per 3 recite a partire dal 23 dicembre. E, per i nuovi talenti, ecco anche il XXVI Concorso Lirico Internazionale Iris Adami Corradetti (dal 13 al 17 dicembre). Naturalmente le tradizioni si rispettano: e la Lucia approderà anche a Bassano ed a Rovigo, altra capitale della “lirica di provincia”.
Giorgio Vitali