08/04/2011
L’ultimo tassello è arrivato ieri pomeriggio: con l’emanazione del provvedimento attuativo sulla cedolare secca da parte dell’Agenzia delle Entrate è definitivamente in vigore la cosiddetta cedolare secca sugli affitti, che permette ai titolari di beni immobili di scegliere la tassazione sui redditi da locazione. In pratica, i proprietari di una casa in affitto possono continuare a pagare le tasse cumulando il reddito da locazione agli altri redditi, oppure optare per una tassazione fissa del 21% (se il contratto è libero) o del 19% (se si affitta a canone agevolato). In linea di massima la cedolare secca conviene a tutti, con alcune eccezioni da valutare caso per caso: tante, infatti, sono le variabili da considerare, come l’ammontare del reddito di altro tipo, il canone, le addizionali regionali e comunali, l’imposta di registro. In genere per i contratti liberi la cedolare secca conviene sempre (qualche valutazione solo per chi ha una soglia di reddito complessivo che rientra nell’aliquota del 23%), mentre per chi ha un canone agevolato la convenienza scatta sempre sopra i 28mila euro. Inoltre, chi sceglie la cedolare secca non potrà aggiornare il canone nella misura prevista, ovvero gli aumenti Istat restano congelati.
Come prima conseguenza è probabile un calo di gettito fiscale che potrebbe essere però bilanciato dall’emergere dell’evasione o almeno questo è l’intento con cui nasce la norma. Da oggi l’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione sul proprio sito (www.agenziaentrate.gov.it) un software semplificato per scegliere la nuova modalità di tassazione sostitutiva. Per registrare i contratti di locazione che scadono tra il 7 aprile e il 6 giugno, inoltre, c’è tempo fino a giugno per scegliere se avvalersi o meno della nuova tassazione: una finestra da utilizzare per farsi bene i conti dal momento che il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate permette anche di fare scelte multiple. Facciamo un esempio: nel caso di un immobile cointestato a due coniugi, uno può scegliere per la cedolare secca, mentre l’altro, se ha un reddito basso o tante spese da detrarre, può optare per il regime ordinario.
Eleonora Della Ratta