Emma vince il Festival in rosa

Emma ha vinto il 62° Festival della canzone italiana. Ma quelle che sono sparite, quest'anno, sono proprio le canzoni. Le abbiamo ascoltate poco e male. Celentano: INQUALIFICABILE.

19/02/2012
Arisa
Arisa

La cantante Emma, già vincitrice dell'edizione 2010 del programma "Amici", ha trionfato nel 62° Festival della canzone italiana di Sanremo con il brano "Non è l'inferno". Un festival in rosa. Non se l’aspettava nessuno che ai primi tre posti si piazzassero tre giovani voci femminili assolutamente straordinarie: Noemi la rossa, Emma la bionda e Arisa la bruna. In sessantadue anni non era mai successo. Ha vinto sul filo di lana Emma. Alla sua affermazione ha contribuito certamente l’appoggio di Maria De Filippi e del popolo di Amici. La domenica prima del Festival, durante l’Arena di Giletti il trionfo di Emma Marrone era stato praticamente anticipato in una trasmissione che sembrava prevedere il futuro. Ma si sa, a volte giurie e televoto hanno poteri telepatici. Anche se, come in questo caso “Non è l’inferno”, la canzone vincitrice non era certo tra le migliori in gara.

Gianni Morandi
Gianni Morandi

Tutto era cominciato come una favola. E ve la racconto: c’era una volta un Festival e l’Italia, Paese dove un tempo si cantava spesso forse perché i problemi rattristavano meno la gente, una volta l’anno si festeggiava la musica colorandola di tanti fiori in una città col nome di un Santo che non esiste, San Remo. Una contraddizione che un po’ doveva preoccupare per il futuro, visto che il Santo Patrono legittimo è San Romolo. A Viareggio, dove ancora c’è un Carnevale serio, con i carri e la satira politica che si rinnova ogni anno, decisero di realizzare un Festival di canzonette, ma in Versilia non volevano spendere soldi, e decisero così di proporlo alla città ligure dove, si sa, sono molto più “prodighi”.

Il Festival nacque così nel pieno boom degli anni cinquanta: c’erano in tutto due cantanti e il duo Fasano, formato da sorelline torinesi che in famiglia chiamavano “primina” e “secondina”. Vinse una certa Dionilla-Nilla-Pizzi cantando “Grazie dei fior” in omaggio, non voluto, alla principale attività commerciale di Sanremo, la floricultura. L’uomo era un bellissimo eroe dei fotoromanzi che si chiamava Achille Togliani, ed era fidanzato con una collega, Sofia Lazzaro, che poi cambiò nome e divenne Sophia Loren. Si cantava nel Salone delle Feste del Casinò dove il pubblico che pagava di più cenava tranquillamente sommerso da bellissimi fiori e il presentatore, Nunzio Filogamo rivolgendosi anche a quelli che non potevano permettersi cena e champagne e quindi erano in fondo alla sala, qualcuno persino in piedi, inventò quella frase famosa:” Cari amici vicini e lontani, buona sera ovunque voi siate”.

Preistoria, leggende di un altro secolo. Oggi il Festival occupa praticamente l’intera settimana televisiva, un teatro di quasi 2000 posti e ogni anno c’è la gara a chi commette più sciocchezze tanto i soldi sono della Rai, cioè nostri, in quanto considerata servizio pubblico. Nel frattempo sono spariti i fiori e le scenografie sono lugubri. Ma il guaio più grande, quello che snatura tutto, è che sono sparite quasi completamente le canzoni. E pensare che a presentare il Festival e a sceglierle è stato chiamato una gloria nazionale GianLuigi “Gianni” Morandi che festeggia cinquantanni di carriera. L’anno scorso Gianni lavorò bene, le canzoni erano belle e orecchiabili, e si disse che Sanremo era rinato. Quest’anno Morandi è cascato nella trappola del “bis”, in buona fede ha accettato cattivi consigli e, se anche stavolta le canzoni ci sono, praticamente le abbiamo ascoltate poco e male.

