06/07/2011
La Corte costituzionale tedesca di Karlsruhe ha cominciato ieri ad esaminare 15 reclami presentati da diversi accademici e politici del Paese (in origine le querele erano circa 50). I querelanti sostengono che i versamenti per Grecia, Irlanda e Portogallo eseguiti nell'ultimo anno violerebbero la clausola di non salvataggio dell'Unione Europea, secondo la quale né l'Ue né alcun altro membro può farsi carico delle responsabilità dei singoli governi. Un querelante, il professore di diritto Karl-Albrecht Schachtschneider, ha dichiarato esplicitamente che l'euro ha fallito e che spera che la Corte rifiuterà un sistema «che porterà non solo al disastro economico, ma anche all'instabilità politica in Germania e in tutta Europa».
«A Karlsruhe non si discuterà del futuro dell'Europa, che spetta ai politici», ha dichiarato la presidente della Corte Andreas Vosskuhle. «Noi dobbiamo considerare i limiti imposti dalla Costituzione al regno della politica».
Secondo la maggior parte dei costituzionalisti tedeschi, è poco probabile che la Corte bloccherà la partecipazione del governo a tutti i salvataggi o che lo costringerà a venire meno agli impegni presi. In molti, però, si aspettano l'imposizione di condizioni più restrittive per gli aiuti futuri.
La decisione è così delicata che il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble si è presententato alla prima sessione, sostenendo che la scelta del governo Merkel di impegnare i fondi di salvataggio «era necesaria e giusta», uno strumento per salvaguardare l'euro. «Non stiamo solo difendendo l'unità europea, il mercato e la moneta comune, ma il benessere e la sicurezza sociale delle persone che vi fanno parte», ha aggiunto.
Insieme al fondo monetario internazionale, l'Ue ha approvato pacchetti di salvataggio verso Grecia, Irlanda e Portogallo, dall'anno scorso, per un totale di 273 miliardi di euro.
Redazione 2C Edizioni