Ronconi, il potere logora

Il regista ha portato al Piccolo di Milano "La compagnia degli uomini" di Edward Bond: dura analisi di come i meccanismi dell'economia disumanizzano i rapporti interpersonali.

13/01/2011
Una scena di "La compagnia degli uomini", nuova produzione del Piccolo Teatro di Milano.
Una scena di "La compagnia degli uomini", nuova produzione del Piccolo Teatro di Milano.

Luca Ronconi allestisce al Piccolo Teatro di Milano La compagnia degli uomini del provocatorio drammaturgo londinese Edward Bond, una riflessione sulla disumanizzazione dei rapporti interpersonali provocata dalla sete di potere e dal desiderio di arricchirsi.

L’industriale Oldfield (Gianrico Tedeschi) non ritiene idoneo il figlio adottivo Leonard (Marco Foschi) a ricoprire un ruolo nel consiglio di amministrazione della sua fabbrica di armi. Leonard, in combutta con Dodds (Riccardo Bini), segretario corrotto del padre, trama allora per rilevare l’azienda dell’alcolizzato Wilbraham (Giovanni Crippa), ma invano poiché verrà sopraffatto dal potente industriale Hammond (Carlo Valli).

Ronconi presenta la vicenda in modo antinaturalistico, scegliendo di mostrarla attraverso un muro di veri mattoni, frantumato al centro, come per separare il pubblico dagli attori; inoltre fa apparire i tecnici, con tanto di auricolare, intenti a spostare a vista i pochi arredi in una scenografia nuda, illuminata da fredde luci, per simboleggiare l’aridità di sentimenti dei personaggi. Tedeschi caratterizza con maestria la solitudine di Oldfield: vessa il figlio adottivo, perché non è forte come lui vorrebbe, ma quando lo vede allontanarsi cerca di recuperarne l’affetto; inoltre, respinge Bartley, ex servo e forse suo figlio naturale, costruito da Paolo Pierobon che, con una vena di malinconica comicità, in un insolito accento sardo, ora conforta ora denigra Leonard. Foschi enfatizza, anche fisicamente, rotolandosi a terra e urlando, il dramma di Leonard che, potenzialmente buono, ma circondato da personaggi malvagi, diventa spregiudicato in una sorta di romanzo di formazione al negativo. Il segretario Dodds è Bini dalla risata satanica, mentre Valli è l’imperturbabile rivale Hammond, esempio del moderno capitalismo d’assalto che si contrappone a quello ancora di matrice ottocentesca di Olfield: egli vuole dominare il mercato nei paesi in via di sviluppo, tema di estrema attualità, denunciato da Bond, anche se la pièce risale alla fine degli anni Ottanta.

La vicenda non è raccontata in modo didascalico, poiché nulla è volutamente spiegato da Ronconi, ma lasciato all’interpretazione dello spettatore coinvolto, come in un thriller, dal ritmo incalzante scaturito dalla veemenza e imprevedibilità dei dialoghi. In un insieme di rimandi, più o meno espliciti, ai testi di Sofocle, Shakespeare, Dostoevskij, Calderón de la Barca, viene suggerito il parricidio di Oldfield nell’inaspettato finale.

DOVE E QUANDO
LA COMPAGNIA DEGLI UOMINI, di Edward Bond. Regia di Luca Ronconi. Luci di A.J. Weissbard. Costumi di Gabriele Mayer. Con (in ordine alfabetico) Riccardo Bini, Giovanni Crippa, Marco Foschi, Paolo Pierobon, Gianrico Tedeschi, Carlo Valli. Produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa. Al Piccolo Teatro Grassi, dall’11 gennaio al 26 febbraio 2011. Info: 848.800.304, www.piccoloteatro.org

Albarosa Camaldo
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