Noemi
Noemi


LE CANZONI, VOTO 8


Salvo un paio, decisamente corpi estranei, abbiamo ascoltato voci importanti come quella di Francesco Renga, di Eugenio Finardi e di Samuele Bersani. Ma il Festival s’è tinto di rosa: grandi voci quelle di Arisa, Dolcenera, Noemi la rossa, Nina Zilli, Loredana Bertè e le due tigri Emma e Alessandra Amoroso che hanno ruggito le in comprensibili parole di “Non è l’inferno”, che con un poco credibile gioco di prestigio, è stata attribuita addirittura al racconto di un nonno, e che nonno, il Presidente Giorgio Napolitano. Nota positiva viene dai temi affrontati: l’amore non manca, ma ci troviamo anche i problemi del quotidiano, come quelli del mutuo per la casa, la ricerca di Dio, la bellezza della natura, il destino di un pallone che dai piedi di Messi, col passare del tempo diventa solo ingombrante e il simbolo dello sconforto di un uomo, che, invecchiando, si sente appunto come quel pallone sgonfio.

Adriano Celentano
Adriano Celentano


GLI OSPITI

Facciamola breve: per un capriccio del direttore artistico-uscente-Gian Marco Mazzi con la solidarietà del direttore di Raiuno Mazza e un Morandi entusiasta ma solo in apparenza, s’è voluto in scena Adriano Celentano che ha dettato condizioni inaccettabili per che qualsiasi azienda seria. Adriano ha praticamente occupato la prima serata, cancellato spot per decine di migliaia di euro, e praticamente, impedito ai colleghi di cantare. A questo atteggiamento del tutto inaccettabile (senza entrare nel merito delle farneticanti parole in libertà) non s’è opposto nessuno e questo a Morandi è difficile perdonarlo. Ma se di Celentano s’è parlato anche troppo, è bastata la farfalla tatuata sull’inguine di Belen per rubargli lo spazio sui media. INQUALIFICABILE

Ivanka Mrazova e Rocco Papaleo
Ivanka Mrazova e Rocco Papaleo



Rocco Papaleo, voto 9


Inizio così e così, con gli autori che tentano di farlo passare per una specie di maniaco sessuale. Ma lui si ribella e,a poco a poco si impadronisce della scena, diventa surreale e divertente, spariglia il rito della presentazione tradizionale. A lui è dovuta la battuta più “giusta” – ringraziamo Celentano per aver ospitato il Festival di Sanremo”. L’amaro Lucano (Rocco è nato 53 anni fa in Basilicata) con questo Festival ha rafforzato la popolarità guadagnata con premi e incassi del suo bel film “Basilicata coast to coast”. Ma il miracolo l’ha fatto coinvolgendo la riluttante platea dell’Ariston nel “ballo della foca” un intervento esilarante.

Federica Pellegrini e Gianni Morandi
Federica Pellegrini e Gianni Morandi


Luca e Paolo Ripetitivi. Inutili. Voto 4

Ivanka Mrazova, la valletta della repubblica ceca. S’è parlato più del suo collo che di lei. Bambolina di ceramica con la mimica, appunto, di ceramica. Non votabile.

Sabrina Ferilli: chi l’ha invitata e perché? Quanto l’hanno pagata? Probabilmente niente perché è venuta a presentare una fiction Rai. Gli anni non passano solo per Totti, il suo idolo sportivo.
Voto 3

Alessandro Siani. Bravo il “terrone” compagno di Bisio in “Benvenuti al Sud e al Nord”. Fa sorridere senza essere mai volgare e ricorda tanto quello straordinario Massimo Troisi che ancora rimpiangiamo: voto 8

Federica Pellegrini. Una ragazza qualunque con doti da supereroina. Non se la tira per niente e lascia a tutti il ricordo di aver conosciuto una persona “giusta", Voto 9


Geppi Cucciari ha strappato tanti sorrisi nell’ultima, lugubre serata. Brava e con il coraggio di descrivere l’esibizione di Celentano 2 con il ricordo di quel film di Paolo Villaggio che,nei panni di Fantozzi, partecipando a un cineforum, dichiarava che La corazzata Potiomkin era una C….ta pazzesca.


