16/06/2011
Dimentica sempre il portone condominiale aperto. Ogni notte sembra impegnato in un trasloco. Il cane lascia le impronte sulle scale. I figli schiamazzano. Il volume dello stereo è troppo alto. E anche quello del televisore. Sono mille i motivi per giustificare la propria antipatia nei confronti del vicino di casa, sia che si abbia in comune un pianerottolo sia che a separarci vi sia soltanto una siepe. Da un’indagine di Immobiliare.it su oltre tremila condomini, emerge come il 26% abbia litigato con il proprio vicino di casa. Ed è facile immaginare che anche estendendo il campione il risultato non migliori, come dimostrano le temute riunioni di condominio, quell’incontro annuale che serve per decidere i lavori da fare o per approvare il bilancio, ma che più spesso diventa un’arena di scontro.
Perché si litiga tanto? Il parcheggio è in vetta alla classifica delle
più o meno giuste ragioni (vedi tabella 1), soprattutto là dove box e
posti auto scarseggiano. Seguono i rumori notturni, gli animali
domestici, la sporcizia (tovaglie scosse sui terrazzi altrui, mozziconi
di sigaretta per le scale), rumori molesti (bambini chiassosi, ma anche
liti e amoreggiamenti), odori. Ma anche l’invidia: l’8% dei litigiosi
confessa di essere invidioso del proprio vicino (vedi tabella 2),
perchè ha il giardino che si è sempre sognato o un alloggio più grande
e bello, con un’esposizione migliore, se non un vero e proprio attico.
Tra i motivi più curiosi di questa antipatia c’è anche il comportamento
della portinaia che quando saluta la mattina non usa il solito tono con
tutti.
La propensione alla litigiosità è più forte tra le donne che non tra
gli uomini, mentre nelle differenze regionali sono i siciliani e i
valdostani quelli che più facilmente alzano la voce (vedi tabella 3).
Se si vuole vivere tranquilli, invece, meglio trasferirsi in Umbria.
Redazione 2C Edizioni