11/01/2013
Mariangela Melato in "Mimì metallurgico ferito nell'onore" del 1972.
Se ne è andata in silenzio proprio lei che era una leonessa per la sua grinta e per la sua verve dimostrata in teatro, tv, cinema. Primadonna del teatro italiano, ma sempre cordiale con tutti, ha ricoperto i ruoli più belli pensati per le donne rendendoli unici con la particolarità della sua recitazione, con la sua voce che spaziava dai toni drammatici a quelli comici.
Nata a Milano il 18 settembre 1941, da padre di origine tedesche e da madre milanese, studentessa all’Accademia di Brera, poi alla scuola teatrale dei Filodrammatici con Esperia Sperani, lavorava come vetrinista alla Rinascente per pagarsi gli studi. Si è poi dedicata al teatro in spettacoli memorabili come l’Orlando furioso (1968) di Luca Ronconi e poco dopo nel 1971, in Alleluja brava gente di Garienei & Giovannini, ballando, cantando e recitando in un musical, ha dato prova della sua versatilità nell’affrontare ruoli fra loro così differenti e mostrando di essere un’artista completa.
Attrice poliedrica ha spaziato dal teatro, alla televisione al cinema; pluripremiata, ha alternato personaggi intensi come Medea (1986), Fedra (1987), si è esibita nel divertente one woman show Sola me ne vo’ , ha recitato per Fo in Settimo ruba un po’ meno, per Visconti in La monaca di Monza, per Strehler in El nost Milan, per Ronconi anche recentemente in Nora alla prova, un personale adattamento di Casa di bambola di Ibsen; tra le sue interpretazioni anche Vestire gli ignudi di Pirandello (1990) e La bisbetica domata di Shakespeare (1992).
Mariangela Melato e Nino Manfredi in una foto di scena del film "Lo chiameremo Andrea" di Vittorio De Sica.
Negli ultimi anni collaborava con il Teatro Stabile di Genova e,
nonostante la malattia con cui combatteva, ha interpretato Il dolore
della scrittrice francese Marguerite Duras.
Nel 2010 ha affiancato Massimo Ranieri in una personalissima Filumena
Marturano di Eduardo De Filippo nell’adattamento pensato appositamente
per la tv e trasmesso con grande consenso di pubblico da Raiuno.
Al cinema ha fatto coppia con Giancarlo Giannini in molti film di Lina
Wertmüller, tra cui Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972) e Film
d’amore e d’anarchia (1973), alternando ruoli drammatici (La classe
operaia va in paradiso, 1971, e Todo modo, 1976, di Petri; Caro Michele,
1976, di Monicelli; Oggetti smarriti, 1979, e Segreti segreti, 1985, di
Giuseppe Bertolucci) a quelli comici come Casotto (1977) e Mortacci
(1988) di Sergio Citti, Aiutami a sognare (1980) di Pupi Avati.
Albarosa Camaldo