CONCLUSIONE

Una macchina che s’è inceppata, un copione che mancava di fantasia ma soprattutto di un professionista capace di tracciare una scaletta. Quello che la fa di solito lavora con Milly Carlucci. Lasciamo concludere il direttore Mauro Mazza a proposito di Celentano: “Si è tagliato il compenso e costa infinitamente meno di certi suoi colleghi che sono sempre in TV”. Sarà vero, ma se conteggiassimo i danni?

Gigi Vesigna
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Postato da Paola Morgigni il 20/02/2012 15:30

Emma, la vincitrice del festival di Sanremo del 2012, è sicuramente una brava cantante. Credo anche che sia anche una persona onesta, trasparente e mi sembra "innamorata delle cose giuste". Nei suoi commenti del dopo vittoria ho letto, ma forse mi sbaglio, un non detto che cerco di tradurre. Più volte lei ha affermato: "Se fossi arrivata dopo Noemi e Arisa, non avrei rosicato". Mi è sembrato che lei si volesse giustificare per aver vinto, un po' come se si sentisse in colpa. Emma sei davvero straordinaria e con la tua ingenuità, espressione di un cuore puro, evidenzi tu stessa che sei stata "presa" innocentemente in un meccanismo più grande di te, che però, a mio avviso non è equo. Una semplice domanda può chiarire la situazione. Se Emma non avesse vinto Amici, sarebbe ugualmente arrivata sul podio di Sanremo? Mi sembra che quest'anno e anche negli anni scorsi (mi riferisco alle edizioni del festival del 2009 e del 2010, in cui hanno vinto rispettivamente Carta e Scanu, entrambi concorrenti di Amici), oltre alle "nuove proposte" sia stata inserita una nuova categoria di cantanti: "le troppo proposte". Questa specie di concorrenti è trasversale, ossia accomuna sia i giovani che i big. Coloro che ne fanno parte sono chiaramente avvantaggiati rispetto agli altri. Il risultato è che, sempre secondo il mio modesto parere, la gara è iniqua. Faccio un parallelo: se a Miss Italia partecipassero delle belle ragazze, provenienti dai reality o già molto conosciute, chi vincerebbe la gara? La sconosciuta ragazza di provincia o la vip? Sicuramente la seconda. A Sanremo del 2012 hanno gareggiato dei cantanti, che hanno un tipo di notorietà diversa rispetta a quella dei "talenti" che provengono dai reality, che hanno presentano delle canzoni "meravigliose", espressioni di un'arte che andrebbe riconosciuta e valorizzata. In tutta questa situazione non ci sono colpevoli. Non è colpa di Amici, né dei cantanti che vi partecipano e che giustamente provano anche a gareggiare a Sanremo. Però, credo che, così, non sia giusto continuare. La musica è un bene troppo grande per trattarlo così. Per uscire da questo impasse, propongo la creazione della categoria delle "troppo proposte", che potrebbe chiamarsi in modo diverso, più serio ... ed essere composta da persone che provengono dai talent show. Così, finalmente, i cantanti della categoria big potrebbero tornare a confrontarsi in modo equo. Autrice Paola Mor

Postato da nicolag il 19/02/2012 13:13

Gigi Vesigna è bravo a scrivere recensioni,ma il suo curriculum dovrebbe indurre a dare un’attenta occhiata direzionale a quello che scrive. Ciò,ovviamente, quando scrive su Famiglia Cristiana e non su Sorrisi e Canzoni. Don Sciortino,tanti apprezzano Famiglia Cristiana perché ci sei tu a dirigerla. Una tua ritoccatina leggera ma a volte quanto mai opportuna non guasterebbe. I lettori hanno tanta fiducia in te perché vedono in te l’immagine a cui il tuo giornale si ispira.

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